L'ascesa di
Kamala Harris ha letteralmente
scompaginato la campagna elettorale di
Donald Trump. L’occasione, per gli americani, oggi è diventata
storica: eleggere alla Casa Bianca la
prima donna presidente degli Stati Uniti. Una
'colored', oltretutto. Un
sogno prim’ancora che un
merito: dimostrare che gli
Usa sono ancora la
democrazia più avanzata del mondo, pur tra grandissimi pregi e difetti. In più, è sorto un nuovo problema per
Donald Trump: i suoi alleati
suprematisti non digeriscono la
moglie indiana – e induista - del nuovo candidato alla vicepresidenza,
James David Vance. A riprova del fatto che allearsi con il
Ku Klux Klan, ai repubblicani non conviene affatto. Un arroccamento molto somigliante a una tattica
'contropiedista', che tuttavia non sempre funziona in politica: può portare qualche
sorpresa, ogni tanto. Ma quando si arretra su posizioni di
retroguardia, condite da un coacervo di
tesi cospirazioniste e
razziste, si diventa facilmente prigionieri di una
gabbia ideologica: altro che
“marxismo di Kamala Harris”. Le accuse di
Donald Trump contro la sua avversaria ormai svariano
dall’antisemitismo, smentito dal fatto che la
Harris è sposata con un
avvocato ebreo, Douglas Emhof, alle tendenze socioeconomiche
“marxiste” del
padre. Accuse completamente
campate per aria: la linea di politica economica dei
democratici americani è il tradizionalissimo
'post keynesismo', che concede un
ruolo allo Stato senza tuttavia invadere il territorio
dell’imprenditoria privata. La quale, al contrario, viene stimolata a
nuovi investimenti e alla creazione di un
ceto medio in grado di sostenere stabilmente i
consumi. Una visione macroeconomica
meno rozza del
'keynesismo roosveltiano' degli
anni ‘30 del secolo scorso, che puntava tutto sulla
leva fiscale, ma
vivaddio più liberale verso la
piccola e media impresa, poiché favorisce la nascita di
nuove figure professionali, anziché generare
precariato. Confondere il torinese
Piero Sraffa con il
post marxismo del bergamasco
Luigi Pasinetti non è una
'cantonata' di poco conto. Significa non sapere nulla,
non conoscere nulla. A riprova di un
mondo politico moderato che si ritrova, improvvisamente,
senza alcun modello di società. Può solo dire
“No” a tutto, senza riuscire a inventarsi niente che non sia
'contra legem'. Una deriva verso
l’appropriazione indebita o
l’accaparramento delle risorse altrui, in un’epoca in cui non ci sono più le
colonie da
depredare. Il mondo
conservatore è quello realmente
in crisi: può solamente ricorrere
all’illusionismo monetarista, che prima o poi è destinato a
'saltare per aria', come già capitato nel
2008-2009. Anche le accuse verso la moglie di
J. D. Vance sono frutto di un
delirio totale: la 38enne
Usha Vance rappresenta la
società attuale ed è
un'americana di seconda generazione, affermatasi come avvocata di grido. Non è con il
purismo razziale o la semplice
rimozione della realtà che si combattono i
progressisti. Il
'buffone' di turno, ovvero
Donald Trump, ha dai seri problemi con
l’elettorato femminile. E le rigide posizioni di
Vance in merito
all'aborto rischiano di complicare ancor di più le cose. Il candidato alla vicepresidenza si oppone duramente alle
interruzioni di gravidanza e, in passato, ha dichiarato di essere contrario addirittura al
divorzio, arrivando a definire
“egoiste” le donne che lasciano
“i mariti violenti". Persino qui da noi risulterebbe
preso in contropiede dai continui
'femminicidi' che si susseguono
uno ogni tre giorni, quando va bene.
Ma da dove proviene ‘sta gente? Da un
delirio narcisista di
onnipotenza determinato dal
danaro? E quando i soldi finiscono,
che si fa? Cosa ci si inventa? Di
padri che lasciano interi patrimoni a dei
figli un po’ scapestrati, come appunto
Donald Trump, non ce ne sono più tanti. E quelli che ci sono, rischiano di lasciare
solamente debiti. Erano esattamente questi i presupposti di partenza che indussero
Piero Sraffa a elaborare la sua
teoria dell’andamento ciclico dell’economia. Tagliando la strada proprio al
neo-marxismo di Pasinetti. Ma perché dobbiamo farci governare da gente che
non sa niente, che
non legge un 'tubo', che non segue
alcuna diatriba? E’ la stessa cosa capitata durante la
campagna vaccinale: le obiezioni ai
vaccini anti-Covid provenivano da gente che non era al corrente di come si fanno, oggi, le
sperimentazioni. Avete la
rete internet ‘sotto al naso’ e la sapete usare solamente per
mandarvi a quel paese: aveva ragione
Umberto Eco. E vi lasciate guidare solamente dai vostri
pregiudizi, perché quando c’è qualcuno che
sperimenta qualcosa, una qualsiasi cosa, viene giudicato come un
mezzo matto. Tutto un mondo che si pone alla
finestra e
giudica gli altri senza
fare mai nulla, rimanendo con le
'mani in mano'. Noi non diciamo che si debba avere una
fede ingenua nei confronti del
progresso, anzi: il progresso, in genere,
'chiude una porta e apre un portone'. Ma non riuscire a comprendere che il ribaltamento della sentenza
'Roe contro Wade' da parte della
Corte Suprema americana sia stato, in realtà, un
regalo fatto ai
democratici, che adesso possono dare un nuovo
'taglio rosa' alle presidenziali del
5 novembre, non dovrebbe essere considerata come una
svolta inattesa. Sono bastati due secondi e mezzo, signori:
due secondi e mezzo di speranza.
Direttore responsabile di www.laici.it