Un giovane che si è presentato su Spotify con un primo brano molto apprezzato da pubblico e critica: ora è quasi pronto il secondo e noi siamo pronti a scommettere su di lui
Echi, pensieri sospesi fra terra, acqua e cielo è quello che si prova ascoltandolo. Parla di luoghi comuni, ma ci si trova a canticchiarlo in ogni dove, creando ricordi e legami forti. Non è più la
musica che si fa conoscere per
radio, televisione o
negozi musicali: la
fruizione è cammbiata.
Lorenz Benz si muove sui
social e il suo esordio è avvenuto il
9 giugno scorso su
Spotify con un
primo singolo e, in questi giorni, è già pronto il
secondo. Lo incontriamo in uno
studio di registrazione del quartiere romano di
San Giovanni, dopo una giornata di lavoro passata con i turisti.
Lorenz Benz, appena finisci di lavorare ti metti subito all’opera su un nuovo brano: perché hai scelto come nome d’arte quello di Lorenz Benz?
“Mi suonava bene e un po’ mi rappresenta, perché gli Amg (autentici motori geniali, ndr) tengono la strada anche ad alta velocità e io sto facendo proprio quello”.
Sei un cantautore e stai dando prova, con la tua voce, che si può sfidare nella città tutto ciò che ha perso colore, emozione e intensità, riportando tutto ciò che è diventato scialbo e sommerso improvvisamente vivo: in questo momento, altri ventenni come te stanno dando prova di quanto sia potente la musica?
“Sono di origini siciliane: scrivo da sempre versi e musica, dopo aver conosciuto l’amore per una ragazza. Per questo motivo ci sono tante vibrazioni nei miei brani: sono spontane nella musica e, soprattutto, nella scrittura”.
Quel che abbiamo ascoltato sono canzoni davvero molto belle, intelligenti e struggenti al contempo: ascolti molta musica? Sei ‘onnivoro’, come si dice in questi casi?“Non è facile esprimersi su canali come Instagram, Facebook, Tik Tok e Youtube e mantenere una qualità digitale. Ma mi avete letto nel pensiero: la grande difficoltà di oggi non è nel farsi conoscere, ma farsi apprezzare davvero. Il principio è offrire la musica senza passare tracce ‘piatte’, con interpretazioni che risultano fredde, tecniciste, senz’anima. Dal mio studio, cerco sempre di fare in modo che la mia musica classica sia fatta per per essere ascoltata dal vivo, non solo registrata”.
Quel che hai pubblicato sino a oggi sono canzoni con accordi originali e ottimi arrangiamenti, dal testo alla melodia, ai sentimenti che ci sono dietro: vuoi dirci come sono state pensate?
”Ho iniziato a comporre senza alcuna influenza: una sorta di vocazione. Ho sentito la necessità di farlo già all’età di 13 anni. Scrivevo delle poesie e dei testi sul diario e nei quaderni. Per me è sempre stata una valvola di sfogo, più che una vera e propria passione. Anche se provengo da una famiglia normale, che non mi ha mai fatto mancare nulla, ho vissuto situazioni difficili, ma preferisco fermarmi qui, perché ci penserà la mia musica a raccontarlo. La musica è stata una salvezza per me: in lei ci vedo un senso di rivalsa. Il brano che ho scelto come primo singolo si intitola ‘Ancora piove’ ed è nato quasi un anno fa, in autunno, in un giorno piovoso. Nel brano, parlo di una ragazza con cui ho avuto una storia importante, quanto travagliata e significativa. Faccio riferimento alla pioggia come metafora: dopo il nostro rapporto non è uscito più il sole ed entrambi abbiamo cercato di ritrovare noi stessi. Tuttavia il singolo, allo stesso tempo, è estivo e induce a ballare, con il suo sound reggaeton, fresco e al passo con i tempi. Può essere suonato sia in una discoteca all’aperto in spiaggia, sia al chiuso”.