Giovanna AlbiAntonio De Cristofaro è un autore originario di Bellona, in provincia di Caserta, laureatosi presso l’Istituto Orientale di Napoli in Lingue e Letterature Straniere Moderne, indirizzo europeo, specializzato in lingua inglese e francese. Dopo la laurea, si è trasferito a Milano, dove ha iniziato a insegnare lingua e letteratura inglese e francese. Alla scrittura è arrivato piuttosto tardi, anche se già con il suo primo racconto, 'Vite spezzate: il sogno e la memoria' del 2007, ottenne un primo riconoscimento piazzandosi terzo al Concorso letterario internazionale 'Città di Savona'. All’inizio del 2014 pubblica il suo primo romanzo: 'Giada'. Questo lavoro si classificò sesto al concorso letterario internazionale 'Pegasus - Città di Cattolica' e venne premiato alla rassegna letteraria internazionale 'Montefiore' con il premio speciale: 'Il porticciolo'. Sempre con il romanzo 'Giada' è stato insignito della targa 'Paris' al premio letterario 'World Literary Prize'. Nel gennaio del 2016 pubblica il suo secondo romanzo, dal titolo 'L’inganno', per la Silele Edizioni. E nel marzo del 2017 esce nelle librerie con il romanzo 'Il perdente', per la casa editrice Letteratura Alternativa Edizioni, premiato nella categoria inediti alla prima edizione del premio letterario 'Milano International'. Nell’agosto del 2019 pubblica il suo primo romanzo storico: 'Lucrezia Borgia duchessa di Ferrara', sempre con Letteratura Alternativa Edizioni. Si tratta di un’opera di grande spessore, in cui quest’autore cominciò a segnalarsi per le proprie accurate ricerche storiografiche, tanto da risultare premiato al concorso letterario 'Michelangelo Buonarroti 2019', indetto dall’associazione 'Arte per Amore', classificandosi al primo posto tra i romanzi a tema storico. La sua terzultima opera, 'Cesare: l’uomo che cambiò Roma', è stata pubblicata il 15 ottobre 2020 dalla casa editrice Santelli. Con questo testo, l’autore ha partecipato al concorso letterario internazionale Città di Cattolica - 'Pegasus Literary Awards 2020', XIII edizione, vincendo il Premio speciale della giuria 'Emotion'. Il suo penultimo libro era una raccolta di racconti brevi dal tenore autobiografico, intitolato 'Diario intimo di un giovane sognatore', pubblicato nel novembre del 2022 a cura della casa editrice Aurea Nox. E sempre con la Aurea Nox, il bravissimo Antonio De Cristofaro ha ripubblicato il suo libro dedicato a Lucrezia Borgia, rivedendo, ampliando e inserendo le due ultime lettere autografe della protagonista nell’opera: 'Lucrezia, la doppia vita di una Borgia'. Il volume ha ricevuto il 'Diploma d’Onore' alla settima edizione del Premio letterario 'Milano International' e la 'Menzione speciale' al primo premio letterario 'Ipazia 2024', indetto dall’associazione Ipazia di Visciano, in provincia di Napoli. In quest'ultimo periodo, De Cristofaro è tornato a interessarsi alla vicenda del sommergibile tedesco U-Boat 47, che sotto la guida del comandante Günther Prien penetrò nella base navale britannica di Scapa Flow, situata nelle isole Orcadi, ritenuta inaccessibile, affondando la corazzata 'Royal Oak', nonché danneggiando un’altra nave alla fonda nella base. Dopo la clamorosa azione, il sommergibile tedesco riuscì a sfuggire alla caccia dei cacciatorpedinieri nemici e fece ritorno fortunosamente in Patria. Al suo rientro, il Führer volle incontrare a tutti i costi il comandante del sommergibile tedesco e il suo equipaggio, per congratularsi e appuntare di persona la 'Croce di ferro' sul petto dei valorosi marinai. L’azione temeraria era stata pianificata dal comandante della flottiglia subacquea tedesca, Karl Dönitz, all’inizio della seconda guerra mondiale, nel mese di ottobre del 1939. Ma col pretesto della narrazione di quest’azione di guerra, l’autore fornisce una propria ricostruzione storico-psicologica dei principali personaggi che ebbero un ruolo preminente sulla scena politica europea e sulle cause primigenie che portarono allo scoppio della seconda guerra mondiale. Un lavoro che si situa esattamente a metà tra la Storia romanzata e il saggio storico vero e proprio, con notizie inedite di cui abbiamo chiesto qualche anticipazione.

