L’Assam è una terra che mantiene ancora intatte le più profonde
tradizioni induiste. Lungo le sponde del
Brahmaputra si è sviluppata una civiltà che percepisce il fiume a livello energetico e spirituale. Al punto da superare l’importanza della
‘Madre Ganga’, conosciuta comunemente come il
Gange. Il corso del fiume, nato
nell'altopiano del Qinghai, attraversa gli
Stati dell'India a
nord-est e il
Bangladesh. Le sue acque vengono considerate
sante per il dono della vita, venerate da
Tibetani, Indiani, induisti e
buddisti, ma anche dai
Bengalesi, che sono in maggioranza
musulmani. Lo
Stato federato dell'Assam permette di vivere le
tradizioni induiste, così come le vivono gli
indiani. Ed è un luogo poco battuto dalle mete turistiche occidentali: arrivare presso
l’Assam e
l’Arunachal Pradeschi è come ritrovarsi nelle vesti di un viaggiatore di
50 anni fa. Anche perché sono luoghi poco valorizzati rispetto a mete più conosciute, quali
Rajasthan e le varie città sante tipo
Varanasi. In queste
valli himalayane sono presenti culture e tradizioni
buddiste, animiste e
induiste che, da tempo, convivono con le recenti conversioni al
cristianesimo. I tratti somatici della popolazione stanziale sembrano discendere dal
ceppo mongolo e
tibeto-birmano, con la caratteristica degli
occhi a mandorla e della
carnagione chiara. Osservare il ruolo delle
popolazioni indigene e
contadine presenti in questo angolo del mondo significa comprendere quanto il loro lavoro e le tradizioni salvaguardino il territorio da
prodotti chimici e
dalla desertificazione, dovuta a uno spreco delle
acque e delle
risorse. Gli
Apatani sono un popolo che vive nella provincia di
Ziro e che provvede alla sussistenza con la pratica della
caccia, della
pesca e
dell’agricoltura. La loro religione è
‘animista’ e si chiama
‘Donyi-Polo’. In sintesi,
Donyi significa
Sole e
Polo la
Luna: forze opposte ma complementari, simili allo
yin e
yang. L’appariscente modifica estetica delle
donne Apatanai ha una genesi che si perde nei secoli. Una delle loro credenze principali ritiene che, essendo le
donne degli
Apatani, famose per essere molto
interessanti e
particolari, venissero in passato catturate dai
nemici vicini. Per evitare le
incursioni dei
predoni, gli anziani del villaggio presero una
drastica decisione, purtroppo ancora in voga: praticare sulle donne un
peggioramento estetico, che viene completato con
piattelli nasali e un
tatuaggio facciale, assieme a delle
righe di nessun significato che sembrano
solchi di vecchiaia sul volto delle ragazze più
belle. La loro è una
visione comunitaria, intimamente legata a tradizioni e leggende dai risvolti davvero
tribali, nel caso delle
mutilazioni femminili, finalizzate a innescare un
processo di coevoluzione eco e
socio-sostenibile nei confronti della
natura. I popoli che abitano queste terre sono fondamentali per migliorare
l’agro-biodiversità della produzione agricola e, al contempo, prevenire
inondazioni, frane, erosioni del suolo, migrazioni verso le città più grandi e sovrappopolate.
Ziro si trova nel distretto di
Subansiri a una quota di
1688 metri sopra il livello del mare e a
164 chilometri da
Itanagar, capitale
dell’Arunachal Pradesh. La città di
Ziro ospita, per l'appunto, la
tribù Apatani: una comunità sedentaria e agricola. La tribù è molto attenta alla
sostenibilità ambientale. Essa pratica la
coltivazione di paludi, invece che quella di terre secche, conseguenza della
deforestazione. Le
risaie, per esempio, si raddoppiano, per diventare
allevamenti ittici, dove i pesci vengono allevati con metodi di irrigazione tradizionale. Recentemente, proprio grazie a queste tecniche di conservazione così uniche nel loro genere,
l’Unesco ha proposto l’inclusione della tribù
Apatani tra
"le specie simbolo di eredità culturale nel mondo". Gli
Apatani di
Ziro celebrano il
Myoko Festival ogni anno, a marzo. Essi attribuiscono molta importanza a una
vecchia credenza, che attraverso
molteplici rituali, si pensa garantisca
fertilità sia alla terra, sia alle persone stesse, oltre a rafforzare i legami tra le famiglie, i clan e i fratelli. Questa credenza fa si che vengano
sacrificati, dal bestiame, i
maiali e i
polli. I villaggi vicini partecipano al
Myoko Festival con riti praticati dal sacerdote del villaggio
Shaman di
Hong e
Ha. Durante le processioni, il popolo si adorna con
abiti tradizionali e inscena
danze popolari. Da fonti come il
‘Lonely Planet’, la guida turistica più famosa del mondo, si possono trarre notizie in tempi reali. Se pensiamo che la guida dedica complessivamente circa
30 pagine a questi luoghi, quando alla sola città di
Delhi ne spettano quasi
45, si comprende l’importanza del
‘nuovo turismo’ come ponte culturale.
