Claudia Conte
Il successo di Onlyfans, pericoloso social network di cybersex, è il segnale di un profondo malessere sociale. Lo scopo è chiaramente quello di guadagnare tanto faticando poco, pubblicando contenuti pornografici o confinanti con la prostituzione. Tanti minorenni, anche e soprattutto di sesso femminile, nascosti dietro false identità vendono immagini e video sessualmente espliciti in cambio di denaro o regali da uomini adulti. Tanti sono i rischi: il più grave, il ricatto di vedere diffusi in rete i propri video più intimi, prima o poi. Troppo spesso, ormai, i nostri giovani hanno una ‘doppia vita’ e noi non ce ne accorgiamo. Ma non possiamo più far finta di non vedere. Siamo di fronte a un fallimento di tutti. E’ un fallimento della famiglia, dove i genitori non sanno più dire ‘no’ e, quindi, un ragazzo, quando si trova di fronte a una ragazza che gli dice “No” si sente ferito nell’orgoglio, perché non più ‘onnipotente’. Tutto questo deriva da una mancanza di regole, perché non vengono imposti dei limiti da nessuno: i ‘tutorial’, oggi, sono i social. Onlyfans è una piattaforma pericolosissima, perché ci si iscrive per pubblicare dei contenuti pornografici a pagamento. E questo i genitori non lo sanno, perché non conoscono i propri figli: non c’è più dialogo. Siamo infatti di fronte a un nuovo conflitto generazionale potentissimo, basato su un muro di silenzi. La scuola, altro tasto dolente della situazione, risulta depotenziata: gli insegnanti non vedono più riconosciuto il loro ruolo di educatori dei giovani, che vengono sempre difesi dai loro genitori. Quindi, anche il patto scuola/famiglia dovrebbe tornare a essere calcolato come importante. Così come importanti sono i modelli di riferimento, quelli prodotti da opere artistiche, musicali, cinematografiche e letterarie: basta con questo utilizzo di figure sbagliate, con gli ‘eroi negativi’ e i ‘registri ribaltati’. La figura dell’influencer potrebbe anche essere accettata, perché la tecnologia non può essere fermata. Ma le nuove tecnologie debbono anche essere gestite, completando il ruolo con la creazione di ‘influencer’ di valori, che trasmettono messaggi formativi o, comunque, positivi, come il rispetto e l’educazione. Infine, rivolgo un invito anche alle donne: noi dobbiamo essere le prime a non accettare certe logiche consumistiche e, talvolta, ricattatorie. Mi riferisco, in particolare, all’episodio della ragazza che si è lasciata servire seminuda sopra un buffet ricoperta di cioccolata: stiamo attente a non lasciarci ‘oggettivizzare’, a non ridurre il corpo delle donne a una merce. Dobbiamo noi stesse opporci a certe logiche estreme. Persino certe opere artistiche, volutamente provocatorie, spesso sono creazioni generate da artiste donne. Quindi, questo recupero di consapevolezza deve cominciare da noi stesse. (per vedere il video del mio intervento a Rainews24, cliccare QUI).





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