Giacomo Matteotti, deputato e segretario del
Partito socialista riformista, è stato una figura centrale per la
Storia italiana del
'900. Politico e giornalista, fu un
coerente oppositore del fascismo e un
fedele antimilitarista. Si interessò di politica sin da giovane, molto apprezzato per la sua preparazione e capacità di gestione, dal
1916 divenne una figura di riferimento del
socialismo italiano. Dall’inizio del
1921, s'impegnò a contrastare il nascente
squadrismo fascista con le sue coraggiose denunce contro le violenze delle
'camicie nere', sino a diventare bersaglio dai radicalisti del regime, che volevano a tutti i costi
'tappargli la bocca'. Egli aveva ben capito che il
fascismo non era un
fenomeno breve e
momentaneo, ma un autentico
pericolo per la
democrazia e che, per questo, era necessario combatterlo. Dal
1923 fino alla sua crudele morte si dedicò interamente alla
difesa della libertà e a denunciare le dure reazioni del
governo 'mussoliniano' contro tutti gli oppositori e a far sentire la propria voce per spiegare agli italiani che si stavano avviando verso un
ottuso totalitarismo. Il
10 giugno 1924, l'onorevole
Giacomo Matteotti fu ucciso da un gruppo di fascisti. In occasione del centenario della sua morte, il
parlamento italiano ha ricordato questo grande uomo: un
personaggio 'scomodo', che ebbe il coraggio di denunciare alla
Camera dei deputati, con un suo storico discorso del
30 maggio 1924 (il suo ultimo discorso, passato alla Storia), i
brogli e le
violenze del
fascismo. Questo atto gli costò la vita, tanto che lui stesso, terminato il suo
'j’accuse', rivolto al proprio gruppo parlamentare commentò:
”Io il mio discorso l’ho fatto. Ora potete preparare la mia orazione funebre”. Il coraggioso
Matteotti sapeva che, da quel giorno, egli sarebbe stato in
pericolo. Tuttavia, egli ha continuato a far sentire la propria voce in difesa della
libertà di
parola e di
pensiero. Per tali motivi,
l’Università di Pisa, palazzo Braschi a
Roma e
palazzo Roncale a
Rovigo, hanno allestito delle mostre per ricordare
“il compagno Tempesta” - così era stato chiamato
Matteotti, per il suo carattere irruento e coraggioso - con l’intento di mostrare non solo il suo
attivismo politico, ma anche la sua
vita privata, i suoi
affetti familiari e la sua passione per la
musica. Le tre diverse esposizioni contengono numerosi
materiali inediti: lettere, fotografie, documenti vari, tra cui
atti istruttori e
giudiziari mai mostrati prima,
filmati provenienti
dell’archivio storico della
Rai e
dell’Istituto Luce, articoli di
giornali e
riviste, libri d’epoca e
manoscritti, quadri, sculture, ceramiche, brani musicali. Tutto ciò ci parla
dell’uomo, del
giornalista e
dell'esponente politico in modo obiettivo e onesto, di colui che è divenuto
l’esempio di chi
non si arrende, di chi
lotta per giustizia, equità e
libertà di stampa. Le varie celebrazioni che hanno reso omaggio a uno dei
martiri del fascismo hanno anche l’obiettivo di far conoscere la figura di
Giacomo Matteotti alle giovani generazioni, perché la
democrazia non è
scontata e va
difesa. La
democrazia è tale solo se si fonda sulla
libertà e il
rispetto dell’Altro.