Che una delle possibilità di avere salva la vita in
Russia, godendo dei privilegi che lo
Zar attribuisce ai
fedelissimi, sia quella di essere più
'falco' degli altri, è ormai chiaro. In questo,
Medvedev è un esempio da manuale, come racconta la sua rancorosissima uscita dopo l’arresto di
Pavel Durov: “Durov voleva essere uomo di mondo, che può vivere senza la Russia. Ha sbagliato i calcoli”. Un po' dire:
“Uno di meno. E, per una volta, non abbiamo dovuto pensarci noi". Così mentre altri
'falchi' abbiano
'cavalcato' l’arresto dell’imprenditore franco-russo con battute a effetto, come quella di
Elon Musk (“Il prossimo sarò io”), la sensazione che prende corpo è che
Pavel Durov si sia
consegnato ai francesi perché, comunque la si veda, consegnarsi a
Macron è molto meglio di consegnarsi a
Putin. Oltre che, per altri possibili motivi legati alla sua
storia imprenditoriale, dei quali poco è dato conoscere.
Durov è un
nemico di Putin: i due
non si amano per niente. E c’è da prendere in considerazione il fatto che
900 milioni di russi utilizzino
Telegram perché, presumibilmente, in maggioranza non sono
sostenitori di Putin, con il quale
Durov ha avuto problemi fin da quando,
all’università, ha fondato insieme al fratello
Nicolai, il
Facebook russo, ovvero
VKontakte, crogiuolo di
deliri neoputiniani, omofobi, razzisti e
nazionalisti, rifiutando di adeguarsi alle richieste di
violazione della privacy degli utenti provenienti proprio da
Vladimir Putin. E non stupisce nemmeno che
Medvedev si procuri
orgasmi, parlandone come ne parla. Il
'giallo' ha appena cominciato a svilupparsi, come un intrigante
copione cinematografico.
Durov vive a
Dubai; ha un patrimonio stimato in
15 miliardi di dollari; sapeva di essere ricercato in
Francia. Nonostante ciò, è atterrato con il suo
jet privato proprio a
Parigi. Per dipanare
un’intricata matassa? Il
social si è fatto sentire con un
post su X: “Telegram rispetta le leggi dell’Ue, incluso il Digital Services Act: la sua attività di moderazione è conforme agli standard del settore e in continuo miglioramento.️ Il Ceo di Telegram, Pavel Durov, non ha nulla da nascondere e viaggia spesso in Europa. È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell’abuso di tale piattaforma. Quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo utilizza Telegram come mezzo di comunicazione e come fonte di informazioni vitali. Stiamo aspettando una rapida risoluzione di questa situazione”. E se fosse proprio quella, la
matassa da sbrogliare?