Maria Elena Gottarelli“Finalmente siamo riusciti ad abbattere l’ipocrisia di chi ha sempre sostenuto che ad uccidere mio padre sia stato solamente Igor. Finalmente c’è una sentenza che dice, nero su bianco, che mio padre è morto anche a causa di tutti coloro che non hanno saputo fare il loro lavoro”. Fatica a trovare le parole, Francesca Verri, dopo che il Tribunale del Lavoro ha sancito la responsabilità della Provincia di Ferrara per la morte di suo padre, Valerio Verri, la guardia volontaria assassinata da Norbert Feher, alias Igor il russo, nelle campagne del Mezzano (Fe). Era l’8 aprile 2017. E per la giudice che ha letto una sentenza destinata a entrare nella storia di questo caso, Valerio Verri, quel giorno, non doveva essere lì. Non doveva esserci, perché il killer che per mesi ha seminato il terrore tra la 'bassa' e Rovigo era già ricercato per l'omicidio di Davide Fabbri, avvenuto una settimana prima a Budrio, nel bolognese. Disarmato, Verri affiancava nella pattuglia antibracconaggio l’agente della polizia provinciale, Marco Ravaglia, rimasto gravemente ferito. “Ma non era a conoscenza del pericolo che correva”, sottolinea sua figlia. Per questo, la giudice, Alessandra De Curtis, ha disposto un risarcimento di 1,1 milioni per i familiari della vittima. Oltre 300 mila euro a testa: “Ma nulla potrà mai restituirci nostro padre”, prosegue al telefono con 'Repubblica' la figlia Francesca, oggi 35enne. Una battaglia legale di oltre sei anni, portata avanti con gli avvocati Fabio Anselmo, Rita Gavioli e Paola Resca, che alla fine ha portato ad “abbattere il muro sulle responsabilità” di una morte che, ancora nelle parole della figlia, “si sarebbe potuta evitare. Ogni pensiero, oggi, va a lui”, prosegue, “un padre con la ‘P’ maiuscola, che non ci ha mai fatto mancare nulla. A 28 anni (l’età che aveva Francesca quando Valerio Verri morì, ndr), lui per me era ancora, come sempre, l’altra metà della mela. Se mi aspetto delle scuse? Figuriamoci. Non sono arrivate in sei anni mezzo, non mi aspetto certo che arrivino ora. Sinceramente parlando, non me le aspetto proprio da nessuno”. "La morte di Valerio Verri”, chiosa l’avvocato Anselmo, “non è solo responsabilità di Igor, il suo assassino. Valerio Verri non doveva essere su quell'auto. E quell'auto non doveva essere lì. Chi ha sostenuto il contrario, faccia un atto di riflessione profonda e si guardi nella coscienza". Quanto all’assassino di Valerio Verri, Igor il russo, dopo una latitanza di otto mesi, è stato arrestato in Spagna nel dicembre del 2017, dopo aver compiuto i suoi ultimi tre omicidi. È stato condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana e da quella iberica.




(articolo tratto dal quotidiano 'Repubblica' del 16 dicembre 2023)

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