“La visita a Lampedusa è stata importante e alcune proposte sono eccellenti, ma bisogna passare dal punto di vista teorico al lato pratico, per vedere più risultati”. E’ quanto afferma il professor Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici stranieri in Italia (Amsi), delle Comunità arabe in Italia (Co-mai), dell’Unione Euromediterranea (Umem) e del movimento ‘Uniti per Unire’. “Bene il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen”, aggiunge Aodi, “perché l'immigrazione è effettivamente una questione europea, ma tutto ciò bisogna metterlo in pratica: sono anni che l'Europa ha lasciato l'Italia da sola a gestire il problema. Noi proponiamo un manifesto per la #buonaimmigrazione per una legge europea condivisa da tutti”, conclude il luminare, “al fine di programmare gli ingressi attraverso flussi regolari, in nome della solidarietà e dell’unità”. E' quanto ci auguriamo anche noi, perché l'immigrazione, in Italia, è un fenomeno relativamente recente. Per oltre un secolo, infatti, noi siamo stati un Paese che produceva emigrazione, mentre oggi ci ritroviamo di fronte a un repentino cambio di ruolo, che ci chiede di misurarci, sul piano culturale e politico, con l'afflusso continuo di uomini e donne di culture, usi e religioni assai diverse tra loro. Non è così che si può impostare una sana e ordinata 'società multietnica'. Sin dalla seconda metà degli anni '80 del secolo scorso, l'Italia ha visto aumentare in maniera esponenziale il numero degli ingressi di cittadini stranieri. Ma oggi è quantomai necessario impegnarsi a elaborare nuove politiche sull'immigrazione, che tengano conto dei bisogni e, soprattutto, dei diritti di chi proviene da un altro Paese, in assenza di una normativa più specifica in grado di regolarizzare i flussi.