Persone provenienti da diverse parti del mondo effettueranno un
prelievo di sangue, che sarà nutrimento per la coltivazione di un fiore nelle
Terre dei nativi americani. Simultaneamente, un
abbraccio di pace scambiato tra persone diverse, i cui Paesi sono in conflitto, accompagnerà la
performance. La rappresentazione diventa un invito
all’amore universale contro il
razzismo e la
guerra, in un momento storico lacerato da conflitti vicini o lontani, a causa dei quali a pagare il prezzo del
sangue sono i soggetti più
vulnerabili. Sarà la storica dell’arte
Sibilla Panerai, dell’Università di Pescara, a presentare il nuovo lavoro di
Kyrahm, effettuando un
excursus delle sue opere più significative, che già hanno segnato il panorama dell’arte contemporanea in
Italia e
all’estero. “Se dopo aver visto un’azione artistica la tua vita continua a essere quella di prima, allora non hai assistito a una performance”, afferma
Kyrahm in persona.
Domenica 8 gennaio 2023, presso il
Teatro Tordinona di
Roma, si svolgerà la nuova performance
‘Human Installation XXIII’: Graal dell’artista
Kyrahm, operante in ambito internazionale, conosciuta per la sua arte estrema tra
live e
performance art, videoarte e
cinema sperimentale. Autrice di opere spesso
sconvolgenti, ha ottenuto in
Italia e
all’estero premi e riconoscimenti. Durante la nuova
performance, persone di diversi Paesi e culture effettueranno un
prelievo di sangue in un
rituale antico. L’intenzione è portarlo in una riserva indiana in
Arizona e sarà il nutrimento per la coltivazione di un fiore nelle
Terre dei nativi, spazi
‘concessi’ a coloro che dovrebbero starci di diritto. Si scaverà fino alle radici delle origini del
razzismo. La
raccolta del sangue è parte di un processo di
de-significazione dei simboli del
predominio occidentale, dove il
versare sangue in un terreno non è sinonimo di guerra, ma un
atto d'amore. L’opera sarà oggetto di un
documentario di
Kyrahm e
Julia Pietrangeli (nomination premio Globo d’oro 2019 e
miglior regia per la sezione
‘documentario social’ al
World Film Festival, ndr). Nella
‘performance art’, a differenza del teatro, tutto ciò che avviene è
reale, non c'è interpretazione: nessuno reciterà. La
‘performance art’ ha origini antichissime, ma nel mondo occidentale è solo dagli
anni ’60 del secolo scorso che assistiamo, prima con
l’azionismo viennese e la
body art estrema, in seguito con la
‘violazione’ della carne, a questa forma d’arte vissuta in quanto
evento epocale. L’opera vede il coinvolgimento di artisti e persone note nella
scena underground europea. Tra gli ospiti:
Alessandro Kola, fondatore del progetto di
Fakir-Show&Suspension ‘Freak's Bloody Tricks’. Presenti anche
Bloody Cirkus, Fabio Cappa e
Antares Misandria, attivi nella
scena underground. Il canto del soprano
Giulia Nardinocchi, la cadenza del
dj Jozimar e la danza africana di
Keba accompagneranno l’azione in un
incontro di corpi, linguaggi artistici e
poesia in una nuova
chiave ritualistica urbana, che vuole ribadire come l’umanità sia un
unico tessuto, mentre il
sangue sia
uguale per tutti. Alle
23.00 ora italiana
dell'8 gennaio prossimo avverrà inoltre durante la
performance, che inizierà alle
21.40 con una serie di azioni anche estreme, un
abbraccio di pace tra persone che nel proprio Paese di origine vivono l’esperienza della
guerra. Alla stessa ora ci saranno altrettanti
abbracci di solidarietà in diversi Paesi del mondo. Hanno aderito:
Andrea Zittlau, artista e ricercatrice dell'Università di
Rostock (Germania); Fenia Kotsopoulou, artista greca e insegnante di
performance art all'accademia di
Arhem (Olanda); Giulia Casalini, curatrice, artista e ricercatrice da
Londra; Oscar Sanchez (Messico); Adriana Golpe (Valencia, Spagna). A precedere l'evento, i due body artist
Kola (Berlino) e
Kyrahm hanno performato
‘Hot Warm Up’, da cui è nata la serie fotografica
‘Black Ink and White Skin’, che li ritrae a letto.
"Make Love, not war" è il motto di queste immagini, scattate in un omaggio a
‘Bed in’ di
John Lennon e
Yoko Ono i quali, nel
1969, vissero per
14 giorni in un letto per protestare contro la
guerra in Vietnam. Kyrahm è un'artista italiana operante nell'ambito della
performance art, la
videoarte e il
cinema sperimentale. Nel
2008 ha fondato il movimento artistico-performativo
‘Human Installations’ e ha avviato un sodalizio professionale con la regista e performance artist,
Julia Pietrangeli. Ogni performance diviene un progetto di
videoarte che prende parte a rassegne, festival ed esposizioni in
Europa, America Latina e
Stati Uniti. Nello stesso periodo,
Kyrham ha incontrato anche l’artista americano
Ron Athey, a cui ha dedicato
‘Sacrifice’, una
performance estrema sul rapporto tra
body art e
iconografia cristiana. Nel corso degli anni si è occupata di opere che affrontano tematiche sociali come:
carcere, migrazioni, omofobia, lotta alle mafie. ll suo lavoro è oggetto di studio presso
scuole d’arte, accademie e
università in
Italia e
all’estero, in cui ha ottenuto premi e riconoscimenti
(premio ‘Arte laguna’ di Venezia come
miglior video e
nella sezione
'Comizi d’amore' del
Festival del cinema ‘Arcipelago’, ndr), diventando nel corso degli anni uno dei punti di riferimento della
‘live art’ italiana, al punto da essere spesso citata e/o coinvolta in progetti da esponenti della
cultura mainstream che attingono dalla sua ricerca.
Roma, 8 gennaio 2023, Teatro Tordinona – via degli Acquasparta 16 (centro storico).