“Vedevo il mondo sprofondare sotto ai miei piedi, come se fossi sollevato per aria” (Napoleone Bonaparte, 1796). Il dibattito italiano sul
Mes, così come quello sulla nostra
mancata ratifica, è sempre stato
ideologico, totalmente
dissociato dalla realtà. Un primo accordo di principio sui contenuti della riforma del
Mes venne raggiunto
dall’Eurogruppo nel giugno del
2019. Qui da noi era in carica il
Governo Conte 1, sostenuto da
Movimento 5 stelle e
Lega, che oggi hanno votato
contro quello stesso accordo che avevano sottoscritto. In seguito, si era anche proceduto a dei
negoziati sul testo, che si conclusero con una
seconda firma italiana da parte del
Governo Conte 2, sostenuto da
M5S e
Partito democratico. E quest’ultima forza politica è
l’unica ad aver
confermato il proprio
voto favorevole alla
ratifica. Ma in cosa consiste veramente questa
riforma del Mes? Essa presenta una serie di
migliorie tecniche, ma soprattutto autorizza il fondo stesso a prestare denari non solo ai
governi dell’Eurozona in caso di necessità, ma prevede anche un
Fondo unico di risoluzione, finanziato dalle
banche, per gestire eventuali
crisi bancarie, fino a un massimo di
68 miliardi di euro. Insomma, la riforma del
Mes serve a procedere verso
quell’unione bancaria, da sempre auspicata proprio
dall’Italia. Anche dalla
presidente Meloni e dal
vicepresidente Tajani (il quale, astenendosi, ha fatto
l'ignavo...). La
mancata ratifica della riforma da parte italiana
non blocca il Mes, ma solo il suo utilizzo nel processo di creazione
dell’unione bancaria, che
l’Italia ha sempre reclamato secondo una
“logica a pacchetto”, richiamata per mesi. Ora, la bocciatura dei giorni scorsi, giunta il giorno dopo
l’approvazione all’unanimità - quindi anche con voto italiano - della riforma del
Patto di stabilità e crescita, dimostra che questa
“logica a pacchetto” le nostre
forze populiste non sanno neanche
cosa sia. E che
tenere in sospeso la
ratifica come
arma negoziale sul
Patto di stabilità fosse un metodo di trattativa a cui
nessuno credeva. Quindi, questa
mancata ratifica dimostra come il
Governo Meloni abbia
mentito patologicamente, affermando che a un accordo sul
Patto di stabilità accettabile per
l’Italia, avrebbe fatto seguito una
ratifica del Mes secondo una
“logica a pacchetto”. E ciò mentre resta ancora aperta, a causa del
veto ungherese, la partita sulla
riforma del bilancio Ue, cui sono collegati anche i
fondi per l’Ucraina e quelli per le
politiche migratorie richiesti
dall’Italia. Tutto questo, mentre il vicepresidente del Consiglio,
Matteo Salvini, continua a sostenere che gli italiani non debbano
‘accollarsi’ il salvataggio delle
banche tedesche. Un’ipotesi che non solo
non si è verificata, ma a cui
Berlino, eventualmente, potrebbe rispondere con
fondi propri, perché la
Germania non ha il
monte debitorio che abbiamo noi. La semplice
ratifica del Mes non comportava
alcun esborso finanziario. Ed è vero esattamente il
contrario: i
tedeschi dovrebbero essere felici di versare degli
aiuti in più a favore
dell’Italia per i
migranti, oltre ai
205 miliardi del
Next Generation EU di cui noi siamo il
maggior beneficiario. Senza contare gli acquisti dei nostri
titoli di Stato già compiuti massicciamente dalla
Bce, le cui
riserve sono, quasi per il
30%, della
Germania. Sarà difficile continuare a ottenere
solidarietà europea con simili
menzogne populiste, da
fiera di paese. Perché della
solidarietà europea noi avremo ancora bisogno. Le chiacchiere, ormai,
stanno a zero: quella sul
Mes è sempre stata una lunga
contesa ideologica tutta italiana, totalmente strumentale a fini di
propaganda interna. Una
polemica antieuropeista inutile e
contraddittoria, che rischia di
far sprofondare l’Italia sotto ai nostri piedi, come se fossimo
sollevati per aria. E di esponenti politici
'con le ali', di certo
noi non ne vediamo.
Direttore responsabile di www.laici.it