Iulia GrecoPromuovere l'economia circolare per ridare nuova vita ai residui industriali del cartone, trasformandoli in oggetti utili e belli, che avviano a loro volta un nuovo circolo virtuoso di impegno, occupazione e recupero. E’ questa la mission di ‘Cartoneco’, l'area produttiva ecologicamente attrezzata (Apea, ndr) riconosciuta dalla Regione Lazio che, grazie ai risultati raggiunti, si sta distinguendo in vari ambiti: recentemente, è stata premiata dalla Camera di commercio di Frosinone-Latina con il 'Premio Impresa 2023', ma già l’anno scorso aveva ottenuto il terzo posto nel contest 'MakeITcircular' del 'Maker Faire Rome'. Tuttavia, l'Apea 'Cartoneco' non agisce soltanto nell’ambito dell’economia circolare, ma contribuisce anche all'inclusione sociale e al sostegno delle persone svantaggiate attraverso la collaborazione con cooperative e organizzazioni sociali. Inoltre, sostiene la parità di genere, poiché opera e collabora, come vedremo, con aziende tutte al femminile. Ci siamo fatti raccontare dal presidente, Moreno Rotondi e dal vicepresidente, Nicola Bartucca, come funziona il ciclo di ritorno alla vita del cartone in 'Cartoneco', cosa viene realizzato, superando quali ostacoli e con quali prospettive per il futuro.

Moreno Rotondi e Nicola Bartucca, quali sono i principali processi produttivi utilizzati da Cartoneco per trasformare il sottoprodotto cartone in prodotti sostenibili?
Moreno Rotondi: “Le aziende che partecipano alla rete d’impresa ‘Apea Cartoneco’ - rete soggetto munita di una propria autonomia gestionale, peraltro riconosciuta dalla Regione Lazio - possono scambiarsi tutti i sottoprodotti, legalmente riconosciuti come tali, senza alcuna limitazione. Grazie all’azione comune dei molteplici soggetti partecipanti, la prima tipologia di sottoprodotto scambiato e trasformato da Cartoneco è il cartone, per il quale l’organismo di ricerca Crf, un’azienda che opera senza fini di lucro già dal 1981, ha ipotizzato un ciclo produttivo che, in realtà, ha già avuto inizio con la società ‘Arken spa’, la quale ha messo a disposizione il sottoprodotto del cartone certificato ‘Fsc’ - la certificazione riconosciuta a livello internazionale, che garantisce l’intero ciclo - seguita dall’eco-progettazione di prodotti da parte dell’industrial designer, Paolo de Giusti, sulla base delle esigenze delle due onlus: ‘Il colore del grano’ e ‘Bene comune’...”.
Nicola Bartucca: “Aggiungo che l’intero processo realizzativo viene eseguito dalla startup femminile e giovanile ‘Rinnovative Srl’, per mezzo di un macchinario a Cnc: macchine autonome, controllate da un dispositivo elettronico interno, con tecnologia laser. I residui industriali della lavorazione laser sono ulteriormente trasformati in paglia di cartone e scambiati tra le altre aziende della rete. Oppure, vengono reimmessi sul mercato del packaging”.

Quali sfide state incontrando e come le superate?
Nicola Bartucca:
“La realizzazione di linee di prodotto coordinate e complete rappresenta, insieme all’accesso sul mercato in rete, una delle sfide più complesse, per le difficoltà di investimenti da sostenere”.
Moreno Rotondi: “Sì, questo è vero, ma per un motivo ben preciso: le differenti dimensioni delle aziende partecipanti, sebbene rappresentino, per alcuni aspetti, un vantaggio collaborativo, si configurano come un’oggettiva difficoltà. Finora, tali complessità sono state superate ricorrendo alla partecipazione a specifici bandi per il finanziamento di attività produttive, a cui ne sono seguiti altri con riserve per le Apea Regionali, così da favorire il consolidamento della rete aziendale e superare le difficoltà che si possono incontrare in un tessuto industriale dove le esperienze di collaborazione sono piuttosto limitate, se non assenti”.

