Durante le recenti festività natalizie, è stato pubblicato il nuovo libro di Antonio Socci: “Indagine su Gesù”, edito da Rcs. In questo suo nuovo lavoro, l’autore ha cercato, a mio parere riuscendovi, di descrivere approfonditamente una figura, quella di Gesù di Nazareth, che ha sorpreso e conquistato anche grandi maestri dell’ateismo, da Rousseau a Marx. Socci si è infatti posto una serie di domande: chi era Gesù? In quale modo ha sconvolto la Storia dell’umanità? Perché affascina persino i suoi nemici? Come si spiegano le tante profezie contenute nelle sacre scritture che avevano predetto la sua vita e il suo avvento? E, soprattutto, è davvero risorto? Ci sono prove? Egli è vivo, oggi? E dov’è? Con “Indagine su Gesù” si ripercorre infatti l’annuncio profetico dell’attesa, nascita, vita pubblica, morte e resurrezione di Gesù, tutto rigorosamente e storicamente documentato. Ma tale rievocazione va ben oltre i 33 anni della sua vita, abbracciando anche i due millenni precedenti e i due successivi al suo magistero sulla Terra. Particolarmente impressionante risulta la precisione, anche temporale, del compimento delle profezie che lo hanno da sempre riguardato. A cominciare dall’annuncio di Colui che avrebbe “schiacciato la testa a Satana” e dal preannuncio della maternità di Maria. Tali profezie erano già riportate nel libro della Genesi (3,15) e del loro compimento parlò l’apostolo Paolo scrivendo ai Romani (Rom. 5,12 - 21). Interessanti sono anche i riferimenti di Socci alla Sacra Sindone: nei 35 anni trascorsi a Torino, ho infatti potuto osservare più volte la sacra reliquia, studiandone approfonditamente la storia. Quel lino ha realmente avvolto il corpo di Cristo per circa 36 ore. E i riscontri con il racconto evangelico di Giovanni (Gv. 20, 1-9) appaiono significativi. Secondo Socci, con piena evidenza Gesù rappresenta l’unico personaggio preannunciato da una miriade di profezie, tutte puntualmente verificatesi. Ed è stato l’uomo che più di tutti ha influenzato la società civile, la cultura e l’arte sino ad oggi. Inoltre, con l’eccezione di Ghandi e pochi altri, Egli è stato l’unico rivoluzionario ‘pacifico’ della Storia. Tanti altri sono passati, ma chi viene ricordato, lo è per delle gesta militari, come nei casi di Alessandro Magno, Giulio Cesare o Napoleone Bonaparte, o per dittature repressive, come quelle di Stalin, Hitler, Mao Tze Tung. Tuttavia, tutti questi ‘apparenti vincitori’ (da Alessandro Magno a Mao Tze Tung) dietro di sé hanno lasciato, alla fine, soprattutto una lunga scia di morti violente per mere finalità di potere repressivo. Il messaggio assolutamente nuovo di Cristo, invece, è stato totalmente opposto ed è ben descritto dall’Apostolo Paolo (Gal. 4, 4-7): “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessero l’adozione a figli. E che voi siate figli, ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito di suo figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio. E, in quanto figlio, sei erede della volontà di Dio”. Quali sono state le conseguenze antropologiche, culturali e morali, di lunghissimo corso, dell’annuncio che “ogni uomo non è più schiavo ma figlio”? Innanzitutto, la cancellazione della schiavitù dove essa era norma. Ad esempio, nella civiltà greca, in cui era legalmente autorizzata e predicata anche dalla maggior parte dei filosofi più illuminati. A Sparta, i bambini più gracili e handicappati venivano uccisi legalmente. A Roma, la schiavitù era legalizzata con potere di vita e di morte. E fino a pochi decenni fa, essa veniva ancora praticata negli Usa e in Sudafrica. Cristo sancì, dunque, il ripudio della schiavitù e il diritto alla libertà: quali e quanti interessi economici ha sovvertito un simile annuncio di uguaglianza tra tutti gli uomini di ogni sesso, razza, censo e religione? Quanto potere ha osteggiato e screditato? Quanti uomini e donne hanno scoperto di essere tali e non ‘bestie’? Come stupirsi se, ancora oggi, molti cristiani inermi vengono perseguitati in diverse parti del mondo? Cristo ha rigettato la violenza e accettato la sua croce. E spirando, ha pregato Dio di non imputare all’umanità il peccato commesso. Il cristiano autentico vive di fede, speranza e carità perché sono queste le ‘armi’ che hanno ridato dignità a miliardi di diseredati, perché per cambiare il mondo non servono ghigliottina, gulag, foibe, carri armati, muri, lager, shoah e leggi razziali. Né, tantomeno, le guerre.