Il 22 novembre scorso ha segnato il ritorno di Tommaso Talarico, cantautore calabrese di stanza a Firenze, con il suo nuovo album: 'Canzoni d’amore per un Paese in guerra'. Un progetto che si configura come un profondo viaggio musicale e tematico, radicato nelle inquietudini del nostro tempo. Edito da RadiciMusic Records, il disco si presenta come un 'concept album' capace di intrecciare storie personali e riflessioni globali attraverso una lente intima e, al contempo, universale. Il cuore del disco è un’esplorazione dei temi della guerra, della migrazione e della perdita di valori che contraddistinguono la società contemporanea. Talarico trasforma le sue esperienze personali in narrazioni universali, portando l’ascoltatore lungo un viaggio che spazia dalla fragilità dell’essere umano alla forza del ricordo e dell’empatia. “Ho cercato un punto di contatto tra la mia interiorità e il mondo che ci circonda”, spiega l’artista. Questo incontro si traduce in un sound maturo e coeso, che mescola un’elettronica evocativa con chitarre incisive, richiamando le atmosfere dei primi Radiohead. Registrato in presa diretta, con il supporto di una band affiatata e arricchito da interventi in post-produzione, l’album offre un’esperienza sonora stratificata. La produzione artistica, curata dallo stesso Talarico e da Gianfilippo Boni, è supportata dal tocco esperto di Fabrizio Simoncioni e dal basso di Lorenzo Forti, le chitarre di Matteo Urro e la batteria di Fabrizio Morganti. Ogni traccia del disco è un tassello di un mosaico emotivo e intellettuale. L’apertura, intitolata 'Previsioni del tempo', mescola riferimenti storici e sonorità contemporanee. L’eco di antichi conflitti emerge accanto alle note dissonanti dell’Inno alla Gioia, creando un panorama sonoro che trasporta l’ascoltatore tra le macerie di ideologie passate e il vuoto minaccioso del presente. La traccia 'È mia figlia' rappresenta il punto più empatico dell’album. Nata dall’immagine struggente di un padre in fuga con la figlia sulle spalle, la canzone invita a una riflessione profonda su cosa significhi essere migranti. Le emozioni personali di Talarico si fondono con il dramma collettivo, trasformando una storia individuale in una poesia condivisa. Tra i singoli già noti, 'Il giorno prima di partire' si distingue per la delicatezza nel raccontare la nostalgia del distacco, mentre 'Respira' rompe con un’energia quasi punk, denunciando la frenesia e l’alienazione del mondo moderno. Quest’ultimp brano è un invito a fermarsi e a ritrovare un senso di autenticità. L’album, nel complesso, esplora dimensioni storiche e culturali. In 'Majorana', l'artista si lascia ispirare dalla figura enigmatica del fisico Ettore Majorana, al fine di indagare le implicazioni etiche della scienza, intrecciando passato e presente in un brano che riflette sulle responsabilità umane. 'Ghina', invece, riporta l’ascoltatore agli orrori della guerra attraverso il ricordo di una bambina libanese conosciuta dall’autore durante l’infanzia. Qui, l’intimità del vissuto si fonde con una dedica ai più fragili: i bambini vittime dei conflitti. L’album si chiude con 'La tregua': un brano che immagina un incontro d’amore in un momento di sospensione della guerra. Con una melodia che si libra come un sogno, Talarico ci regala un finale poetico, quasi cinematografico, che invita a sperare anche nei contesti più drammatici. Il titolo dell’intero album, 'Canzoni d’amore per un Paese in guerra', racchiude un’ossimora combinazione di dolcezza e dolore, che rispecchia l’intera poetica di Talarico. Nato in Calabria, ma ormai radicato in Toscana, il cantautore continua a mantenere un legame indissolubile con le sue origini, facendole vibrare in ogni nota. “La mia musica nasce da una nostalgia che non è solo personale, ma collettiva”, ci dice con convinzione. Insomma, con questo suo secondo disco di inediti, Talarico conferma la sua capacità di mescolare introspezione e denuncia sociale, in un equilibrio che parla tanto al cuore quanto alla mente. Un lavoro che invita non solo ad ascoltare, ma anche a riflettere e, forse, a cambiare prospettiva.
Testi e musiche: Tommaso Talarico
Produzione artistica e arrangiamenti: Gianfilippo Boni e Tommaso Talarico
Registrato al DPoT Recording Arts di Prato da Fabrizio Simoncioni
Editing e premixaggio: Fabrizio Morganti
Mixato al Paso Doble Studio di Bagno a Ripoli (Fi) da Gianfilippo Boni
Masterizzato da Giovanni Versari presso lo studio 'La Maestà' di Tredozio (Fc)
Fabrizio Morganti suona Turkish Cymbals e Ds Drums
RadiciMusic Records www.radicimusicrecords.it
Link spotify: https://open.spotify.com/album/6SwbjyZKSd7fmqJXQBfhUI?si=S_-Ke3C_ROyVWakDaC6FSg