Michela DiamantiAssoinfluencer (Associazione italiana influencer, ndr), la prima associazione italiana a porsi l’obiettivo di tutelare gli interessi di ‘influencer’ e ‘content creator’, ha lanciato nei giorni scorsi la propria campagna di tesseramento con l’obiettivo di diventare l’organizzazione di rappresentanza di una ‘categoria’ di operatori che conta circa 350 mila professionisti solo in Italia. L’associazione è stata costituita a Roma nel giugno 2019, su iniziativa degli avvocati Valentina Salonia, Jacopo Ierussi e dalla dottoressa Chiara Ruggeri. E dopo esser stata inserita nell’elenco delle associazioni professionali del ministero dello Sviluppo economico, ha subito messo il ’ventre a terra’ per acquisire credito, tanto presso le istituzioni, quanto presso la popolazione degli ‘influencer’. Il termine ‘influencer’ sta a indicare colui il quale, attraverso l’uso di social network quali Facebook, Yotube, Twitter, Instagram, TikTok, Linkedin, Pinterest e altri, ma anche tramite blog o siti web, interagendo con un pubblico più o meno vasto su determinate tematiche è in grado di condizionarne le opinioni o le scelte commerciali, creando un effetto ‘cassa di risonanza’ che porta alla propagazione su larga scala dei propri messaggi (soprattutto attraverso il passaparola, ma non solo).  Pertanto, si tratta di tutti quei blogger, videomaker, fotografi, creatori di contenuti di vario genere e spessore, che pubblicano con regolarità sui canali preferiti materiale con caratura professionale, artistica, culturale, di intrattenimento o meramente divulgativa, comunicando con gli strumenti digitali a disposizione (chat, post o tweet) con il proprio pubblico, la ‘community’ di ‘followers’ interessati ai temi e agli argomenti trattati. Nella schiera degli influencer si contano molti personaggi, tra cui spiccano volti e nomi noti come Chiara Ferragni, Gianluca Vacchi, Khaby Lame, Chiara Biasi, Bobo Vieri, Antonio Cassano e molti altri. Una popolazione di artisti, divulgatori, conduttori, imprenditori, sportivi, ex ‘tronisti’ e ‘gieffini’, che vantano dalle migliaia ai milioni di followers, pronti a ‘convalidare’ con un like i contenuti proposti. Contenuti che vanno dai tutorial per il perfetto make-up agli insegnamenti di bizzarre ‘neo-lingue’ le quali, passando per balletti virali o altre perfomances, finiscono con selfie in costume ripresi sullo sfondo di scenari da sogno, che si alternano a brevi clip riprese nel bagno di casa, senza trascurare tematiche di carattere artistico o professionale. Nel mondo del digital marketing e degli influencer, insomma, c’è un po’ di tutto. Un ‘fritto misto’ che unisce contenuti di maggior valore con l’effimero e l’autentico ‘trash’: dal food alla moda, per toccare il design, il mondo dei viaggi, il lifestyle, il benessere, il mondo dei motori, la medicina e tanti altri argomenti, ciascuno con il proprio ‘influencer’ che di quella particolare tematica diventa interprete e voce protagonista. L’Osservatorio nazionale influencer marketing stima, per esempio, che nel 2021, oltre il 50% delle aziende italiane ha intrapreso campagne di marketing attraverso il contributo di influencer e content creator. Una categoria che conta, solamente in Italia, circa 280 milioni di euro come valore di mercato, mentre nel mondo le cifre raggiungono i 14 miliardi. Un settore, quello dell’influencer marketing, destinato a crescere se, come riporta l’Osservatorio nel suo report ‘Brand & Marketer’, le aziende hanno manifestato l’intenzione di aumentare gli stanziamenti in budget dedicati all’influencer marketing. Un settore che ora trova in Assoinfluencer la propria associazione sindacale di riferimento. "Quella dell'influencer è una figura nuova, che cambia tanto rapidamente quanto il mondo dei media”, spiega Jacopo Ierussi, presidente e co-fondatore di Assoinfluencer. “I creator possono essere artisti e imprenditori, atleti e divulgatori, ma sono sempre professionisti capaci di produrre valore attraverso competenze e strumenti specifici. E, in quanto professionisti, in un mercato ancora non regolato, ciò che fino ad oggi è mancato è esattamente una realtà che ne tutelasse diritti e interessi. Assoinfluencer”, conclude Ierussi, "è nata proprio per rispondere a questa esigenza". Tutela legale e fiscale, ma anche networking, formazione e divulgazione sono i leit motiv di Assoinfluencer che, in passato, si è già fatta conoscere sostenendo le iniziative di esperti e professionisti del settore che hanno promosso e accompagnato l’approvazione in parlamento dell’emendamento ‘Content Creators’. Introdotto nella Legge annuale per il mercato e la concorrenza approvata lo scorso agosto, l’emendamento proposto dagli onorevoli Valentina Barzotti, Enza Bruno Bossio e Felice Maurizio D’Ettore riconosce per la prima volta, a livello normativo, la figura del creatore di contenuti digitali. Un passo importante per lo sviluppo in Italia della ‘Creator Economy’, che nelle speranze dei promotori potrebbe portare all’integrazione dell’attuale sistema Nace-Ateco (classificazione Istat delle attività produttive, ndr), in cui inserire un’apposita classificazione specificamente rivolta alle nuove professionalità e a soluzioni contrattuali dedicate ai professionisti del settore. Gli obiettivi dei fondatori di Assoinfluencer sono ambiziosi e puntano direttamente (come si legge nell’atto costitutivo dell’associazione) a “stabilire un tariffario di riferimento” e a rappresentare e difendere la categoria tanto nei confronti delle istituzioni, quanto nei confronti delle società cui fanno capo i social network, organizzando “le relative battaglie a difesa degli interessi degli influencer”. Malgrado l’aiuto di un comitato promotore composto da alcuni nomi noti della scena (come Angelo Greco; Luis Sal, youtuber amico di Fedez con oltre 2,2 milioni di follower su Instagram; Lorenzo ‘prattquello’ Prattico; Arianna Chieli; Manuel Spadaccini; Lucrezia ‘inworldshoes’ Artegiani; Alessio ‘alessiodandi’ D’Andreamatteo; Alessandro Autiero; Emiliano ‘The S-Venom’ Spinelli, ndr), Ierussi, cofondatore di Assoinfluencer, riconosce di essere solo all’inizio: “Farci ascoltare ed essere riconosciuti tra enti e istituzioni è stato un passo essenziale per l’associazione, ma ora ci aspettano nuove sfide”. E forse, un giorno, vedremo gli associati scendere in piazza e ‘incrociare le braccia’ in una simbolica manifestazione per la salvaguardia dei propri interessi, emulando i lavoratori di imprese più tradizionali e a rischio chiusura.





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