Valentina UghettoPresso la sala del Cenacolo della Camera dei deputati, nel complesso di vicolo Valdina in Roma, lo scorso 5 dicembre è stata dedicata una serata in onore di Beniamino Gigli, dal titolo: ‘Tramontate stelle’. L’onorevole Federico Mollicone, deputato e presidente della VII commissione della Camera e dell’Icas (Intergruppo parlamentare cultura, arte e sport, ndr) ha infatti considerato di vitale importanza ricordare il grande tenore italiano: un artista dal grande cuore e con una voce straordinaria, una delle più belle tra i grandi lirici del XX secolo. Tra gli organizzatori della serata, Massimiliano Fiorini, artista lirico, presidente del Circolo culturale ‘Beniamino Gigli’; il professor Lorenzo Tozzi, musicologo e critico musicale de ‘Il Tempo’ di Roma; Cesare Venturini, presidente della ‘Audace Boxe Roma’. Il tenore Beniamino Gigli fu un esempio di una vita per molti giovani, grazie alla sua coraggiosa, determinata, grandissima voglia di libertà e indipendenza. Un’autentica celebrità, che ha sempre combattuto per affermarsi sin da bambino, cresciuto insieme a cinque fratelli. Il padre, Domenico, calzolaio e campanaro del duomo di Recanati (Mc) ed Ester Magnaterra, la madre, non ostacolarono mai la natura del ragazzo. Il quale, già a sette anni, era diventato il riferimento economico principale per tutta la sua famiglia, grazie alla sua rendita come cantore nel coro ‘Pueri Cantores’ della cattedrale di Recanati. Sperando in una vita per lui migliore, la famiglia accompagnò il ragazzo a realizzare il suo talento presentandolo al maestro Quirino Lazzarini, organista e direttore del coro della Santa Casa di Loreto (An). Questa fu l’occasione che lo condusse a Roma, presso i ‘Pueri Cantores’ della Cappella musicale pontificia ‘Sistino’. E infatti, nella prima parte della serata di vicolo Valdina, abbiamo potuto ammirare l’esibizione dei ‘Pueri Cantores’ dell'attuale Cappella musicale pontificia ‘Sistina’, insieme ad altri grandi artisti. Beniamino Gigli, cantore dalle straordinarie doti, era partito poverissimo dal duomo di Recanati e dal coro della Santa Casa di Loreto, per studiare canto, grazie anche alla vittoria di una borsa di studio, presso il conservatorio di Santa Cecilia in Roma. La sua bravura lo portò a diventare secondo solo a Caruso. Povero, ma generosissimo, frequentò la 'Boxe Audace' di Roma, come praticante di lotta libera e sollevamento pesi, ma anche cantando per molti anni in occasione della festa per la chiusura d’anno in palestra. Nel 1922, egli suggerì ai dirigenti della ‘Audace’ di insegnare anche la scherma. E in seguito, proprio in tale disciplina la 'Audace' vinse 5 medaglie d’oro olimpiche, 7 campionati europei e molti altri premi. Un tenore dal cuore sportivo e generoso, dunque: quando divenne ricco e famoso aiutò tantissimi ragazzini disagiati o sfortunati a studiare e a fare sport. Ogni anno, fino alla fine dei suoi giorni, era solito raccogliere, presso la palestra ‘Audace’, 150 bambini per far loro vivere la magia della befana. Il tenore offrì, inoltre, un’ingente somma di denaro per la realizzazione, nel 1952, di un ospedale per i poveri a New York.





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