Elisabetta LattanziGiacomo Matteotti, deputato e segretario del Partito socialista riformista, è stato una figura centrale per la Storia italiana del '900. Politico e giornalista, fu un coerente oppositore del fascismo e un fedele antimilitarista. Si interessò di politica sin da giovane, molto apprezzato per la sua preparazione e capacità di gestione, dal 1916 divenne una figura di riferimento del socialismo italiano. Dall’inizio del 1921, s'impegnò a contrastare il nascente squadrismo fascista con le sue coraggiose denunce contro le violenze delle 'camicie nere', sino a diventare bersaglio dai radicalisti del regime, che volevano a tutti i costi 'tappargli la bocca'. Egli aveva ben capito che il fascismo non era un fenomeno breve e momentaneo, ma un autentico pericolo per la democrazia e che, per questo, era necessario combatterlo. Dal 1923 fino alla sua crudele morte si dedicò interamente alla difesa della libertà e a denunciare le dure reazioni del governo 'mussoliniano' contro tutti gli oppositori e a far sentire la propria voce per spiegare agli italiani che si stavano avviando verso un ottuso totalitarismo. Il 10 giugno 1924, l'onorevole Giacomo Matteotti fu ucciso da un gruppo di fascisti. In occasione del centenario della sua morte, il parlamento italiano ha ricordato questo grande uomo: un personaggio 'scomodo', che ebbe il coraggio di denunciare alla Camera dei deputati, con un suo storico discorso del 30 maggio 1924 (il suo ultimo discorso, passato alla Storia), i brogli e le violenze del fascismo. Questo atto gli costò la vita, tanto che lui stesso, terminato il suo 'j’accuse', rivolto al proprio gruppo parlamentare commentò: ”Io il mio discorso l’ho fatto. Ora potete preparare la mia orazione funebre”. Il coraggioso Matteotti sapeva che, da quel giorno, egli sarebbe stato in pericolo. Tuttavia, egli ha continuato a far sentire la propria voce in difesa della libertà di parola e di pensiero. Per tali motivi, l’Università di Pisa, palazzo Braschi a Roma e palazzo Roncale a Rovigo, hanno allestito delle mostre per ricordare “il compagno Tempesta” - così era stato chiamato Matteotti, per il suo carattere irruento e coraggioso - con l’intento di mostrare non solo il suo attivismo politico, ma anche la sua vita privata, i suoi affetti familiari e la sua passione per la musica. Le tre diverse esposizioni contengono numerosi materiali inediti: lettere, fotografie, documenti vari, tra cui atti istruttori e giudiziari mai mostrati prima, filmati provenienti dell’archivio storico della Rai e dell’Istituto Luce, articoli di giornali e riviste, libri d’epoca e manoscritti, quadri, sculture, ceramiche, brani musicali. Tutto ciò ci parla dell’uomo, del giornalista e dell'esponente politico in modo obiettivo e onesto, di colui che è divenuto l’esempio di chi non si arrende, di chi lotta per giustizia, equità e libertà di stampa. Le varie celebrazioni che hanno reso omaggio a uno dei martiri del fascismo hanno anche l’obiettivo di far conoscere la figura di Giacomo Matteotti alle giovani generazioni, perché la democrazia non è scontata e va difesa. La democrazia è tale solo se si fonda sulla libertà e il rispetto dell’Altro.





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