Vittorio LussanaPer quanto ribaltato e 'appollaiato' su un ramo trascendente, il 'marxismo' di Diego Fusaro individua un problema vero in merito alla 'cantatina' di 'Bella ciao', durante la conferenza stampa di presentazione del 74esimo Festival di Sanremo: ovvero, l'antifascismo in mancanza di fascismo. Tuttavia, egli commette un errore di 'dottrinarismo' quando accusa la democrazia liberale di autodefinirsi: "Una società perfetta". Nessuno di noi è mai stato così arrogante da autodefinirsi in quanto tale. Al contrario, sono proprio i 'superomisti' e i 'neo-materialisti', quelli che adorano utilizzare il cinismo e l’autoreferenzialità al fine di sommare forzature a forzature, sfornando pregiudizi ideologici e superficialità a getto continuo. La nuova visione liberal-progressista, che può certamente annoverare anche Piero Gobetti tra i suoi 'antenati nobili', è semplicemente una "società aperta", non rinchiusa dietro al recinto degli schematismi ideologici. Questo è il vero errore di fondo che si commette nel 'rossobrunismo': siccome son rimasti solo loro a essere ideologizzati, pensano che, sotto sotto, lo siano anche gli altri. Le cose non stanno esattamente così, ci dispiace. Avevamo già dimostrato, in passato, come l'universo fosse dinamico e non statico. E come continui ad ampliarsi con una velocità pari a circa 30 mila chilometri al secondo: esso finirà, probabilmente, con una triste implosione, ma prima che ciò accada 'campa cavallo'. I paradisi statici, tanto amati dagli irrazionalisti, che rifiutano l’esilio dal giardino dell'Eden, non fanno più parte del nostro bagaglio culturale: noi ci siamo laicizzati, dunque evoluti, caro Diego Fusaro, attraverso un processo di “antitesi” che si rinnovano perennemente. In fondo, era quanto si chiedeva alle sinistre da decenni: adesso che lo abbiamo fatto, non potete venire a dirci che ci preferivate quando eravamo socialisti o comunisti. Oppure, che si stava meglio quando si stava peggio. Insomma, se persino Amadeus e Mengoni se ne sono accorti, bisognerebbe essere contenti e non mettersi a giudicare il prossimo come dei pensionati che osservano un cantiere dall'alto, criticando il lavoro altrui. Si è trattato, certamente, di un lavoro ricco di errori e carico di lentezze, ma che mai, in nessun momento, si è autoproposto come “perfetto”. Al contrario, l'accusa di "buonismo" è sempre stata all'ordine del giorno. Decidetevi, dunque: o siamo "buonisti", oppure siamo "perfetti". Nella seconda categoria, tra l'altro, il sottoscritto fa ancora la sua 'porca' figura...




(articolo tratto dalla rubrica settimanale 'Giustappunto!' pubblicata su www.gaiaitalia.com)


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