Claudia ConteI giovani si sentono esclusi, discriminati, emarginati e rispondono con un odio e una violenza inaccettabili. In tutta Europa è prioritario realizzare con urgenza politiche di integrazione. L’immigrato deve essere inserito nel Paese ospitante e considerato come una parte vitale e funzionale, che arricchisce l’insieme. “Liberté, Égalité, Fraternité” siano ancora il cemento delle nostre società. Quanto accaduto in Francia non ci può lasciare indifferenti. Anche perché, questa volta si è trattato di un’ondata che ha rischiato di allargarsi contagiare altri Paesi, come Svizzera e Belgio. Un fenomeno di rivolte che coinvolge soprattutto i ‘giovanissimi’ con problemi di emarginazione, di esclusione sociale, che non trovano un’integrazione. Stiamo parlando del fallimento di una promessa d’integrazione che non è soltanto un problema francese e che potrebbe diventare anche un problema italiano. Una questione su cui il Governo Meloni sta puntando moltissimo, in Europa, per l’alto numero di sbarchi che stanno avvenendo, ogni giorno, a Lampedusa. Quindi, servono vere politiche d’integrazione. Un processo che deve partire dalle scuole, dalla formazione, dall’inserimento nel mondo del lavoro. Questi sono temi importanti da sviluppare. E noi speriamo che, anche con il Piano Mattei, si possa fare di più per aiutare le economie dei Paesi africani e fare in modo che si possano contrastare i trafficanti, limitando le partenze. Partenze che rischiano di trasformarsi in autentiche tragedie, come abbiamo visto di recente nelle acque greche del mar Egeo, ma anche in quelle di Cutro, sulle coste della Calabria. Perché l’immigrazione è una questione prioritaria, per il nostro Paese: prima ce ne rendiamo conto, meglio è.





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