L’istituto ‘Gino Germani’ di Scienze sociali e Studi strategici ha organizzato un ciclo di tre conferenze sul tema
‘Dezinformacija e misure attive: le narrazioni strategiche filo-Cremlino in Italia’, che si svolgerà nel periodo
gennaio-marzo 2023 a
Roma, presso la
Casa dell’Aviatore, in
via dell’Università, 20. La prima conferenza:
‘Dezinformacija e misure attive: le narrazioni strate-giche filo-Cremlino in Italia sulla guerra in Ucraina’, si svolgerà il
26 gennaio 2023, dalle ore
16.00 alle
20.00. La seconda conferenza:
‘Dezinformacija e misure attive: le narrazioni strategiche filo-Cremlino in Italia sulla Nato, le politiche estere e di sicurezza dell’Occidente e i rischi di guerra nucleare’, si terrà il
27 febbraio 2023, sempre dalle ore
16.00 alle
20.00, sempre presso la
Casa dell’Aviatore. La terza conferenza:
‘Dezinformacija e misure attive: le narrazioni strategiche filo-Cremlino in Italia sulla democrazia liberale e la decadenza delle società occidentali’, si svolgerà il
28 marzo 2023, ancora dalle ore
16.00 alle
20.00, sempre presso la
Casa dell’Aviatore. I programmi dei tre eventi verranno resi noti prossimamente. Parteciperanno come relatori
studiosi ed
esperti di geopolitica, disinformazione e
guerra informativa e
cognitiva, esperti in tema di
intelligence e
sicurezza nazionale e
giornalisti specializzati in queste materie. In occasione di ciascuna conferenza, verrà presentato un rapporto analitico predisposto
dall’istituto 'Gino Germani' su specifiche narrazioni strategiche diffuse in
Italia dall’ecosistema d'informazione e propaganda filo-Cremlino e la loro influenza a livello mediatico, politico e culturale. Gli eventi sono aperti alla partecipazione di
decisori politici; rappresentanti delle
istituzioni governative civili e
militari; delle
università (docenti, ricercatori e studenti); dei
think tank e
istituti di ricerca; del
mondo economico; dei
mass media e delle
organizzazioni non-governative. La partecipazione è gratuita previa registrazione. Le conferenze verranno anche trasmesse in
live streaming. ObiettiviIl ciclo di conferenze si propone i seguenti obiettivi:
1) contribuire a una migliore conoscenza delle narrazioni strategiche che l’ecosistema di disinformazione e propaganda
filo-Cremlino diffonde in
Italia e l’influenza che tali narrazioni esercitano sui dibattiti mediatici, politici e culturali italiani;
2) analizzare la strategia russa di
disinformazione e misure attive in
Italia, suoi obiettivi, strumenti operativi e potenziale impatto sulla sicurezza nazionale;
3) approfondire i motivi che rendono necessaria una strategia di difesa del
‘sistema-Paese’ nei confronti delle strategie di influenza ostile e di guerra cognitiva poste in essere da potenze straniere.
