Lo scorso 12 dicembre è stata proprio una brutta giornata per Roma: per tutto il giorno abbiamo seguito le notizie sulla possibile esondazione del Tevere e, nella notte successiva, abbiamo vegliato sulla ‘città eterna’ come fosse una ‘pupetta’ con la febbre. Le immagini erano senza dubbio affascinanti: il fiume così gonfio non lo avevamo mai visto. Intanto, su Sky i politici si avvicendavano e, in una simile ora di allerta, si son messi subito a spettegolare e a far polemica per i tombini e le fognature, oppure su questo o quell’altro fatto dalle passate amministrazioni. Il Sindaco Alemanno ci ha chiesto di restarcene a casa: “Fermi e buoni, ché non è un cinema”! Ma via, signor Sindaco: lei ci aveva mai pensato che potesse capitare una cosa del genere? E’ naturale che la gente accorra per assistere ad un simile evento: a Roma lo abbiamo ogni 40 anni! E comunque è risaputo che i contributi finanziari per la città non arrivavano facilmente quando c’erano altri sindaci, mentre invece sono stati erogati a piene mani verso altre città del Nord. Noi romani, si sa, di emergenze ne abbiamo tante e sappiamo bene come e dove siano stati impiegati i pochi ‘spiccioli’ che ci avevate mandato. C’è stato un periodo in cui non si potevano nemmeno aggiustare le buche che si aprivano nelle strade! E adesso, lei viene a parlarci dei tombini? Sia gentile, assista i concittadini e non si attacchi a questi ‘mezzucci’: mai e poi mai sarebbe stato in grado di preparare Roma per un’esondazione del Tevere, nemmeno se avesse voluto pagarli lei di persona i nuovi tombini. Lei, signor Sindaco, sembra non sapere che Roma, nel sottosuolo, è scavata per decine di chilometri da antichissime catacombe, soprattutto nella zona della via Olimpica e nelle vicinanze di quella via Cassia che nasce proprio a ‘Ponte Mollo’, ovvero Ponte Milvio nella definizione del gergo popolare romanesco. Perciò le dico: se, per buon senso, molti romani sono rimasti a casa, ciò è avvenuto in quanto lo hanno deciso per conto proprio. Non c’era bisogno che arrivasse lei a gridare all’allarme, seminando ansia e polemiche. Poi, è arrivato pure Veltroni, il quale ci ha messo un’ora per raccontare i modi impiegati dai suoi avversari per promettere ‘mari e monti’ agli italiani, tutte cose che, è risaputo, non verranno mai fatte. Ma lui? Quand’era sindaco? Cosa ha combinato? Tanta ‘fuffa’ pure lui e proprio con il cinema! Ma la vogliamo finire? La vogliamo ‘piantare’? Il Paese ha bisogno di essere ricostruito, ha bisogno di fatti, di risorse, di idee! L’Italia ha bisogno di poter scegliere, di comprendere senza manipolazioni le problematiche che la investono. Dovete spiegarvi meglio, cari politici, farci capire quello che fate, non potete limitarvi a mandarci a casa: anche noi vogliamo il nostro cinema! O forse non ci volete ‘tra i piedi’ perché il ‘vostro’ film lo abbiamo ormai già visto troppe volte, come fosse una terza visione?