Dalla conferenza
‘China’s Growing Influence in the EU: implications for EU Policy, National Security, and Human Rights’, tenutasi nei giorni scorsi all’interno di una delle sale del
parlamento europeo di
Bruxelles, si è avuto modo di riconoscere quelle che sono le condizioni di un
periodo post pandemico che ha destabilizzato il sistema di
contenimento repressivo di
Cina e
Russia, sia per quanto riguarda la
salute, sia la
libertà di espressione dei
giornalisti. La
Cina e il
popolo cinese stanno subendo, tuttora, un
governo fortemente repressivo, in cui sono state divise famiglie e dove le stesse hanno subìto delle profonde
torture, fisiche e psicologiche. Si è cioè di fronte a una realtà completamente
verticalizzata: da un punto di vista delle
analisi economiche, nulla permette di negare che
l’economia cinese si sia ripresa, perché c’è un flusso diretto e costante che sta dirigendo, proprio in questi ultimi anni, l’intero panorama internazionale verso il settore
dell’alta tecnologia. Ma è proprio questo ciò che fa riflettere su quelle che sono le problematiche legate a un possibile
'sblocco' della situazione attuale, anche in relazione alla posizione di due leader al potere come
Putin e
Xi Jing Ping, i quali stanno cercando, a modo loro, di
ristabilire un ordine interno attraverso quelle che sono tutte le esperienze già dimostrate dalla Storia durante i precedenti periodi di
profonda crisi interna. L’innovazione
cinese è all’avanguardia, rispetto a tutto ciò che può creare uno
sbocco di interazione e di crescita economica. Anche con gli
Stati Uniti. E questo aspetto è un primo risultato di ciò che ha rappresentato un
riavvicinamento tra le due
'superpotenze' basato sulle priorità di
emancipazione popolare e, al contempo, di
crescita economica e
culturale. Sono gli stessi
popoli orientali che stanno cercando la possibilità di ritrovare una
dimensione di
espansione sociale, mantenendo al contempo delle
relegate tradizioni, a partire da quelle
linguistiche. Si è di fronte a un confronto persino sull’uso di
armi sofisticatissime. Ma tutto ciò dovrà permettere di creare nuovi
sbocchi anche tra la
Russia e
l’Ucraina. La situazione di introflessione, generata negli anni passati, ha portato in luce una situazione di
incontrollato contenimento dei forti contrasti che ci sono stati ai confini settentrionali e orientali
dell’Ucraina. Le deportazioni nelle
carceri siberiane sono la dimostrazione di come si è di fronte a un
sistema di trattative in cui si cerca la realizzazione di una
stretta intesa diplomatica in grado di dare una
risposta finale all'intero conflitto, per poter riportare in linea tutte le
economie mondiali, garantendo e rafforzando lo stato di
sicurezza globale mantenendo, altresì, un alto controllo degli
equilibri. Le
repressioni transnazionali sono di sicuro una delle difficoltà che hanno appannato, ma anche creato
disagi e maggiori
fastidi alla
Cina. Perciò, dobbiamo essere ottimisti su quelli che sono i
dati statistici, i quali potenzialmente possono condurci a una
nuova fase di
crescita economica globale e di
ripresa esponenziale anche dei
Pil nazionali. Secondo
Mark Sabah, noto consulente esperto di crisi internazionali:
“Ogni Paese deve avere la possibilità di esprimere quello che sta capitando, per sapere come poter liberare qualsiasi sistema repressivo. E uno degli obiettivi fondamentali è proprio quello di poter far crescere il sistema democratico, sperando in quelle che possono essere delle nuove aperture verso la Russia. Stiamo lottando e lavorando per questo: per aiutarci nell’ordine globale a uscire da questo conflitto che si è accesso alle potte dell’Europa: dovremo fare in modo che tutti gli sbagli fatti o subiti nel passato da alcuni popoli possano riavere, oggi, un riconoscimento adeguato, al fine di permettere un’evoluzione più completa e originale”.