A me non piace, anzi fa letteralmente ribrezzo, l'utilizzo di campagne di demonizzazione personale per sbarazzarsi dell'avversario: é stato fatto con successo per demolire la prima Repubblica e i suoi partiti, che con tutti i loro difetti avevano garantito democrazia e libertà civili ed economiche per oltre un cinquantennio, tenendoci lontano da tentazioni totalitarie e sconfiggendo il terrorismo politico interno. A quel coro demolitorio si unì, all'epoca, tutta la stampa e le televisioni pubbliche e private, nessuno escluso. Fu la cosiddetta "rivoluzione italiana" ad aprire la strada ad un nuovo quadro politico che fondò le basi per un ‘nuovo’ sistema di rappresentanza della società italiana: nuovi partiti, nuovi uomini e nuove idee. La Repubblica di questi quindici anni, nei fatti ebbe inizio grazie a quel processo rivoluzionario. E ciò che oggi sta nel campo della politica é figlio i quella stagione. Anche il ‘berlusconismo’ é figlio prima di una reazione a quello stato di cose e poi, piano piano, é andato configurandosi come elemento dominante di questa nuova fase politica. Il primo anno del secondo Governo Berlusconi si é contraddistinto per la capacità di aver occupato la scena politica attraverso il proprio pragmatismo e per avere, nei fatti, annientato la capacità reattiva e politica di chi vi si oppone. Le elezioni europee e il successivo referendum sarebbero state tappe politiche utili al consolidamento di questo quadro politico, necessarie per riorganizzare in senso presidenzialista e federalista il nostro Stato. A me non piace il modo con cui viene contrastata questa prospettiva politica, non mi piace la demonizzazione dell'avversario, l'utilizzo politico della giustizia, il vuoto che potrebbe determinarsi qualora andassero a buon segno queste campagne politiche e mediatiche. Però va detto: il premier è affetto da ‘cesaropapismo’, ha pensato di chiudere definitivamente a suo vantaggio la partita politica riducendo in polpette l'opposizione e, più in generale, la politica democratica fondata sulle idee, su partiti e su istituzioni che meritano certamente di essere revisionate, ma non violentate e disprezzate con toni inaccettabili. Allora, se il cesaropapismo (absit iniuria verbis…) viene contrastato sollevando questione delle menzogne private non é da considerare una cosa negativa.
Dirigente Nazionale del Partito socialista