Along, capoluogo del distretto del
Siang occidentale, nello Stato federato
dell'Arunachal Pradesh, situato a
300 metri di altitudine, è abitato dalle
tribù Adi (Gallong). Le tribù
Adi sono, ancora oggi, organizzate in sottogruppi differenti, che si distinguono gli uni dagli altri e si chiamano:
Gallong, Minyong, Pasi, Padam, Bori e
Boker. Attualmente, gli
Apatani subiscono l'occupazione
indiana e la loro frontiera con la
Cina popolare è perennemente chiusa, per il timore di essere
invasi dai
cinesi sin dal
1962, come regione del
Tibet del sud. Le relazioni tra
India e
Cina potrebbe definire il futuro della geopolitica e della politica internazionale in
Asia. I due giganti sono in pace, ma si tratta di una
‘pace fredda’: “La posizione cinese sulla questione dei confini è molto chiara. Il governo della Repubblica Popolare non ha mai riconosciuto l’esistenza della regione di Arunachal Pradesh e, quindi, si oppone fermamente alla visita del primo ministro Modi in tale area contesa”, afferma il
ministero degli Affari Esteri cinese. Il governo di
Delhi si è preoccupato molto, negli ultimi anni, del
Pakistan, ma lo scenario di un’ascesa improvvisa di
Pechino, a partire dagli
anni '90 del secolo scorso, ha spostato l’attenzione verso il ben più grande e popoloso vicino settentrionale. Da
Pechino sono stati decisi i piani di costruzione
dell’autostrada Paimo, in
Tibet. La rivista
‘The Diplomat’ di recente ha sostenuto che la strada sarebbe
un’infrastruttura strategica per facilitare
l’Esercito popolare di liberazione (Epl) della
Cina a spostare più celermente i soldati e gli equipaggiamenti lungo la
Linea di controllo effettivo (Lac): un
‘confine de facto’ tra
India e
Cina. Tra l'altro, la
Cina è il secondo fornitore di
armi al
Bangladesh e cerca di trovare alleati per sfruttare lo
Yarlung-Tsangpo-Brahmaputra, il più maestoso
sistema fluviale del mondo, fra i meno sviluppati e sfruttati per fini
energetici. Insomma, le
relazioni India-Cina si iscrivono in una
'scacchiera' dove gli
Usa e la
Russia la fanno da
padroni. In un
tavolo a quattro, i sodalizi sono fragili e mutevoli:
Usa e
India versus Cina quando si parla della
'Road and Belt', ossia della cosiddetta
‘via della seta’. Si tratta di un'idea della
Repubblica popolare cinese, per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i
Paesi dell'Eurasia. Essa comprende le
direttrici terrestri della
"zona economica della via della seta" e la
"via della seta marittima del XXI secolo". Progetti
commerciali, che tuttavia comportano molte
ingerenze. Tra queste, la base cinese a
Gibuti. L’alleanza tra
India e
Russia di fronte alla
Cina, quando si parla di
Pakistan, si ribalta in una
‘soft alliance’ tra
Cina e
Russia quando si parla della
presenza statunitense in
Asia. Il
nord-est indiano include solitamente, oltre alla parte superiore del
West Bengal e il piccolo stato del
Sikkim, anche la regione
dell'Assam: Meghalaya, Tripura, Mizuram, Manipur, Nagaland e
Arunchal Pradesh. Un territorio incastonato tra
Nepal, Tibet, Buthan, Bangladesh e
Birmania, Un angolo di
'verde' incontaminato, in cui la
plastica a bordo strada appartiene solo alle maggiori città, i
treni sono spesso semivuoti e le persone, rispetto al resto del mondo, sono
miti e vicini al
culto della
terra e
della famiglia.