Con la nomina del generale
Francesco Paolo Figlioulo, si spera che
l’Emilia Romagna possa superare questa sua
estate di difficoltà. Ma la domanda si pone da sè: perché
l’Italia sta diventando un Paese che soffre di
eventi climatici estremi almeno due volte all’anno? Triste il bilancio ogni volta sul fronte delle
vittime e dei
morti; grande la nostra
solidarietà alle
popolazioni colpite; sincero il
dispiacere. Tuttavia, non si possono ignorare gli anni di
incuria, abusivismo e
conduzioni menefreghiste presenti non solo al sud, ma in tutto il nostro
‘belpaese’. Nemmeno un mese prima era stato approvato un decreto denominato
‘Emergenza siccità’. Ed era facilmente prevedibile che le
piogge accumulate si sarebbero poi
abbattute in
forma estrema, causando ingenti danni a causa dello stato di
abbandono del territorio in molte località. Noi pensiamo che ci siano gravi
responsabilità delle
amministrazioni locali, per questa
mancata prevenzione. Nulla di anormale per loro: prima un
fiume di denaro proveniente dai fondi del
Pnrr e poi un
fiume vero e proprio nel breve volgere di un mese. Non servono
nuove commissioni, ma
un’etica diversa con cui affrontare le criticità e intervenire senza più
procrastinare. Non si può dare la colpa, ogni volta, al
maltempo, al
destino o alla
fatalità, pensando che tutto sia
dovuto. Da quanto denuncia la
scienza, che è quella che cerca di avvertirci dei
cambiamenti climatici in atto, il nostro è un problema mai davvero messo
in agenda dalla politica, sia a livello
centrale, sia
locale. C’è
un’Italia da curare, insomma. E non possiamo voltare il nostro
sguardo da
un’altra parte.