Ennio Trinelli
Ed è proprio così, come dice la presidente del Consiglio: stanno facendo la Storia. Solo che non si capisce quale Storia: la storia d’Italia, la storia della comicità, la storia delle famiglie tradizionali degli altri o la solita storia? La domanda non trova una risposta. Nel frattempo, si capisce a cosa serve quest’ultimo 'gran casino' dell’ottima classe dirigente voluta dalla leader Meloni: a nascondere il nulla. Ma il nulla c’è, anche se non sempre si vede. E dovrebbe saperlo, chi ha dato a una manifestazione politica il nome di Atreju: uno che il nulla lo conosceva bene. Perché il nulla c’è ed è costituito da molte cose: dalle promesse mancate, per esempio; da una premier che promette, in campagna elettorale, cose che sa di non poter fare e viene votata dal 30% del 64% che è andato al voto; da un primo ministro che continua a non mantenere nulla di ciò che dice e che continua a essere votata dal quel 30% (e fa bene a non mantenere nulla, se poi ha questo risultato...). Volendo, si può anche 'sproloquiare' sulle leggi per impedire alla stampa di dire le cose come stanno, parlando di rispetto della vita privata; o dell’irrigidire le norme sulla libertà di manifestare, parlando di rispetto dei diritti di tutti. Si può persino dire che si è un governo di quasi granitica onnipotenza, per poi scoprire che, dietro la presidente del Consiglio, c’è il nulla. Quello vero, sempre lui: quello che Atreju combatteva; e c’è il parlare di unità della sacra e intoccabile famiglia tradizionale, baluardo delle destra che di famiglie ne ha sempre più di una e, quando ne ha una sola, non è un’unione civile. Si chiama coerenza e fa parte del nulla, sempre lui. Quello del "fate quel che dico, ma non quello che faccio". Quello della facilità con cui si fanno 'sloggiare' dai loro alloggi le famiglie in difficoltà che non riescono a pagare l’affitto, rendendo più facili gli sfratti, mentre Casapound continua a stare dove sta, nel suo 'casermone' romano all’Esquilino – non che le sinistre 'varie', al governo o al Campidoglio, si siano 'scannate' per risolvere la questione, anzi: hanno fatto esattamente quello che hanno fatto gli altri, con solo un po’ di scenografia in più. Poi, c’è persino altro: si parla di giustizia e di specchiata onestà e si hanno ministre e sottosegretari indagati di qua e di là per tutto l’esecutivo. Mica che si speri che lo sia anche Sangiuliano, ché ci vuole rispetto per tanta familista disperazione in diretta televisiva pagata con il canone degli italiani. Né, si spera, che siano colpevoli anche quelli, benché si sia sempre dentro la narrazione del nulla e ci vorrebbe anche il coraggio di dire "basta" con queste storie: chi ha un problema con lo Stato non può servire lo Stato. E ci sarebbe tanto altro da dire, ma è sempre la storia della famiglia tradizionale di 'facciata', che tutti devono rispettare e dentro la quale tutte e tutti devono stare, salvo poi fare il 'cavolo' che gli pare, tra lacrime pubbliche e pubblici pentimenti che servano, possibilmente, a salvare 'capra e cavoli', leggasi poltrone e sofà nel senso del potere. Con tanti saluti alla granitica coerenza. Del resto, non vorrete davvero che ci soffermiamo su cose da nulla, come gli oltre 3mila miliardi di debito pubblico, vero?





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