Dallo scorso mese di
giugno, dopo
due anni di attesa, è finalmente disponibile su
Netflix la terza stagione di
'Bridgerton': la
serie tv a
tinte 'rosa' più chiacchierata del momento. Pubblicata in due parti, composte ciascuna da quattro episodi, la stagione si è subito classificata al
primo posto tra i prodotti più visti della piattaforma e, al netto di alcune
critiche, ha soddisfatto le aspettative del pubblico. Di più: per settimane, sembrava che sui
social non si parlasse d'altro. Ma quali sono le ragioni dello
straordinario successo di una serie come questa, apparentemente incentrata esclusivamente su argomenti
'triti' e
'ritriti' come il
romanticismo e i
matrimoni? La formula è talmente simile a quella delle tanto bistrattate
'telenovelas' che, a un primo sguardo, sembra che a differenziarle sia solo il
budget, enormemente più alto nel caso della serie statunitense. Eppure, una ragione deve esserci se un pubblico
- specialmente femminile - così vasto si ritrova, in ogni episodio, a emozionarsi e a sospirare per le
vicende sentimentali dei membri della
famiglia Bridgerton e degli altri accattivanti personaggi. Proviamo a immaginare quali.
Un passato immaginarioTratta dai romanzi della scrittrice americana
Julia Quinn, Bridgerton ci trasporta nella
Londra dell'inizio del
XIX secolo, in piena epoca
'Regency': un periodo caratterizzato da sfarzo, eleganza, galanteria, ma soprattutto da un
rigido codice sociale. Gran parte delle
ipocrisie di quel mondo vengono rappresentate nella serie: l'ostentazione della
ricchezza, la
cura dell'apparenza sopra ogni cosa, la
totale ignoranza in materia
sessuale delle giovani donne avviate al matrimonio. Tuttavia,
Bridgerton ci mostra un passato
'inventato', totalmente differente - e probabilmente migliore - di quello
reale. Il mondo in cui si muovono i protagonisti, infatti, sebbene dominato dal
'protocollo' sociale vigente all'epoca, appare estremamente più
inclusivo di come realmente era
l'Inghilterra del
XIX secolo. Le diverse
etnie, difatti, convivono nello stesso ambiente nel mondo incantato di
Bridgerton. E personaggi di
etnie diverse possiedono
titoli nobiliari e ricoprono importanti
posizioni sociali, oltre a rivestire un ruolo fondamentale nella trama. La stessa
Queen Charlotte, la
regina d'Inghilterra nella linea temporale della serie e personaggio dall'irresistibile carisma, è una
donna di colore. Pertanto,
l'inclusione di personaggi di
etnie diverse in ruoli di
alto rango e
potere non è solo una
mossa estetica, ma offre al pubblico una visione più
inclusiva e
moderna della società dell'epoca. Questo approccio invita gli spettatori a immaginare una
Storia alternativa, dove la
diversità è la
norma e non
l'eccezione. Nella serie appaiono anche alcuni personaggi con
disabilità, in un'epoca in cui simili realtà venivano probabilmente tenute nascoste. Nel mondo di
Bridgerton, invece, la
disabilità non è un ostacolo alla
partecipazione piena e
attiva nella società. Questa scelta non solo arricchisce la
narrazione, ma rompe con le
rappresentazioni convenzionali dell'epoca nei media, rinunciando totalmente alla
veridicità storica, questo è certo, ma offrendo anche una visione di un
passato immaginario forse più simile a come avremmo voluto che fosse.
Il sesso, fra tabù e scoperta
Fantasiosa e accattivante è anche la rappresentazione del
sesso. Se, inizialmente, le
protagoniste femminili appaiono totalmente ignare dei
misteri della sessualità, è anche vero che esse impiegano un tempo
sorprendentemente breve a imparare, guidate da
uomini ben più
comprensivi e
gentili di come solitamente sono dipinti i
mariti dell'epoca. Uno degli aspetti distintivi della serie è, in effetti, il modo in cui questa affronta il tema della
sessualità con una
sensibilità moderna, pur mantenendo l'ambientazione storica. Le scene di
intimità sono rappresentate con un delicato equilibrio tra
sensualità e
romanticismo: non sono solo
decorative o
pruriginose, ma svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo della trama e nella comprensione delle relazioni tra i protagonisti. Nella prima stagione, in particolare, la relazione tra
Daphne Bridgerton e il duca di Hastings,
Simon Basset, è caratterizzata da una serie di scene intime che mostrano la loro crescente
connessione emotiva e
fisica. Un tema importante che emerge nella serie è quello
dell'educazione sessuale, o meglio della sua mancanza
nell'epoca 'Regency', sebbene appaia improbabile che, nella realtà, l'ignoranza sul tema fosse tanto profonda. Le
giovani donne dell'alta società entrano nel
matrimonio con una conoscenza limitata, quando non del tutto assente, del
sesso e del proprio stesso
corpo. Anche il consenso è un tema fondamentale, sebbene, come purtroppo spesso accade, non viene dato il giusto peso ad alcune scene di
'sottile violenza' nei confronti dei
personaggi maschili. L'attenzione è prevalentemente incentrata su quelli
femminili, che lungi dall'essere mero
oggetto del
desiderio maschile, partecipano attivamente alle proprie
esperienze sessuali e imparano a conoscere il proprio corpo e il proprio piacere. Insomma, la
sessualità in
Bridgerton è
parte integrante della
narrazione, che esplora temi come il
desiderio, il
potere, il
consenso e
l’autoaffermazione. Il
sesso appare come
un'esperienza complessa e
multidimensionale, essenziale per la comprensione delle relazioni umane.
