La scorsa settimana si è tenuta a
Leffe, in provincia di
Bergamo, la tradizionale settimana di festeggiamenti dedicati a
San Rocco, protettore dei
venditori ambulanti e patrono del popoloso
comune prealpino. Un intero
'settenario' di festa, dunque, culminato con il fantasmagorico
spettacolo pirotecnico: uno dei più artistici ed emozionanti
d’Europa. Lo scorso
16 agosto, infatti, alle ore
21.45, sono cominciati i famosi
fuochi d’artifico leffesi, seguitissimi ogni anno da affezionati provenienti da tutta la
Lombardia, che negli ultimi anni ha visto anche la presenza di
turisti provenienti da altre parti
d’Italia e, persino,
d’Europa. Tra le bancarelle di quest’anno, infatti, c'erano molti
turisti spagnoli in vacanza lungo le sponde del vicino
lago d’Iseo, incuriositi da alcune
'voci' che paragonavano lo spettacolo pirotecnico di
Leffe alle complesse elaborazioni, particolarmente emozionanti, della
pirotecnia iberica, da sempre tra le più
'scatenate' in
Europa. A dir il vero, la particolare varietà e rumorosità dello
spettacolo leffese già possedeva una sua
storica notorietà locale, la quale ha dato vita a un
modo di dire dei
bergamaschi, solitamente rivolto ai bambini particolarmente rumorosi:
“State facendo i ‘botti’ come a San Rocco”. Oppure:
“Non siamo alla festa di San Rocco”. Sia come sia, lo
spettacolo pirotecnico di quest’anno era atteso per le
21.30, ma in realtà è cominciato alle
21.45, con la luce di una
Luna piena che ha fatto
capolino sopra ai colli di
San Fermo e di
San Rocco, rendendo il tutto ancora più
suggestivo. L’attesa, tuttavia, è stata allietata dai tanti giovanissimi tifosi
dell’Atalanta, particolarmente spiritosi ed esaltati, quest’anno, per la bella vittoria della squadra bergamasca nella
Uefa Europa League 2024. La serata di festeggiamenti è poi proseguita con un
ballo in piazza collettivo e l’esibizione del
dj Mauri, al secolo
Maurizio Mosconi, che ha presentato le sue originali sonorità
afro-brasiliane per far ballare, tutti assieme,
3 generazioni di bergamaschi: gli unici
campioni d’Europa ormai rimasti in
Italia (ci tenevamo a sottolinearlo...).