Superate, finalmente, le
elezioni europee 2024, c'è da dire che, a parte il forte
astensionismo registrato, indice di una scarsa motivazione alla
partecipazione democratica, sia per la sfiducia degli italiani nella propria
classe dirigente, sia per la scarsa consapevolezza e conoscenza di cosa sia davvero
l’Unione europea, sorprendono alcuni risultati che hanno premiato
l'ex generale Vannacci, candidato per la
Lega e l’insegnante precaria
Ilaria Salis, candidata per
Avs (Alleanza verdi e sinistra). Due persone completamente
diverse, che andranno a rappresentare gli italiani a
Bruxelles; due volti di
un’Italia divisa tra coloro che pensano che
l’Europa “si intromette troppo nelle questioni dei singoli Paesi” e coloro che, invece, hanno a cuore le
politiche ‘green’ e i
diritti civili. Il
generale Vannacci, presumibilmente, ha intercettato i bisogni di quegli elettori che vedono in lui un
uomo solido, che ha parlato pubblicamente di
temi 'scomodi' senza
'peli sulla lingua', interpretando così il pensiero di molti italiani. Un
combattente abituato alle situazioni difficili e agli scenari imprevedibili: un uomo da
500mila preferenze, che vorrebbe costruire in
Europa “qualcosa di sbalorditivo” e rappresentare coloro che desiderano una
Ue più
tradizionalista, che sappia porsi alla
guida dell’umanità. Figura opposta a quella dell’ex generale è
Ilaria Salis, maestra di scuola primaria che, nel
febbraio 2023, è rimasta coinvolta in alcuni
scontri con dei militanti di
estrema destra in
Ungheria. La
Salis, che si è sempre dichiarata
innocente, ha trascorso
15 mesi nelle
carceri magiare in
attesa di giudizio e si trovava agli
arresti domiciliari a
Budapest, in attesa di tornare in
Italia. Sono rimaste nella memoria di molti le immagini di
Ilaria Salis condotta a processo, in
Ungheria, con le
manette ai polsi e le
catene ai piedi. Scene che hanno fatto il giro delle
televisioni di tutto il mondo, portando alla luce le
condizioni disumane dei
detenuti nelle
carceri ungheresi, tra punture di
cimici nei letti e
ristrettezza d’aria: “Solo quella che filtra dagli spioncini”, come lei stessa ha raccontato nel suo
memoriale. La politica italiana si è attivata per chiedere il
rispetto dei diritti e un
giusto processo, oltre alla richiesta dei suoi legali degli
arresti domiciliari in
Italia, cosa che non era consentita dalla
procedura e dagli
accordi internazionali. E’ così partita una grande
mobilitazione da parte moltissimi
italiani, sia di quelli
impegnati politicamente che
non, i quali hanno espresso
solidarietà e
vicinanza alla famiglia della
detenuta, ribadendo la necessità di
farle scontare la
pena in
Italia, nonché
condannando il
sistema carcerario ungherese. Così,
Ilaria Salis è diventata il
simbolo della
lotta per i diritti e la
dignità delle persone. A questo punto,
Avs (Alleanza verdi e sinistra) ha deciso di investire su di lei,
candidandola nelle proprie liste: una volta
eletta ha potuto godere
dell’immunità parlamentare e, di conseguenza, tornare
libera. La
Salis ha dunque toccato la sensibilità di tutti coloro che lottano per un
trattamento più umano dei
detenuti e, probabilmente, è stata votata anche da
molti giovani che hanno più volte manifestato, nelle diverse città italiane, per la difesa dei
diritti civili. Il successo elettorale di
Avs è la risposta di quegli elettori che aspirano a
un’Europa democratica, pacifica, contro la guerra, che ponga fine alle
disuguaglianze e che si impegni più attivamente per risolvere la
crisi climatica e il
dramma palestinese, avviando il
Medio Oriente verso una
pace stabile. Alcuni critici e commentatori hanno visto in
Roberto Vannacci e
Ilaria Salis soprattutto
2 ‘macchine’ da voti. Gli elettori, probabilmente,
due persone a cui
dare fiducia.