Quali sono gli obiettivi strategici dell’Apea regionale ‘Cartoneco’ nel prossimo futuro? E come si inseriscono questi ‘goal’ nel contesto più ampio dell'economia circolare e della sostenibilità ambientale?
Moreno Rotondi: “L’allargamento delle aziende che hanno promosso e realizzato ‘Cartoneco’ come rete d’impresa soggetto e che hanno raggiunto il riconoscimento regionale, rappresenta uno degli obiettivi strategici che consentiranno di incidere maggiormente sul territorio, per la diffusione delle pratiche di economia circolare e di simbiosi industriale”.
Nicola Bartucca: “Infatti, l’attività sperimentale dei primi anni dell’Apea ‘Cartoneco’ ha visto lo scambio del sottoprodotto cartone come primo elemento sul quale realizzare una significativa esperienza. A fianco a quest’ultima si sono cominciate ad aggiungere altri scambi di sottoprodotto, quali il plexiglass, i prodotti in polietilene e i pannelli in truciolare e in Mdf, con la possibilità di realizzare progetti di recupero che integrano tutti questi elementi. L’ampliamento dei materiali di scambio concretizza così le prassi dell’economia circolare e invera la sostenibilità, così che le aziende in rete partecipino nel loro piccolo al raggiungimento di molti dei goal presenti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu. L’obiettivo strategico probabilmente di maggior peso, che ha visto nei mesi scorsi muovere i primi passi, è stata la nascita di un coordinamento tra tutte le Apee regionali, in modo da condividere best practices e disporre di un unico soggetto in grado di poter confrontarsi con gli enti regionali e locali”

Avete degli strumenti per misurare l'impatto ambientale dei processi produttivi e garantire che le pratiche adottate siano realmente sostenibili? Se sì, quali?
Nicola Bartucca:
“Un’azienda della rete d’impresa ‘Cartoneco’ misura già i Kpi ambientali e redige - anche se non obbligata - il ‘bilancio di sostenibilità’ e ha sottoposto i suoi processi aziendali alla piattaforma indipendente Ecovadis, raggiungendo la Silver Medal. Inoltre, viene certificata, questo già da molti anni, nell’Uni En Iso 14001:2015, il sistema di Gestione ambientale”.
Moreno Rotondi: “Ciò detto, ora si tratta di estendere queste significative esperienze anche alle altre aziende della rete, con iniziative che vedranno l’Apea introdurre dei nuovi software per misurare i dati di partenza e raggiungere successivamente l’omogeneità e la confrontabilità dei differenti risultati”.

Il successo dell’economia circolare si deve anche alla creazione di una vera e propria cultura intorno a termini come riduzione, riciclo, riuso, riutilizzo? E quali altre iniziative specifiche vengono adottate per ampliare l’impatto sociale?
Moreno Rotondi:
“L’obiettivo 11 dell’Agenda 2030, cioè creare città e comunità sostenibili con i relativi target, sono di aiuto all’Apea ‘Cartoneco’ nella sua azione quotidiana. La presenza nella rete di due società onlus, difatti, agevola una forte azione nei confronti di soggetti ‘svantaggiati’ che sono stati in più occasioni coinvolti”.
Nicola Bartucca: “Per farvi un esempio più chiaro, alcune iniziative importanti sono state quelle che hanno visto alcune nostre azioni operate nei confronti dei reparti oncologici, con la consegna di scaffalature, libri e altre donazioni a favore di associazioni locali che operano per l’animazione territoriale. Queste operazioni vanno a completamento dello sforzo che stiamo mettendo in campo per sostenere la nascita di comunità sostenibili”.




Nella foto: Nicola Bertucca, vicepresidente dell'Apea 'Cartoneco'
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