Egregio Vescovo Williamson, non le nego la vergogna e il turbamento che provo nel scriverle questa lettera. Spero tuttavia di riuscire ad arrivare fino alla sua mente, al fine di rispondere a quanto da lei dichiarato al mondo intero e non certo per la prima volta. Non c’è niente di male, in tempo di democrazia, nel pensarla come la si vuole. Ma un sacerdote, un uomo di religione, un principe della Chiesa e, per giunta, un ortodosso convenzionale alle vecchie leggi del cattolicesimo ‘preconciliare’ non dovrebbe esprimere così freddamente quanto da lei dichiarato. Comprendendo il suo vissuto negli ambienti tedeschi laggiù in Argentina, quando sicuramente avrà avuto frequentazioni con ex gerarchi nazisti fuggiti dall’Europa per paura delle ritorsioni; capendo con quanto affetto ed amicizia lei si sia legato per sempre a questi ripugnanti assassini, che dopo la guerra si mostrarono tutti come delle persone innocue, innocenti ed anonime, mantenendo bassi profili per non attirare l’attenzione di chi avrebbe potuto smascherarli e trascinarli in giudizio; tenendo da conto l’infinita misericordia del Pontefice Wojtyla, il quale ricevette continue pressioni dall’allora capo alla guida del Sant’Offizio al fine di togliere a lei e ai suoi colleghi la meritata sentenza di scomunica, dal momento che con la sua consacrazione a Vescovo, attraverso le sue azioni, aveva pienamente meritato una sì grave sanzione, disobbedendo e violando le leggi della Chiesa e del Concilio Ecumenico Vaticano II firmate dai due Pontefici Roncalli e Montini; mantenendo presente a me stessa la complessa linea di governo della Chiesa, che per questioni di potere interno deve riaccogliere tutte quelle ‘pecorelle smarrite’ che abbiano brucato in altre terre (più o meno come avvenne per il figliol prodigo), soprattutto se il culmine dell’eresia ha conquistato troppi proseliti; ebbene, egregio signor Vescovo, nonostante tutto questo, da essere umano avente un cervello pensante, vengo a chiederle: 1) negli anni oscuri della guerra, lei dov’era? Sa che vorrei tanto saperlo? Se vuole, posso raccontarle io dove si ritrovarono mio nonno e molti miei parenti: nel 1944, mio nonno venne deportato e condotto insieme ai miei zii e ai miei cugini ad Auschwitz su un carro bestiame. Appena giunti furono invitati a fare un bagno in uno ‘stanzone’, in comune con altri. Lì vennero rinchiusi e gasati! E con loro, prima e dopo di loro, altre migliaia di persone morirono in quel modo; 2) dov’era lei durante il processo di Norimberga, quando fu mostrato al mondo intero il filmato in cui si videro chiaramente i corpi delle vittime mentre venivano ammassati nelle fosse comuni e spazzati con le ruspe, tanto era imponente il loro numero? E mi riferisco solamente a quelli che i tedeschi non fecero in tempo a nascondere all’arrivo delle forze alleate! Quelle riprese cinematografiche furono girate proprio in quel momento e sul posto per imposizione delle autorità, pensando proprio a quelli come lei, egregio Vescovo Williamson, che avrebbero affermato le tesi del ‘negazionismo’; 3) le vittime delle camere a gas e dei numerosi campi di concentramento raramente mostravano ferite d’arma da fuoco: saprebbe allora chiarirci come sono morte? E sarebbe in grado di indicarci dove siano finiti i loro corpi? Saprebbe dire all’intero pianeta, in mancanza dei cadaveri, dove lei presume siano finite tutte quelle persone? Stiamo parlando di migliaia di esseri umani, non di maiali! Così, infatti, noi ebrei venivamo chiamati e definiti così: dei maiali! E ciò avveniva proprio nelle nostre case, dalle quali venivamo prelevati per essere deportati da chi ha sempre avuto nel proprio DNA un’assoluta dose di violenza, facendo cose talmente indegne da far rabbrividire persino gli antichi barbari! Io, nipote e cugina di tanti, oggi sdegnata nipote e cugina di molte vittime dell’olocausto, di fede cristiana e cattolica, le dico che se parlo con un sacerdote è per ricevere gli insegnamenti d’amore tramandati da Gesù, non certo per vedere uomini impietosi e duri come lei che, per salire alla ribalta delle scene internazionali, non esitano a negare il falso in presenza di prove tanto schiaccianti. E a farsi nominare addirittura Vescovo in violazione alle regole interne alla Chiesa. Le vittime dell’olocausto e delle camere a gas non saranno mai dimenticate: sono affidate alla Storia, con veritiere documentazioni. Ma purtroppo, essi non torneranno mai più. I ‘negazionisti’ come lei sono consapevoli come, in questo preciso momento storico, il mondo sia come non mai nella confusione. E anche se lei, oggi, ottenesse il perdono del Papa, si ricordi che lei è un uomo della Chiesa che deve predicare persuadendo, pacificando, recando conforto, mentre d’ora in avanti anche un sasso capirà che lei predicherà il suo ‘negazionismo’ a qualunque prezzo verso i giovani che le saranno affidati! Viene il tremore ai polsi al solo pensiero di tutti quei ragazzi che oggi circolano in branco per le strade di tutto il mondo in cerca degli ebrei da uccidere o torturare, inneggiando al nazionalsocialismo ed esponendo svastiche e teste rasate, sempre più piccoli, meschini e innocenti ragazzini ‘caricati’ e motivati a dovere da gente priva di scrupoli, scandalizzati dai ‘negazionisti’ come lei. Signor Vescovo, lei con il suo esempio ha dato vero scandalo! Lei, un uomo di Dio, addirittura un cattolico ortodosso, dovrebbe conoscere bene le parole di Cristo, che disse: “Chi scandalizza uno solo di questi miei piccoli, è meglio per lui che si metta al collo una macina girata da asino e venga gettato in mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare a morire nel fuoco della Geenna” (Mc. 9, 37-42). Se veramente crede in ciò, come ella vorrebbe farci pensare, sappia dunque che anche lei verrà chiamato un giorno a rispondere delle sue azioni.