Quanto sta accadendo o è gia accaduto in Medio
Oriente è la testimonianza di una serie infinita di delusioni e
fallimenti: 1) è fallita ogni possibilità di contenere
l'Iran, che ha armato
Hamas; 2) è fallita - da tempo, ormai - la soluzione:
“Due popoli, due Stati”. Era cioè necessario porre fine al conflitto tra arabi e israeliani attraverso una serie di
piani di pace basati su alcuni punti accettabili da entrambe le parti:
a) l’istituzione di uno
Stato palestinese autosufficiente e smilitarizzato sul confine del
4 giugno 1967; b) la divisione di
Gerusalemme come capitale di
entrambi gli Stati, con un
regime speciale per la
città vecchia, dovuto e motivato da
istanze religiose e
culturali; c) incoraggiare i
negoziati, utilizzando un approccio più
pragmatico nei confronti di
Hamas e del
Governo palestinese di unità nazionale; d) facilitare la
riconciliazione tra
palestinesi e sostenere
Abu Mazen come
capo negoziatore per la parte
araba. Per garantire la
sicurezza di Israele era, inoltre, necessario un
accordo più ampio tra
israeliani e tutti gli altri
Paesi arabi, anche al fine di riportare la
Lega araba nel proprio alveo
pacifista, maggiormente coerente con la
tradizione 'coranica' più
moderata. Invece, quel che si è ottenuto è la
crescita constante delle fazioni più
radicali, sia tra gli
arabi, sia fra gli
israeliani, favorendo il radicamento di
Hamas e la conseguente
influenza iraniana, che ha finito col rendere impossibile ogni influenza
occidentale ed europea presso il
mondo arabo. In buona sostanza, abbiamo fatto finta che la
questione palestinese non esistesse; che la lenta, ma inesorabile,
colonizzazione dei territori in
Cisgiordania, lasciasse
ferite non facilmente rimarginabili; che entrambe le fazioni si
odiassero sempre più. Delle due, l’una: o ci siamo
distratti, un po’ per il
Covid, un po’ perché era venuto a mancare un protagonista come
l’Urss; un po’ abbiamo pensato che questo conflitto fosse
irrisolvibile e abbiamo rinunciato a favorire ogni
processo di pace, dando il via libera alla diffusione del
fondamentalismo islamico, da una parte e degli
integrismi ultra-ortodossi, dall’altra. Se
l’Unione europea avesse voluto rendersi maggiormente
autonoma dallo
strapotere americano e meno
acquiescente rispetto alla
Nato, avrebbe potuto approfittare di
un’occasione d'oro per diventare
protagonista, svolgendo un ruolo di
mediazione che rilanciasse il
dialogo e la
diplomazia, quanto meno per alleviare le condizioni dei
palestinesi che vivono a
Gaza. Non è accadutto
niente di tutto questo: il mondo si è solo
voltato da un’altra parte e
l’Europa ha fatto più o meno la
stessa cosa. E una
Ue non in grado di
condurre i popoli europei a recuperare la propria
centralità storica per riuscire a
cambiare il mondo, non sappiamo bene
a cosa serva.