Dario Pettinelli

Esiste, storicamente, un collegamento molto stretto tra l'affermazione di una nuova tecnologia e la comunicazione politica in campagna elettorale. Detta in altri termini, la consacrazione di una nuova tecnologia passa spesso attraverso una concreta dimostrazione di efficacia nell'influenzare i risultati di una competizione elettorale. D'altronde, quale legittimazione più fondante immaginare all'interno della sfera pubblica? Così è stato, per esempio, per la televisione. Nel 1960, in America, il celebre dibattito elettorale Kennedy contro Nixon, in cui il primo si dimostrò assai più abile del "radiofonico" presidente uscente nello sfruttare le potenzialità del linguaggio televisivo, segnò l'inizio dell'era televisiva della comunicazione politica. Nonché della centralità indiscussa del mezzo televisivo, nell'ambito politico e non solo, per gli anni a venire. E Internet? Quali sono i punti di incontro (o di scontro) tra Internet e politica? L'inizio della diffusione capillare di Internet risale a poco più di dieci anni fa. I processi di integrazione delle nuove tecnologie in un sistema mediale complesso non sono, contrariamente alla sensazione che spesso se ne ha, particolarmente rapidi, ed è facile sovrastimare gli impatti a breve termine. Così come una scossa tellurica cambia la geografia di un territorio, anche l'avvento di una nuova tecnologia modifica i precedenti equilibri mediatici e i relativi rapporti di forza. Ma solo con il tempo il contesto mediale ha il modo di conformarsi stabilmente alle avvenute modificazioni. I maggiori esperti in materia quantificano in trent'anni il tempo necessario ad una tecnologia per essere assorbita completamente nel sistema preesistente. Forse però in questo caso, essendo la Rete (con le sue specifiche peculiarità fondanti) il soggetto nuovo in questione, trent'anni potrebbero essere troppi, specialmente tenendo conto della velocità con cui Internet si inserisce all'interno dell'attuale panorama tecnologico, già avanzato e ricettivo. Alcuni indizi, evidenti a tutti, confermerebbero questa ipotesi, e la maturità di Internet come ambiente comunicativo "dominante", pare essere sempre più vicina. Tutti i partiti politici, negli ultimi anni, si sono dotati di un sito web che, in breve tempo, sembra assumere la forma di un vero e proprio luogo di rappresentanza politica permanente, attivo e senza soluzione di continuità, tanto da non poter prescindere dall'adeguarsi al cosiddetto “presente perpetuo” ovvero a quella inevitabile e perenne “contemporaneità” che è il web. Un luogo di rappresentanza permanente che raggiunge, nel rapporto tra gli attori della sfera pubblica, tre obiettivi: cittadini, sistema politico, sistema dei media. Internet, in buona sostanza, serve a costruire un legame più diretto tra sistema politico ed elettorato. Un sito può servire per informare sull'agenda politica, interagire su tematiche e programmi, coordinare le attività politiche, rendere disponibili i materiali propagandistici in forma digitale, con tutti i vantaggi organizzativi intuibili. Attraverso un sito web viene data la possibilità ai cittadini di partecipare, informarsi, interagire attivamente. L'impressione è che questi luoghi, oltre ad essere il prodotto della necessità politica moderna di attivare campagne permanenti, ne siano in parte la risposta, soprattutto alla luce della crisi dei luoghi classici di aggregazione e di formazione politica nel territorio. La rete funziona da strumento di comunicazione ad uso dei soggetti politici. Uno strumento diretto e autonomo rispetto alle logiche dei media, grazie al quale i messaggi politici scavalcano le forme, più o meno invasive, di intermediazione giornalistica. Internet, per sua natura, diventa una sorta di cassa di risonanza orizzontale che diffonde e amplifica, arricchendo di significati il messaggio politico. Questo è uno dei motivi per i quali anche il singolo politico avverte la necessità di un suo sito personale. Non più semplici ed estemporanei "siti vetrina" con scarne biografie e brevi note sui programmi, ma veri e propri luoghi di costruzione dell'immagine di un soggetto politico. In altre parole, uno dei segnali più evidenti del fenomeno di personalizzazione della politica , a cui Internet fornisce nuova forza e nuove potenzialità.L'ambiente comunicativo nel quale si inserisce Internet, ridefinisce i rapporti di forza tra politica e media; la Rete (e a maggior ragione i siti "politici"), diventa sempre più fonte di informazione credibile, alimentando, soprattutto nel periodo elettorale, buona parte del fabbisogno informativo. Il sistema politico italiano, seppur con la lentezza (o l'accortezza, se preferiamo) che lo contraddistingue, ha iniziato da poco ad interessarsi alle dinamiche comunicative proprie delle nuove tecnologie telematiche. L'impressione è che molto ci sia ancora da fare, soprattutto nella velocità di interpretazione delle nuove modalità di comunicazione via web. Pensiamo al fenomeno dei blog, ovvero quelle pagine personali quotidianamente aggiornate e condivise (spesso costruite con quello che potremmo definire “intento giornalistico-editoriale”), che racchiudono in sé due delle caratteristiche distintive e fondanti della comunicazione politica: partecipazione e comunicazione. E' la storia che ci ricorda quanto la Rivoluzione Industriale fu determinante non solo nei processi produttivi ma soprattutto nella genesi delle grandi ideologie, quella social-comunista e quella liberal-capitalista. Certamente la Rivoluzione elettronica non è pienamente compiuta: sta di fatto che sono ancora troppo pochi quelli che hanno intuito il nuovo scenario comunicativo. Chi riuscirà per primo (soprattutto in Italia) ad usare pienamente il nuovo strumento con intelligenza, passione e curiosità, si ritroverà un vantaggio decisivo su chi invece, per diffidenza o incapacità, sceglierà di continuare a fare politica unicamente off - line.




(articolo pubblicato, nella versione italiana, dall'agenzia russa 'Pravda')
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Dario de Judicibus - Roma, Italia - Mail Web Site - giovedi 11 settembre 2008 16.21
L'utilizzo della rete da parte dei politici quale ennesimo canale di comunicazione diretto all'elettorato è destinatoa fallire finché verrà interpretato in modo monodirezionale. La rete è davvero l'unico vero ambiente democratico al mondo e come tale, non essendo soggetto a controllo, non permette di replicare quanto già fatto con i canali televisivi. Chi vive nella rete non è disponibile ad assumere il ruolo di lettore ma è sempre più protagonista attivo in un'ottica web 2.0. I siti dei politici sono anni luce da questo approccio come dimostrano i fallimenti dei vari blog e dei tentativi di sbarcare in Second Life. Il politico che entra nella rete deve essere disposto al confronto diretto in prima persona e non attraverso una redazione più o meno compiacente. Nessuno è disposto a farlo. Hanno troppo da perdere. Alla fine, quando si renderà conto di non poterla davvero utilizzare, la politica proverà a controllare la rete, ma ci sbatterà il naso. I veri protagonisti della politica nel mondo sono i blogger indipendenti, non i politici.


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