Quadro concettuale La
guerra cognitiva – una forma di guerra in cui la mente umana rappresenta il campo di battaglia – è destinata ad assumere una crescente importanza negli scenari di conflittualità interstatale del
XXI secolo. Essa si combatte con armi quali la
disinformazione, la
propaganda e le
operazioni psicologiche (psyops) e si avvale delle più avanzate tecnologie cibernetiche e della comunicazione. Le
democrazie occidentali sono particolarmente vulnerabili, nei confronti delle campagne di guerra cognitiva promosse da Stati avversari. Le grandi potenze autocratiche del mondo non occidentale – soprattutto
Russia e
Cina – ricorrono sistematicamente alla
guerra cognitiva, per tentare di influenzare e destabilizzare le
società liberaldemocratiche tramite la diffusione massiccia di
narrazioni strategiche false o
fuorvianti. Tali narrazioni mirano a creare una
percezione distorta della realtà, nell’opinione pubblica e nei decisori politici dei
‘Paesi-bersaglio’, per favorire gli interessi geopolitici dello
Stato aggressore. Uno degli
attori geopolitici che praticano la
guerra cognitiva con maggiore intensità e sistematicità a livello globale, è la
Federazione russa di
Vladimir Putin. Il
Cremlino ha costruito una potente
macchina propagandistica e di
disinformazione sia interna, per controllare la propria popolazione, sia verso l’esterno, per condizionare e indebolire altri Stati. Il
regime 'putiniano' ha, infatti, resuscitato e modernizzato la tradizione sovietica della
‘dezinformacija’ e delle misure attive, adattandola alle tecnologie del
XXI secolo. Il termine sovietico
“misure attive” ("aktivnye meroprijatija") abbracciava diverse attività palesi e occulte intraprese dal
Kgb e dal
Partito comunista sovietico (Pcus), per acutizzare le divisioni e l’instabilità all’interno di Stati avversari
dell’Urss: la
disinformazione e la
propaganda; il
finanziamento occulto ai
Partiti comunisti e
antisistema; il sostegno fornito a
movimenti rivoluzionari e
gruppi insurrezionali nel
Terzo mondo; l’appoggio offerto al
terrorismo di sinistra ed etnico-separatista in
Europa; la
strumentalizzazione di movimenti pacifisti. Dal
2013-2014, il governo di
Mosca ha intensificato sempre di più le proprie operazioni di disinformazione e propaganda nei confronti delle
democrazie occidentali, divulgando sistematicamente
narrazioni strategiche filo-Cremlino di diverso tipo:
1) narrazioni che mirano a creare una immagine falsa della politica estera russa e dei suoi obiettivi. Come, per esempio, l’idea che
l’invasione dell’Ucraina nel
febbraio 2022 avrebbe lo scopo di
“denazificare” il Paese e difendere la minoranza russofona da un supposto genocidio, o che tale aggressione rappresenti una
risposta di Mosca a una presunta strategia occidentale tesa ad accerchiare e disgregare la
Russia; 2) narrazioni finalizzate ad alimentare la paura di una
guerra nucleare nell’opinione pubblica dei Paesi occidentali. Dal
2014, la
Federazione russa sistematicamente minaccia di sferrare
attacchi nucleari contro
Paesi della Nato, oltre che nei confronti
dell’Ucraina. Questa
‘propaganda nucleare’ russa - che si è sempre più accentuata dopo l’aggressione
all’Ucraina del
24 febbraio 2022 – punta a esercitare pressione psicologica sui decisori politici e militari occidentali, alimentando la loro paura di una
escalation nucleare, allo scopo di indurli a limitare e depotenziare le risposte dell’occidente all’espansionismo di
Mosca; 3) narrazioni promosse dal
Cremlino, soprattutto in
Europa, tese a screditare la
Nato, gli
Stati Uniti e
l’Unione europea. Per esempio, la
Nato da sempre viene rappresentata dalla
‘dezinformacija’ russa, come una minaccia alla pace e alla sicurezza, in
Europa e nel
mondo, oltre che come uno strumento adoperato da
Washington per controllare i
Paesi europei e annullare la loro
sovranità. Un’altra
narrativa filo-Cremlino ricorrente, dipinge la politica estera americana come intrinsecamente aggressiva, pericolosa e destabilizzante per la pace mondiale. Una di queste narrazioni afferma che
Washington, per conquistare l’egemonia mondiale e prevenire la transizione verso un mondo multipolare, rischia di provocare una
guerra nucleare con la
Russia; 4) narrazioni miranti a provocare instabilità interna nei
Paesi occidentali, a estremizzare le loro divisioni interne e a polarizzarne il confronto. Per esempio, negli
Stati Uniti le campagne disinformative promosse dal
Cremlino, più volte hanno tentato di rafforzare sia i
movimenti neri radicali, sia i
suprematisti bianchi, al fine di incitarli allo scontro. In
Europa, le
narrazioni filo-Cremlino spesso hanno puntato a radicalizzare il dibattito su temi divisivi, come
l’immigrazione di massa e la
‘società multiculturale’. Il governo di
Mosca, inoltre, ha tentato di sfruttare la
pandemia da Covid 19 per alimentare la crescita
dell’estremismo 'No-vax', promuovendo
teorie complottiste e
narrative tendenti a screditare i
vaccini prodotti in occidente, descritti come poco efficaci e dannosi per la salute, quando invece sono proprio i loro
vaccini, in particolare quelli della
Russia e della
Cina, a risultare obsoleti;
5) narrazioni che hanno come obiettivo quello di screditare e delegittimare i valori e le istituzioni della
democrazia liberale e della
‘società aperta’, accreditando il modello autoritario
‘putiniano’. Per esempio, la propaganda di
Mosca spesso dipinge la
democrazia liberale come un sistema di governo superato e inefficace, che produce
ingovernabilità, se non caos e anarchia. Un altro tipo di
narrativa filo-Cremlino sostiene che l’occidente – e
l’Europa in particolare - sia una
civiltà decadente, materialista e
senza Dio, dominata
dall’individualismo sfrenato, dal
nichilismo e da
comportamenti sessuali devianti, mentre
Mosca, secondo questa narrazione, difende i
valori tradizionali e la
religione cristiana, minacciati dalla
cultura occidentale ‘post-moderna’ in tutto il mondo. Narrazioni che spesso hanno ispirato i movimenti di
estrema destra in
Italia, in altri
Paesi europei e negli
Stati Uniti. La
Russia ha inoltre sviluppato un ecosistema di disinformazione e propaganda
filo-Cremlino tramite il quale vengono create e diffuse, a livello globale e attraverso molteplici canali, narrazioni strategiche come quelle sopraelencate, che favoriscono gli interessi geopolitici di
Mosca. Questo ecosistema comprende diversi componenti:
A) comunicazioni ufficiali del governo russo e dichiarazioni di esponenti politici e istituzionali russi;
B) media, palesemente finanziati dal
Cremlino, rivolti verso il pubblico interno (la popolazione russa), oppure verso pubblici di destinazione di Paesi esteri, come per esempio:
Pervij Kanal, Rossija 24, TV Zvezda, RIA-Novosti, RT, Sputnik; C) siti
internet, rivolti a un pubblico internazionale, che si presentano come fonti indipendenti di informazione e analisi geopolitica, ma che in realtà sono strettamente collegati con i
servizi d’intelligence russi, come, per esempio:
The Strategic Culture Foundation, New Eastern Outlook, News Front, South Front, Brics, Info-Ros, oppure sono finanziati da
oligarchi vicini al Cremlino (Geopolitica.ru e Katehon); D) media di
‘informazione alternativa’ e
influencer in tutti i
‘Paesi-bersaglio’ che, consapevolmente o condizionati inconsapevolmente dalle
campagne cognitive russe, diffondono sistematicamente
narrazioni filo-Cremlino. Tra questi
influencer, spesso bene inseriti anche nei
media mainstream o nel mondo politico del proprio Paese, vi possono essere anche agenti di influenza reclutati dai servizi d’intelligence russi;
E) campagne di disinformazione e propaganda sul
web, condotte tramite
Bot (informazione robottizzata o cibernetica, ndr) e falsi profili sui social media;
F) operazioni di
aggressione cibernetica, per sottrarre dati politici sensibili che poi vengono diffusi – spesso dopo essere stati manipolati – all’opinione pubblica per orientarne gli atteggiamenti
(cyber-enabled disinformation operations). Il
nostro Paese – che viene percepito dal
Cremlino come un anello debole
dell’Alleanza atlantica – rappresenta, sin dai tempi della
‘Guerra fredda’, un bersaglio importante della
‘dezinformacija’ e delle misure attive sovietiche e russe, finalizzate a minare
l’orientamento atlantista ed
europeista dell’Italia e i suoi valori democratici. Peraltro, a causa di diversi fattori storico-politici e culturali, la società italiana è più vulnerabile alle operazioni di influenza di Mosca, rispetto agli altri
Paesi della
comunità euro-atlantica. Non a caso,
l’Italia è attualmente tra i Paesi occidentali più condizionati dalle
narrazioni strategiche filo-Cremlino. Persino dopo l’invasione russa
dell’Ucraina, che in
Italia ha suscitato forti condanne al regime di
Putin, le
narrative filo-Cremlino, spesso divulgate da esperti e commentatori mainstream, continuano a esercitare una influenza non trascurabile nel nostro Paese. Inoltre, in Italia manca ancora un serio dibattito politico su come il
‘sistema-Paese’ dovrebbe affrontare la sfida della
guerra cognitiva e della disinformazione promosse da Stati avversari. Per informazioni e richieste di partecipazione:
fondazionegermani@gmail.com. Sito web:
www.fondazionegermani.org