Due libri, appena letti, mi hanno colpito, emozionato ed impressionato oltremodo. Parlo de “I tre inverni della paura” di Giampaolo Pansa (Rizzoli ed.) e de “Il Moicano e i fatti di Rovetta” - Una pagina nera della lotta partigiana, di Grazia Spada (Medusa). Leggendoli ho paragonato la storia (dal 1943 al 1946) alla cronaca di oggi. Storia e cronaca combaciano. Nel dopoguerra, subito dopo la caduta del fascismo, ci furono migliaia di uccisioni in tutta Italia. Scopo: conquistare il potere, magari con le armi. Ho l’impressione che la Storia continui a non insegnare nulla. Anche oggi in tanti vogliono sovvertire i responsi elettorali, seppur con armi diverse. Non più armi da fuoco, ma “media” (giornali e TV) per disinformare, delegittimare, offendere. Per non parlare degli sconfinamenti della giustizia.
Casi non politici
Ne citerò solamente due: Enzo Tortora, arrestato il 17 giugno 1983, condannato a dieci anni di carcere a settembre 1985, viene assolto dalla Corte d’Appello di Napoli nel settembre 1986 e torna in televisione il 20 febbraio 1987 con la celebre frase: "Dove eravamo rimasti"? Il 17 giugno 1987, a quattro anni esatti dal suo arresto, Tortora viene assolto anche dalla Corte di Cassazione. Enzo Tortora muore il 18 maggio 1988, stroncato da un tumore molto probabilmente scatenato dallo stress psicologico sofferto per le vicende giudiziarie. Secondo caso non politico: il Tenente dei Carabinieri Carmelo Casale, stretto collaboratore di Borsellino, arrestato nel 2000, è stato assolto il 18 luglio 2008 dalla Corte d’Appello di Palermo. Il Generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo si domanda su “Libero” del 22 luglio 2008: "Chi restituirà a Canale la serenità e la gioia di vivere che gli sono state tolte con l’accusa terribile di concorso esterno in associazione mafiosa"? Non basta. Carmelo Canale era cognato del Maresciallo Maggiore Antonino Lombardo, suicidatosi nel 1995 per una accusa assurda fattagli in televisione.
Casi politici
Famoso il caso di Giulio Andreotti, assolto dopo dieci anni. Eclatante l'inchiesta di 'Mani pulite', che coinvolse solo qualche partito e determinate 'correnti'. Ricordate la borsa con un miliardo portata da Raul Gardini a Botteghe Oscure? Conseguenze: zero. E la sinistra Dc? Tutti innocenti. Perché? Tralascio Silvio Berlusconi, sotto inchiesta da 15 anni: perché solo dal 1994? Da manuale il caso di Clemente Mastella, Ministro della Giustizia. Sappiamo come è finita. Su Ottaviano Del Turco (presidente della Regione Abruzzo), agli arresti ma non ancora processato, quindi tuttora "presunto innocente", occorre attendere. Già nel 1992 fu arrestata l’intera Giunta abruzzese. Poi, ma solo poi, vennero tutti assolti, benché politicamente annientati.
Anche giornali e TV fanno la loro parte
Caso emblematico: la ‘munnezza’ di Napoli. Per mesi giornali e Tg di tutto il mondo sono stati pieni di immagini devastanti. Il 18 luglio ultimo scorso, il Premier annuncia l’avvio della soluzione del problema: "Napoli è pulita". Ci si aspettava un riscontro sui giornali di sabato 19 luglio. Vediamo. Prima pagina de 'l’Unità': Silvio Berlusconi dice "A Napoli e in Campania non ci sono più rifiuti nelle strade". Nella foto, cumuli di rifiuti spariti a Napoli, ma non su 'l’Unità'. Prima pagina de “il Manifesto”: ‘O miracolo. E 'munnezza' a iosa, su 'il Manifesto' naturalmente, non a Napoli. Si dirà: "Va bene: sono giornali di parte". E la verità? Un optional. Leggiamo qualche giornale 'indipendente'. Prima pagina, anzi prime dieci pagine di 'la Repubblica', 'la Stampa' e 'il Messaggero': sulla 'munnezza' a Napoli nulla di nulla. Poi, qualche riga, ma solo oltre pagina 10. Questi ed altri giornali si definiscono 'indipendenti': da chi o da cosa? Semplicemente dalla verità… Ma perché in Italia accade tutto questo? Semplice: per sovvertire il responso democratico delle elezioni malgrado le promesse dispensate in campagna elettorale da Walter Veltroni.
Post scriptum: a proposito di dialogo e di verità storica
Leggo sui giornali del 23 luglio (e riprendo da 'Libero', pag. 14): "L’Associazione Partigiani fa annullare la presentazione del libro di Pansa". Si tratta del sopra citato "I tre inverni della paura" (ndr). "Sabato e domenica prossimi, Pansa doveva presentare il libro in due località dell’Appennino modenese. Ma uno dopo l’altro i comuni interessati (Sestora, Montefiorino, Guiglia, Piandelagotti, Zocca) hanno preferito lasciar perdere. Motivo? Il solito . . .". Alla faccia del dialogo, della libertà di espressione e della verità della Storia.