Vittorio LussanaL'ascesa di Kamala Harris ha letteralmente scompaginato la campagna elettorale di Donald Trump. L’occasione, per gli americani, oggi è diventata storica: eleggere alla Casa Bianca la prima donna presidente degli Stati Uniti. Una 'colored', oltretutto. Un sogno prim’ancora che un merito: dimostrare che gli Usa sono ancora la democrazia più avanzata del mondo, pur tra grandissimi pregi e difetti. In più, è sorto un nuovo problema per Donald Trump: i suoi alleati suprematisti non digeriscono la moglie indiana – e induista - del nuovo candidato alla vicepresidenza, James David Vance. A riprova del fatto che allearsi con il Ku Klux Klan, ai repubblicani non conviene affatto. Un arroccamento molto somigliante a una tattica 'contropiedista', che tuttavia non sempre funziona in politica: può portare qualche sorpresa, ogni tanto. Ma quando si arretra su posizioni di retroguardia, condite da un coacervo di tesi cospirazioniste e razziste, si diventa facilmente prigionieri di una gabbia ideologica: altro che “marxismo di Kamala Harris”. Le accuse di Donald Trump contro la sua avversaria ormai svariano dall’antisemitismo, smentito dal fatto che la Harris è sposata con un avvocato ebreo, Douglas Emhof, alle tendenze socioeconomiche “marxiste” del padre. Accuse completamente campate per aria: la linea di politica economica dei democratici americani è il tradizionalissimo 'post keynesismo', che concede un ruolo allo Stato senza tuttavia invadere il territorio dell’imprenditoria privata. La quale, al contrario, viene stimolata a nuovi investimenti e alla creazione di un ceto medio in grado di sostenere stabilmente i consumi. Una visione macroeconomica meno rozza del 'keynesismo roosveltiano' degli anni ‘30 del secolo scorso, che puntava tutto sulla leva fiscale, ma vivaddio più liberale verso la piccola e media impresa, poiché favorisce la nascita di nuove figure professionali, anziché generare precariato. Confondere il torinese Piero Sraffa con il post marxismo del bergamasco Luigi Pasinetti non è una 'cantonata' di poco conto. Significa non sapere nulla, non conoscere nulla. A riprova di un mondo politico moderato che si ritrova, improvvisamente, senza alcun modello di società. Può solo dire “No” a tutto, senza riuscire a inventarsi niente che non sia 'contra legem'. Una deriva verso l’appropriazione indebita o l’accaparramento delle risorse altrui, in un’epoca in cui non ci sono più le colonie da depredare. Il mondo conservatore è quello realmente in crisi: può solamente ricorrere all’illusionismo monetarista, che prima o poi è destinato a 'saltare per aria', come già capitato nel 2008-2009. Anche le accuse verso la moglie di J. D. Vance sono frutto di un delirio totale: la 38enne Usha Vance rappresenta la società attuale ed è un'americana di seconda generazione, affermatasi come avvocata di grido. Non è con il purismo razziale o la semplice rimozione della realtà che si combattono i progressisti. Il 'buffone' di turno, ovvero Donald Trump, ha dai seri problemi con l’elettorato femminile. E le rigide posizioni di Vance in merito all'aborto rischiano di complicare ancor di più le cose. Il candidato alla vicepresidenza si oppone duramente alle interruzioni di gravidanza e, in passato, ha dichiarato di essere contrario addirittura al divorzio, arrivando a definire “egoiste” le donne che lasciano “i mariti violenti". Persino qui da noi risulterebbe preso in contropiede dai continui 'femminicidi' che si susseguono uno ogni tre giorni, quando va bene. Ma da dove proviene ‘sta gente? Da un delirio narcisista di onnipotenza determinato dal danaro? E quando i soldi finiscono, che si fa? Cosa ci si inventa? Di padri che lasciano interi patrimoni a dei figli un po’ scapestrati, come appunto Donald Trump, non ce ne sono più tanti. E quelli che ci sono, rischiano di lasciare solamente debiti. Erano esattamente questi i presupposti di partenza che indussero Piero Sraffa a elaborare la sua teoria dell’andamento ciclico dell’economia. Tagliando la strada proprio al neo-marxismo di Pasinetti. Ma perché dobbiamo farci governare da gente che non sa niente, che non legge un 'tubo', che non segue alcuna diatriba? E’ la stessa cosa capitata durante la campagna vaccinale: le obiezioni ai vaccini anti-Covid provenivano da gente che non era al corrente di come si fanno, oggi, le sperimentazioni. Avete la rete internet ‘sotto al naso’ e la sapete usare solamente per mandarvi a quel paese: aveva ragione Umberto Eco. E vi lasciate guidare solamente dai vostri pregiudizi, perché quando c’è qualcuno che sperimenta qualcosa, una qualsiasi cosa, viene giudicato come un mezzo matto. Tutto un mondo che si pone alla finestra e giudica gli altri senza fare mai nulla, rimanendo con le 'mani in mano'. Noi non diciamo che si debba avere una fede ingenua nei confronti del progresso, anzi: il progresso, in genere, 'chiude una porta e apre un portone'. Ma non riuscire a comprendere che il ribaltamento della sentenza 'Roe contro Wade' da parte della Corte Suprema americana sia stato, in realtà, un regalo fatto ai democratici, che adesso possono dare un nuovo 'taglio rosa' alle presidenziali del 5 novembre, non dovrebbe essere considerata come una svolta inattesa. Sono bastati due secondi e mezzo, signori: due secondi e mezzo di speranza.




Direttore responsabile di www.laici.it
Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio