Vittorio LussanaFatte salve alcune singole eccezioni, la società italiana è diventata solamente una maschera. Sotto la nostra pelle, un’altra identità ha preso il sopravvento, accettando di venire a patti con una mentalità criminale e ‘banditesca’, che pone il denaro, anziché lo Stato di diritto, come architrave portante della società. Si tratta di una mentalità aberrante, aggravata dalla colpevole sufficienza con cui si continua a far finta di non vedere la vastità di certi fenomeni. Eppure, i segnali di come le organizzazioni mafiose stessero mutando, dopo la fase storica delle stragi, c’erano tutti. Solo un popolo che vuol continuare a far finta di non vedere il suo male originario e più profondo poteva farci assistere alla diffusione capillare del potere criminale, a cui molti di noi hanno ceduto, di fatto, una fetta di sovranità economica. Non solo nel Mezzogiorno, ma ormai anche a Milano, Cuneo, Parma e in molte altre parti del nord. Ecco che fine ha fatto la nostra cultura identitaria in quanto sistema normativo, ovvero come repertorio di valori e comportamenti applicabili nella vita quotidiana e non certo come mero ‘bagaglio formale’ di conoscenze. Essa ha subito modificazioni e mutazioni continue, che non possono venir genericamente addebitate a un’appendice globalista o post industriale della cosiddetta ‘società di massa’. Per tali motivi, l’Italia è oggi un aggregato senza alcuna identità, che rischia la disgregazione. Ma voi avete preferito rimanere a bordo della vostra ‘mongolfiera’ senza accorgervi, se non in rari casi, delle ripercussioni di un progresso totalmente materialistico nella mentalità, nelle abitudini, nei costumi e nei comportamenti. Questo è uno dei nodi cruciali della questione, che dovrebbe impegnarvi in una sincera, o quanto meno credibile, ristrutturazione ‘interiore’ dell’italianità progressista. E’ questo il grave pregiudizio che affligge la mentalità italiana: la convinzione che un sistema produttivo non possa essere modificato dall’interno, ma abbattuto dalle fondamenta, per poi passare all’eccesso opposto del soggettivismo esasperato, del narcisismo nichilista. Compito della politica non dev'esser quello di accettare la ‘mimetizzazione’, ma di scompaginarne le previsioni, di anticiparne le mosse, rendendo obbligatoria una direzione di marcia fino alla vittoria definitiva dello Stato. E invece, qui da noi si continua a respirare, a pieni polmoni, quella ‘critica della democrazia’ che ha caratterizzato qualsiasi forma di militanza politica per tutto il novecento. Un’eredità nefasta, che ha finito col favorire una degenerazione continua della politica in quanto demagogia propagandistica, come deformazione grottesca di ogni evidenza concreta, misurabile, fattuale. Per poter evadere da un simile declino e poter trattenere i nostri giovani, voi dovrete coinvolgerli in una nuova lotta, realmente identitaria, per una nuova ‘italianità’, tornando a quello spirito di indagine della realtà sociale e dei multiformi interessi che in essa si accavallano. Solamente in questo modo potrete riuscire a rappresentare veramente il pensiero di fondo degli italiani. Questa è la vostra missione. Questo il vostro compito.




Direttore responsabile di www.laici.it

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