Michela DiamantiSi è tenuta in questi giorni, presso il Chiostro ‘Nina Vinchi’ del Piccolo Teatro di Milano, la XVII edizione del Premio Fersen alla regia e alla drammaturgia italiana. Si tratta di un riconoscimento prestigioso, ideato e diretto da Ombretta De Biase, nato nel 2003 come atto d’amore nei confronti del teatro, grazie anche alla collaborazione di un gruppo di illustri rappresentanti della cultura teatrale milanese: Ugo Ronfani e Andrea Bisicchia. Un riconoscimento che aveva - e ha tutt'oggi - il duplice intento di rendere un omaggio non effimero alla memoria di Alessandro Fersen, uno fra i più innovativi registi e drammaturghi europei del XX secolo e di dare impulso e visibilità alla drammaturgia italiana vivente, scritta o rappresentata. La cerimonia di premiazione 2023 ha visto vincitori, per la drammaturgia, i seguenti spettacoli: 'La signora degli scarafaggi' di Fabrizio Ansaldo; 'Mare di ruggine' di Antimo Casertano; 'Le Talebane' di Elisabetta Fiorito; 'Guernica: Dora il Maestro e l’attentato' di Federico Latini; 'Sciabbadai' di Gabriele Marcelli; 'Anita al buio' di Priscilla Muscat e Matteo Scarfò. La sessione dedicata, invece, alla regia teatrale, ha visto premiati: Caroline Pagani per 'Mobbing Dick'; Marco M. Pernich per ‘La fantastica e autentica storia del famoso Maestro e della sua amante Margherita’; Fabio Pisano come autore e regista dello spettacolo 'Celeste'. Particolarmente apprezzato e meritato il riconoscimento dedicato a Caroline Pagani, che ha avuto il merito di presentare un lavoro di autentico teatro contemporaneo e non il semplice 'selfie' autoreferenziale tipico della 'stand up comedy'. Grazie a una sapiente regia, Caroline Pagani ha infatti saputo rappresentare il moderno rapporto attrice/regista con ironia, senza inseguire facili volgarità, creando un vero e proprio spettacolo ‘altro’, ben distinto da sé, al fine di analizzare con oggettività antropologica non ‘idealtipica’ il difficile rapporto tra uomini e donne anziché raccontarci i fatti suoi, come invece avviene in tanti monologhi che sembrano andare per la maggiore.





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