Ennio TrinelliIl fantasioso Renzi ha deciso che ora al centro della scena ci dev’essere di nuovo lui, con il suo due virgola scarso. E quindi parla della Schlein dicendo di parlare con la Schlein, dettando condizioni alla Schlein (che è bravissima, perché invece lei non detta condizioni), scrivendo l’agenda politica degli altri, nonché delirando di una crisi della destra che porterà a elezioni anticipate. Quindi, “noi dobbiamo essere pronti" (“Ma noi chi”? Disse il mattacchione, parafrasando lo stesso Renzi), parlando di un futuro prossimo delle destre che si 'scanneranno' tra loro. Poi, dice che rinuncia al Terzo Polo perché “non ci siamo riusciti” (e qui dipende da cosa sta descrivendo, perché se si riferisse alle 'grasse risate' che si sono fatte tutti gli italiani alle spalle sue e di quell’altro, dovrebbe parlare di missione compiuta). Parla e riparla di Mario Draghi, che era quello che doveva “portare a Bruxelles”, dimenticandosi che prima di portarci Draghi (che ci entra dalla porta principale, per dirla tutta, senza alcun bisogno di lui) doveva proprio essere Renzi a entrarci. Insomma, il solito 'Pinocchio' che parla a ruota libera di tutto e di niente, citando la Schlein a ogni battito di ciglia, nonché fingendo di non accorgersi che lei, invece, ha un grande merito: sta zitta. Infine, continua blaterando, dimenticandosi di citare la sua silente 'Opa' su Forza Italia, andata 'a ramengo' anche quella. Non si esce, insomma, dal solito Renzi. Per carità, ci sono anche quelle che dovevano diventare le nuove Merkel e non solo nemmeno possono sognarselo, ma dovranno persino lasciare la 'poltroncina' di presidente dei Conservatori europei. Ciò, nonostante gli endorsement viscerali e le citazioni a sproposito dei soliti noti. Eppoi, c’è il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che parlando di cose che rimangono in video, chiare come il sole, rettifica affermando di esser stato frainteso. In ultimo, ci sono quelli che continuano a inaugurare cantieri su e giù per l’Italia e, quindi, siccome porta una gran fortuna, sempre e a tutti, si arriva in Liguria, dove addirittura la lista Toti pare che cambierà nome (se non lo ha già fatto). Insomma, la solita 'Italietta estiva'. Ma almeno, quest’anno, ci sono le Olimpiadi: vive la France!





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