'Per amore dell’Amore: Herbert Pagani, musica, poesia e arti visive' è lo
'spettacolo-concerto-mostra' che ha debuttato
l’11 febbraio scorso al
Festival della Poesia del
Teatro comunale di Ferrara, nel suggestivo
Teatro 'Julio Cortazar'. E’ una
performance, un
concerto, una
mostra virtuale di opere d’arte grafiche e plastiche. Lo spettacolo, nato da un’idea della
sorella, l'attrice e autrice
Caroline, si apre sul suono di onde del mare e su una sorta di maliosa
'isola-spiaggia', che diventa poi l’atelier del poliedrico artista,
Herbert Pagani: pittore, scultore, cantautore, poeta e
'ambrogino d’oro'. All’inizio si è subito catturati dall’atmosfera e dalla bellezza di un
testo elegiaco, poetico, che risuona con lo spazio e la musica che lo accompagna. Un testo che si alterna a momenti di
puro teatro, a
interpretazione, a
narrazione e al
canto, accompagnato dagli arrangiamenti fascinosi del pianista e direttore d’orchestra,
Alessandro Nidi. La narrazione è a tratti
poetica, a tratti
ludica, allegra e
divertita, ironica e
appassionata. L’attrice, autrice e cantante coinvolge il pubblico e diverte, mostrando anche come il fratello realizzasse le sue
'scarpe-ritratto' - che
“sono come dei Barbapapà” - con materiali di scarto trovati sulle spiagge. Simultaneamente, in video vediamo le
'scarpe-ritratto' di
Woody Allen e
Grace Jones (identici agli artisti originali,
ndr), mentre
Caroline Pagani fa assumere a una scarpa le sembianze di
Amleto. Sorprende la poliedricità di
Herbert Pagani, conosciuto come
cantautore e
paroliere anche per
Gaber, Dalidà e
Morricone. Ma stupisce anche il suo eccellere nel
disegno, nella
pittura, nella
scultura (primo e ultimo grande amore furono le
arti figurative, ndr). Degno di nota il suo impegno per la salvaguardia di
Venezia, su cui aveva realizzato un film adottato
dall’Unesco come
monito, da rimbalzare nel mondo, sui pericoli che minacciano la
laguna e
l’ambiente in generale. Colpiscono anche il suo
ecologismo e
pacifismo impegnati e militanti, la sua visionarietà e la sua contemporaneità. Un affettuosa
Caroline Pagani, per più di un’ora e mezza
interpreta, narra, canta, balla, gioca, diverte e
commuove, con un testo e uno spettacolo che gronda
amore da ogni parola e da ogni gesto: un
amore per il
fratello, per le arti, per il suo mestiere d'artista e per
l’Amore. Uno
spettacolo intenso, che intrattiene ed emoziona e che non è rivolto solamente a chi conosceva
Herbert Pagani o ai suoi fans, ma
parla a tutti, a tutte le età, trattando tematiche divenute
profeticamente attuali, che vanno dal
degrado dell’ambiente, che porta ai
cambiamenti climatici e alle
pandemie, ai pericoli di un uso sconsiderato della
tecnologia, alle
guerre. E’ uno
'spettacolo-rapsodia', visionario e poetico: una sorta di
variété colto e
raffinato, ma che arriva a tutti, che parla anche di
artisti, di
arte e di
cinema, come nella bellissima
'Lettera a Ingmar Bergman'. E si parla anche di
radio, poiché
Herbert Pagani è stato uno dei primi
disk jokeys e
conduttori radiofonici per
Radio Montecarlo. Si parla, insomma, anche di
ecologia, di
sostenibilità e di
amore con grande
anticipo sui tempi, per tutti gli esseri umani, per i Maestri, per gli animali, come nell’indimenticabile:
'Concerto per un cane'. Ci sono anche una parodia dell’opera lirica
'Signor Caruso'. E una canzone sul mondo dello show business:
'Palcoscenico'. Infine,
l’Amore declinato in tutte le sue forme: un tema che riguarda tutti, condiviso coi linguaggi della musica, delle
coloratissime videoproiezioni, della recitazione e del canto,
'sincretizzati' e
concertati con equilibrio e profondità. La regia di
Giuseppe Marini, elegante e al servizio del testo, ha saputo creare un’atmosfera con
'luci-immagini' di grande fascino. Ottima anche la direzione attoriale di un’artista,
Caroline Pagani, che incanta, ricca e generosa, molto esposta dal
testo e dallo
spettacolo, che è esso stesso un atto di grande
generosità, che canta con
voce avvolgente, ora grave, ora leggera, con personalità e varietà, canzoni
una più bella dell’altra e che vien voglia di
riscoprire. Lo spettacolo si chiude con un’interpretazione a cappella di
'Albergo a ore', teatrale e cinematografica al tempo stesso, tanto nuda quanto toccante. Un’ora e mezza di
emozioni, arte e
bellezza.