Valentina UghettoGià da alcune settimane, l’Azerbaigian ha iniziato una nuova offensiva contro l’Armenia, sfidando la Russia. Si tratta di un attacco senza precedenti, effettuato con l’artiglieria e colpendo con i droni nei confini immediati. Una prima tensione su tale teatro di crisi si era già creata circa due anni dopo la fine del conflitto nel Nagorno-Karabakh, quello del 2020, ma le ostilità sembravano essersi mitigate e i due Paesi avevano ricominciato a tessere rapporti diplomatici tra loro, al fine di ottenere concessioni. L’evidente fase di difficoltà bellica di Putin sul fronte ucraino ha tuttavia offerto il pretesto per riaccendere la rivalità tra i due Paesi, che storicamente si contendono il territorio della Repubblica autonoma di Nakhchivan. Il Nakhchivan, amministrativamente, dipende dall’Azerbaigian, ma è separato dal resto del Paese, perché c’è l’Armenia di mezzo. Geograficamente, la Repubblica autonoma forma un corridoio diretto con la Turchia: un Paese da sempre amico, che è il più importante alleato dell’Azerbaigian. L’intento degli azeri è quello di aprire un collegamento che permetta il passaggio verso il sud del Paese, vicino al confine con l’Iran, extraterritoriale e fuori da ogni controllo dell’Armenia. La situazione è compromessa per via gli armeni, che vedono la Russia, loro alleata, alle prese con la controffensiva dell’Ucraina. La tensione si è via via fatta più forte, per il possibile ingresso di truppe di terra nel territorio dell’Armenia. Se ciò dovesse accadere, l’obiettivo dell’Azerbaigian non si fermerebbe ai blitz di questi giorni, ma con la complicità della Turchia e la mancata presenza russa, potrebbe far saltare l’attuale ‘corridoio di Zangezur’, conquistando le province meridionali di Sjunik e Vajoc Dzor. Uno scenario di questo genere potrebbe comportare, in seguito, concessioni forzate allo stesso Nagorno-Karabakh. Teniamo presente che, fino a oggi, lo status di questo territorio è perennemente oggetto di trattative. Pertanto, gli attacchi più recenti non sono da sottovalutare, in quanto l’Azerbaigian vuole includere l’intero Nagorno-Karabakh nel suo territorio. E l’attuale pressione militare azera serve esattamente a questo scopo.





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