Vittorio LussanaLa colpevolizzazione delle forze progressiste operata dalla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, in collegamento con l’assemblea dei leader delle destre europee e americane, organizzata da Vox in quel di Madrid, è totalmente falsa. Ciò per una serie di motivi, che ora andiamo a elencare: 1) da più venti anni - 25 per la precisione - il gruppo più numeroso al parlamento dell’Ue è quello del Ppe (popolari europei) non dei socialisti del Pse (socialisti e democratici europei); 2) proprio per questo motivo, s’insiste nel chiedere ai cittadini europei di affidarsi a coalizioni politiche composte da forze rosso/verdi, le sole consapevoli, soprattutto a livello climatico/ambientale, di ciò che s’intravede nel nostro futuro, mantendendo fede non solo agli obiettivi immediati, ma anche a quelli di medio-lungo periodo; 3) l’accusa della presidente Meloni di una sinistra portatrice di un'ideologia 'gender' è infondata: si cerca solamente di tutelare alcune minoranze - e non solo - da sempre discriminate e perseguitate da retaggi ideologici e demagogie patriarcali; 4) gli anni dell'austerity si basarono su errori di calcolo commessi proprio dagli economisti conservatori. Come nel caso, per esempio, dell'Excelgate, che strangolò la Grecia, al fine di contrastare la linea 'keynesiana' del Pse, maggiormante espansiva poiché fondata su politiche d’investimento in innovazione e ricerca anche nei Paesi ad alto debito, alla ricerca di nuovi mercati di 'sbocco' in grado di contrastare la grave disoccupazione giovanile; 5) la linea politica dei socialisti europei non è mai stata l'austerity propriamente detta e, in seguito, applicata come tale dai popolari, soprattutto negli anni 2012-2014; 6) le forze progressiste sono state le prime a parlare con coraggio, insieme ai Radicali italiani, di costruzione di un’Unione europea politicamente più forte e influente, in anni in cui Giorgia Meloni, in 'coro' con tutte le altre destre astratte e oscurantiste, vaticinava sciagure su tutti i fronti, accusando ogni tipo di 'pensiero aperto', compresi quello liberale e cattolico-democratico, di neocomunismo; 7) l'opportunismo non paga: le forze politiche moderate e popolari, nonostante gli errori commessi non accetteranno mai un'alleanza con delle destre ideologicamente infantili e vittimiste, antiscientifiche e complottiste per definizione.  Il gioco delle destre tradizionaliste è lo stesso di sempre: attribuire intenzioni e colpe agli altri, giudicando in malafede gli sforzi e i sacrifici di tutti. Questo è il primo segnale chiaramente riconoscibile di chi, in realtà, non è nemico politico di qualcuno in particolare, ma della democrazia in generale. L’8 e il 9 giugno 2024 sapremo se i cittadini europei continueranno a credere alle 'crociate' populiste, imperniate sulla diffusione della 'paura' come metodo di condizionamento psicologico delle masse, oppure se dimostreranno, finalmente, di esser pronti a fare quel salto di qualità in grado di affrancarci dal semplicismo giudicante, diffuso tramite i social network attraverso l’uso sistematico della dicotomia amico/nemico e di un odio ideologico radicale e fortemente polarizzante, condito con puerili menzogne e da una montagna di 'fake news'.




(articolo tratto dalla rubrica settimanale 'Gustappunto!' pubblicata su www.gaiaitalia.com)


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