Antonio De Cristofaro, ci parla del suo ultimo libro? Quando lo ha scritto?
“Si tratta un episodio avvenuto all’inizio della seconda guerra mondiale, relativo alla lotta che si combatté sui mari tra la marina tedesca e quella britannica. Veramente, avevo iniziato a scriverlo quattro o cinque anni fa, ma dovrei fare una ricerca tra i miei primi appunti”.

Come si è documentato?
“Mi sono documentato leggendo tutto quel che riguardava l’episodio in questione, sia ciò che era stato già pubblicato in Italia, sia all’estero, in genere in inglese, per un pubblico britannico, oppure statunitense. E’ un’opera che mi è costata molto lavoro, tanto tempo e un impegno costante per tutto il periodo della sua impostazione. Potrei dire che si tratta di un lavoro al quale ho dedicato maggiormente le mie energie e mia la capacità di autore”.

Come è nato questo suo interesse per questo genere di romanzo e verso quale 'target' di lettori è indirizzato?
“Il mio interesse per il romanzo storico? E’ presto detto: io sono un grande appassionato di Storia. In particolare, mi ha sempre affascinato la Storia di Roma, dalla Repubblica all’Impero e, naturalmente, dei tanti personaggi che hanno lasciato un segno. Inoltre, con il passare del tempo, mi sono avvicinato alle vicende della seconda guerra mondiale. Potrei dire di essere un vero cultore di tutto ciò che ha riguardato l’evolversi della Storia, dall’inizio alla fine. E questa mia propensione mi ha condotto alla scelta di scrivere un libro riguardante un episodio specifico, avvenuto all’inizio della seconda guerra mondiale. Il libro, ovviamente, si rivolge principalmente agli appassionati di Storia, specialmente quelli che sono interessati a capire come mai si arrivò allo scoppio della seconda guerra mondiale ad appena vent’anni dalla fine della prima, con tutti gli orrori che ne erano derivati in Europa e nel mondo”.

Lei pensa che questo genere letterario possa interessare le nuove generazioni? E se sì, come si può adeguare il proprio stile con la comprensione di testi così documentati?
“Io spero caldamente di sì. Capisco benissimo che stimo parlando di un genere non molto amato dai giovani. Tuttavia, io credo fermamente che si sbaglino: a mio parere, bisogna studiare la nostra Storia per capire e interpretare meglio il presente. Io uso un linguaggio colloquiale, semplice, non aulico, alla portata di tutti. Non faccio nemmeno riferimento esplicito ai documenti che ho consultato, altrimenti ogni mio libro diventerebbe un saggio e non un romanzo storico. Naturalmente, mi attengo ai fatti avvenuti con un ‘taglio’ romanzato, proprio per non rendere troppo pesante e noiosa la lettura”.

Perché è così impegnativo arrivare alle nuove generazioni?
“Credo che sia impegnativo oggi, come lo era nel passato: arrivare a toccare le corde e la sensibilità sia di un pubblico formato da giovani, sia da adulti non mi stata una cosa semplice. Io scrivo per soddisfare, per prima cosa, la mia sete di conoscenza, documentandomi senza pensare alla ricaduta sui lettori. Certamente, quando un mio libro viene pubblicato, io auspico che venga letto dal maggior numero possibile di persone. Ma se si tratta di un romanzo storico, vorrei fermamente che il mio lavoro interessasse soprattutto un pubblico di giovani: sono loro, il mio vero obiettivo. Raggiungendoli, posso sperare che la guerra, un giorno, possa essere bandita dalle vicende dell’umanità. Sono consapevole che questo sentimento è solo una ‘chimera’: sembra sia innata, nell’essere umano, questa insana manìa di combattersi e uccidersi gli uni con gli altri. È triste doverlo ammettere, però è cosi. E la cosa mi fa letteralmente ribrezzo, anche alla luce di ciò che sta accadendo in Europa e nel mondo in questo preciso momento. Sto vivendo molto male questa situazione in cui io, come individuo, posso fare poco o nulla per fermare i massacri che stanno scuotendo le coscienze di tanti”.





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