Le donne in Bridgerton, fra tradizione e modernitàL'ambientazione di
Bridgerton, con i suoi
costumi opulenti, le
sontuose scenografie e le
elaborate danze, offre agli spettatori una
fuga in un mondo di lusso e raffinatezza. Tuttavia, al di là dell'estetica affascinante, la serie affronta una quantità di temi cari alla
sensibilità contemporanea, attraverso
personaggi complessi e
tridimensionali. A partire dalla rappresentazione delle
donne, protagoniste assolute della serie. In un'epoca in cui i ruoli femminili erano limitati a quello di
mogli e
madri, Bridgerton presenta delle protagoniste che sfidano queste aspettative. A partire dalle
quattro sorelle Bridgerton, diversissime l'una dall'altra per personalità e progetti, sebbene l'impostazione dei personaggi non sia originale: il
quartetto ricalca quasi perfettamente quello delle vezzose
sorelle March di
'Piccole donne': un romanzo amato da
intere generazioni di
bambine. Si tratta, anche qui, di una
formula vincente, poiché le differenze fra le
quattro protagoniste consentono a
donne diverse tra loro di trovare ciascuna il proprio personaggio di riferimento, a cui affezionarsi e in cui immedesimarsi.
Daphne Bridgerton, per esempio, protagonista della prima stagione, inizialmente sembra incarnare l'ideale della
giovane debuttante alla ricerca di un
marito. Tuttavia, in seguito, si rivela una
donna forte, determinata a prendere in mano il proprio destino. O l'anticonformista
Eloise, che come la
Jo di
'Piccole donne', rifiuta i
ruoli tradizionali e preferisce i libri ai balli e ai bei vestiti. O ancora,
Penelope Featherington, tra i personaggi più amati della serie, portatrice di un ulteriore messaggio caro al pubblico contemporaneo: quello della
'body positivity'. La sua presenza nella serie sfida gli
stereotipi di
bellezza e offre un messaggio potente di
inclusività e
autoaccettazione. Un tema che risuona profondamente in un'epoca come la nostra, in cui il dibattito sulla
rappresentazione corporea è più acceso che mai.
Mondo moderno, amore tradizionale
I
personaggi maschili di
Bridgerton, dal canto loro, giocano un
ruolo cruciale nella narrazione. E la loro evoluzione dimostra, o prova a dimostrare, come i messaggi di
'girl power' e
autoaffermazione femminile possano coesistere con un
romanticismo più
'tradizionale', creando una
dinamica equilibrata e reciprocamente arricchente, difficile da ricreare nel mondo reale. Personaggi come l'affascinante
duca di Hastings, il
'bel tenebroso' in lotta coi propri fantasmi;
Anthony Bridgerton, il responsabile fratello maggiore combattuto tra il benessere della famiglia e la propria felicità; i fratelli minori
Colin e Bededict, avventurieri dal cuore tenero. Tutti personaggi i quali offrono
modelli positivi di
mascolinità, che abbracciano anche la
vulnerabilità, la
gentilezza e una certa
apertura mentale. Li caratterizza, inoltre, una
galanteria tipica dell'epoca e un'intensità nell'esprimere i propri
sentimenti che, sebbene in contrasto con altri aspetti, ben più moderni, della serie, fa tuttavia
sognare il pubblico, prevalentemente
femminile. Un pubblico che, dopotutto, in una serie come
Bridgerton cerca soprattutto
intrattenimento, un momento di
fuga dalla realtà. In quest'ottica, il principale difetto di
Bridgerton, vale a dire la sua
totale fantasiosità, diviene anche il suo
miglior pregio: meno verosimile è la narrazione, più il bisogno di
evasione viene soddisfatto.
Fuggire dalla realtàDal punto di vista psicologico,
Bridgerton offre una forma di evasione che soddisfa profondamente i
bisogni emotivi del pubblico. La serie permette agli spettatori di immergersi in un mondo dove i
problemi quotidiani sembrano lontani e ogni episodio offre nuovi
sviluppi emozionanti. Infine, la possibilità di identificarsi con personaggi che affrontano e superano
ostacoli personali di ogni sorta fornisce una forma di
catarsi e di
ispirazione. La celebrazione
dell'amore in tutte le sue forme, la lotta per
l'autoaffermazione e la sfida alle
convenzioni sociali sono temi universali, che risuonano profondamente nel pubblico. Ma la loro trattazione non è abbastanza approfondita da
'impegnare' quest'ultimo al punto da privarlo del proprio momento di
relax o di
intrattenimento. Con le sue ambientazioni opulente, gli splendidi vestiti, i balli sfarzosi e le scene piccanti,
Bridgerton è l'equivalente contemporaneo, più inclusivo, di quei
romanzetti 'rosa' tanto divertenti, quanto inverosimili, che alcune di noi leggono di nascosto. Come una
fiaba. Perché talvolta, anche nel nostro mondo, frenetico e spesso totalmente
privo di romanticismo, c'è proprio bisogno di una
fiaba per
'staccare la spina'.