Talvolta, la
televisione 'generalista' ci dà una bella lezione di
umiltà, al fine di invitarci a non denigrare a priori i messaggi veicolati dai suoi prodotti. Ci riferiamo in particolare alle
fiction turche, trasmesse da un paio d’anni a questa parte. A esse dobbiamo l’opportunità di averci introdotto in una
realtà culturale estremamente interessante: quella della
Turchia negli
anni ‘20 del
secolo XXI. Si tratta di un contesto estremamente interessante, in cui
antico e
moderno si incontrano e coesistono in armonia. Il fascino della
cultura orientale, dai
raffinati costumi e
dalle tradizioni millenarie e il retroterra pastorale delle
comunità rurali si intrecciano con la
folgorante modernità di
Istanbul, che traspare dalla sua architettura imponente e tecnologicamente all’avanguardia, svettante all’interno di una
baia naturale di estrema bellezza e circondata da un reticolato di
strade pittoresche che si inerpicano vorticosamente per le alture che dominano la città. Ulteriore elemento di pregio di queste fiction consiste nell’aver proposto un
modello di donna a cui forse i
mass media ci hanno disabituati.
Un’idea di femminilità connotata di
eleganza negli abiti dallo stile moderno e sobrio, ma allo stesso tempo di
raffinata ispirazione orientale, riproposta soprattutto nelle
pettinature delle attrici. Una
compostezza che traspare anche nei
comportamenti dei personaggi e nel linguaggio utilizzato dagli sceneggiatori, totalmente
privo di volgarità. In queste opere, al di là degli
intrecci romantici e
avventurosi che, di norma, caratterizzano tali prodotti televisivi di tutto il mondo, ulteriori profili di interesse balzano all’attenzione. La celebrazione dei
sentimenti nella loro
purezza, resa tanto più evidente dall’assenza quasi totale di qualsiasi riferimento alla
sessualità. Questa scelta, dovuta alla necessità di evitare ingenti multe, pone in risalto la dimensione del
rispetto reciproco e dell’attesa che dovrebbe caratterizzare il rapporto tra
due persone che si
amano. Inoltre, tali elementi connotativi s’intrecciano con
un’estrema diversificazione dei
prodotti televisivi, che spaziano dal
romanzo formativo al
genere investigativo, sino alla rivisitazione in
'chiave' moderna delle
fiabe. In tutti questi casi, il finale della storia non è mai
banale, ma tende sempre a un esito
verosimile e
giusto. Oltretutto, vengono toccati
temi assai delicati come la
violenza sulle donne; le
disuguaglianze sociali; il
caporalato; e il
disagio giovanile in un mondo adulto, attraversato da
relazioni disfunzionali; il
femminicidio e la
sfiducia nella giustizia. Tutto ciò a dimostrare come,
nell’epoca dei
social e della
televisione 'spazzatura', la
qualità e la
bellezza trovano sempre il modi
farsi strada.