Maria Elena Gottarelli“Assolto da tutte le accuse. Assolto, assolto, assolto”! Claudio Foti non smette di ripeterlo mentre abbraccia due sue ex pazienti e piange, nell’aula di tribunale dove il giudice della Corte d’Appello lo ha appena assolto dalle accuse che lo legavano alla vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano e della Val D’Enza. Foti, psicoterapeuta titolare del noto studio di cura torinese 'Hansel&Gretel', era stato condannato in primo grado e con il rito abbreviato a quattro anni nel novembre del 2021, nell’ambito dell’inchiesta 'Angeli e Demoni'. Era accusato di lesioni gravissime nei confronti di una sua paziente minorenne e di abuso d’ufficio. Il colpo di scena è arrivato dopo diverse ore di camera di consiglio: il giudice ha stabilito che il fatto non sussiste per il primo capo di imputazione (le lesioni gravissime, ndr) e che Foti non ha commesso il fatto per quanto riguarda l’abuso d’ufficio. È stata anche confermata l’assoluzione per il reato di frode processuale, impugnata in Appello dalla pubblica accusa. Dopo la lettura della sentenza, l’esplosione di gioia è arrivata come il tuono che segue il lampo. “Hanno vinto la giustizia e la verità dopo quattro anni di gogna", ha detto Foti ai giornalisti con gli occhi ancora lucidi, "ho pianto, ho pianto perché questo per me è il momento in cui è arrivata la giustizia, ma anche quello in cui torna in mente tutto lo sforzo, tutta la pena che ho vissuto. Si è incrinato il teorema accusatorio”. Teorema accusatorio secondo il quale Foti avrebbe svolto sedute di psicoterapia con modalità “suggestive”, formando nella sua paziente la convinzione di essere stata abusata sessualmente dal padre e sottoponendola alla tecnica della Emdr (la 'macchina dei ricordi'). Le sedute avrebbero avuto l’effetto di provocare disturbi, ansia e depressione nella piccola. Ma l’uomo, che ha anche scontato alcuni mesi agli arresti domiciliari, si è sempre detto innocente. “In questo caso serviva un mostro e si è voluto trasformare Claudio Foti in quel mostro", commenta al telefono il suo avvocato Luca Bauccio, "ma alla fine hanno vinto le ragioni della giustizia. Questo è un momento di grande commozione e di grande felicità. Oggi il mio assistito viene riscattato da quattro anni di persecuzione e umiliazioni, come uomo e come psicoterapeuta. Claudio Foti è innocente oggi e lo sarà anche domani in Cassazione, se mai qualcuno vorrà impugnare questa sentenza”. Sentenza che il legale definisce “storica, perché chiarirà i principi che il giudice deve seguire negli accertamenti dei nessi causali e nel rapporto tra il diritto e la conoscenza scientifica”.  A commentare l’esito del processo è anche la procura generale, con il procuratore reggente Lucia Musti: “La procura generale leggerà la motivazione e all’esito valuterà se sussistono spazi per un ricorso in Cassazione. Sottolineo la piena sinergia tra la procura di primo grado di Reggio Emilia e la procura generale. I colleghi Massimiliano Rossi e Valentina Salvi hanno lavorato in armonia con correttezza e professionalità”. Questa sentenza arriva mentre è in corso il processo a Reggio Emilia per altri 17 imputati, quelli che, diversamente da Foti, hanno scelto il rito ordinario e non l’abbreviato. Un’inchiesta, quella su Bibbiano, che dalla sua nascita e per molto tempo ha diviso la politica, infiammando la campagna elettorale per le Regionali del 2020. Quando il nome di 'Bibbiano' divenne uno slogan da stampare sulle magliette, da usare come hashtag e, in definitiva, da strumentalizzare. Ne è certo, oggi come allora, il legale di Foti, che conclude: “Questa vicenda è stata utilizzata per una campagna strumentale, da parte di politici profondamente in malafede”. 




(articolo tratto dal quotidiano ‘Repubblica’ del 6 giugno 2023)

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