Il successo di
Onlyfans, pericoloso
social network di
cybersex, è il segnale di un profondo
malessere sociale. Lo scopo è chiaramente quello di
guadagnare tanto faticando poco, pubblicando
contenuti pornografici o confinanti con la
prostituzione. Tanti minorenni, anche e soprattutto di
sesso femminile, nascosti dietro
false identità vendono immagini e video
sessualmente espliciti in cambio di
denaro o
regali da
uomini adulti. Tanti sono i rischi: il più grave, il
ricatto di vedere
diffusi in rete i propri video più intimi, prima o poi. Troppo spesso, ormai, i nostri giovani hanno una
‘doppia vita’ e noi non ce ne accorgiamo. Ma non possiamo più
far finta di non vedere. Siamo di fronte a un
fallimento di tutti. E’ un fallimento della
famiglia, dove i genitori non sanno più dire
‘no’ e, quindi, un ragazzo, quando si trova di fronte a una ragazza che gli dice
“No” si sente
ferito nell’orgoglio, perché non più
‘onnipotente’. Tutto questo deriva da una
mancanza di regole, perché non vengono imposti dei limiti da nessuno: i
‘tutorial’, oggi, sono i
social. Onlyfans è una
piattaforma pericolosissima, perché ci si iscrive per pubblicare dei
contenuti pornografici a
pagamento. E questo i genitori
non lo sanno, perché non conoscono i propri figli: non c’è più
dialogo. Siamo infatti di fronte a un
nuovo conflitto generazionale potentissimo, basato su un
muro di silenzi. La
scuola, altro tasto dolente della situazione, risulta
depotenziata: gli
insegnanti non vedono più riconosciuto il loro ruolo di
educatori dei giovani, che vengono sempre
difesi dai loro genitori. Quindi, anche il
patto scuola/famiglia dovrebbe tornare a essere calcolato come
importante. Così come importanti sono i
modelli di riferimento, quelli prodotti da
opere artistiche, musicali, cinematografiche e
letterarie: basta con questo utilizzo di
figure sbagliate, con gli
‘eroi negativi’ e i
‘registri ribaltati’. La figura
dell’influencer potrebbe anche essere accettata, perché la
tecnologia non può essere fermata. Ma le
nuove tecnologie debbono anche
essere gestite, completando il ruolo con la creazione di
‘influencer’ di valori, che trasmettono
messaggi formativi o, comunque,
positivi, come il
rispetto e
l’educazione. Infine, rivolgo un invito anche alle
donne: noi dobbiamo essere le
prime a
non accettare certe logiche consumistiche e, talvolta,
ricattatorie. Mi riferisco, in particolare, all’episodio della ragazza che si è lasciata
servire seminuda sopra un
buffet ricoperta di
cioccolata: stiamo attente a non lasciarci
‘oggettivizzare’, a non ridurre il
corpo delle donne a una
merce. Dobbiamo
noi stesse opporci a certe
logiche estreme. Persino certe
opere artistiche, volutamente
provocatorie, spesso sono creazioni generate da
artiste donne. Quindi, questo
recupero di consapevolezza deve cominciare da
noi stesse. (per vedere il video del mio intervento a Rainews24, cliccare QUI).