
Abbiamo
'ripescato' il
rapporto dell’Universities Network for children in armed conflict (Unetchac), dal titolo
'Children Affected by Armed Conflict: a comprehensive qualitative and quantitative analysis in selected countries in Africa, Asia, Europe, and South America' (Gambini Editore, 2024), presentato di recente presso la
sala stampa della
Camera dei deputati, a
Palazzo Montecitorio e realizzato con il supporto del
ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale nell’ambito della
Agenda Women Peace and Security (Risoluzione n. 1325 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu). Ebbene, nel corso del
2023 sono state
32.990 le gravi violazioni commessi nei confronti dei
minori in situazioni di conflitto armato. Un
dato allarmante, che andrebbe analizzato più attentamente dai
media. I quali, a quanto pare, preferiscono
guardare altrove. L’appuntamento romano ha visto la partecipazione dell’onorevole
Raffaeli Nevi (Forza Italia), il quale ha ricordato
l’impegno dell’Italia nel promuovere la
protezione dei minori nelle zone di conflitto armato.
“L’Italia”, ha detto il parlamentare,
“lavora costantemente per la protezione dei minori nei conflitti armati, sia in ambito Onu, sia nel contesto dell’Unione europea. Questo delicato tema è fra le priorità del quarto Piano d’Azione nazionale per la realizzazione dell’Agenda delle Nazioni Unite su ‘Donne, pace e sicurezza’. In un contesto internazionale caratterizzato da sempre più frequenti conflitti armati, la tutela dei minori, in particolare di bambine e ragazze nelle zone di conflitto, ha assunto un’importanza fondamentale”, ha aggiunto
Luca Fratini, coordinatore
dell’Agenda 'Donne, pace e sicurezza' presso la
Farnesina. Secondo
Laura Guercio, segretaria generale del network,
“l’approccio olistico dello studio del network, combinando una analisi quantitativa e qualitativa, permette di meglio comprendere le cause della violenza contro i minori e, conseguentemente, di considerare le necessarie politiche da adottare”. Paolina Massidda, avvocata e direttrice
dell’Ufficio di rappresentanza legale delle vittime presso la
Corte penale internazionale, ha sottolineato
“l’importanza di riconoscere il ruolo fondamentale dei minori come agenti attivi del cambiamento, sia nei processi di accertamento delle responsabilità per le violazione , sia nei processi di costruzione di pace”. L’evento ha altresì visto la partecipazione di accademici e avvocati internazionali.