Per quanto
ribaltato e
'appollaiato' su un
ramo trascendente, il
'marxismo' di
Diego Fusaro individua un
problema vero in merito alla
'cantatina' di
'Bella ciao', durante la conferenza stampa di presentazione del
74esimo Festival di Sanremo: ovvero,
l'antifascismo in mancanza di
fascismo. Tuttavia, egli commette un errore di
'dottrinarismo' quando accusa la
democrazia liberale di autodefinirsi:
"Una società perfetta". Nessuno di noi è mai stato così
arrogante da autodefinirsi in quanto tale. Al contrario, sono proprio i
'superomisti' e i
'neo-materialisti', quelli che adorano utilizzare il
cinismo e
l’autoreferenzialità al fine di sommare
forzature a
forzature, sfornando
pregiudizi ideologici e
superficialità a getto continuo. La nuova visione
liberal-progressista, che può certamente annoverare anche
Piero Gobetti tra i suoi
'antenati nobili', è semplicemente una
"società aperta", non rinchiusa dietro al
recinto degli
schematismi ideologici. Questo è il vero errore di fondo che si commette nel
'rossobrunismo': siccome son rimasti solo loro a essere
ideologizzati, pensano che, sotto sotto, lo siano anche gli altri. Le cose non stanno esattamente così, ci dispiace. Avevamo già dimostrato, in passato, come l'universo fosse
dinamico e non
statico. E come continui ad ampliarsi con una velocità pari a circa
30 mila chilometri al secondo: esso finirà, probabilmente, con una
triste implosione, ma prima che ciò accada
'campa cavallo'. I
paradisi statici, tanto amati dagli
irrazionalisti, che
rifiutano l’esilio dal giardino dell'Eden, non fanno più parte del nostro
bagaglio culturale: noi ci siamo
laicizzati, dunque
evoluti, caro
Diego Fusaro, attraverso un processo di
“antitesi” che
si rinnovano perennemente. In fondo, era quanto si chiedeva alle
sinistre da
decenni: adesso che lo abbiamo fatto, non potete venire a dirci che ci preferivate quando eravamo
socialisti o
comunisti. Oppure, che si stava
meglio quando si stava
peggio. Insomma, se persino
Amadeus e
Mengoni se ne sono accorti, bisognerebbe essere contenti e non mettersi a
giudicare il prossimo come dei
pensionati che osservano un cantiere dall'alto, criticando il
lavoro altrui. Si è trattato, certamente, di
un lavoro ricco di errori e
carico di lentezze, ma che mai, in nessun momento, si è
autoproposto come
“perfetto”. Al contrario, l'accusa di
"buonismo" è sempre stata all'ordine del giorno. Decidetevi, dunque: o siamo
"buonisti", oppure siamo
"perfetti". Nella seconda categoria, tra l'altro, il sottoscritto fa ancora la sua
'porca' figura...
(articolo tratto dalla rubrica settimanale 'Giustappunto!' pubblicata su www.gaiaitalia.com)