C'è crisi, è vero. E molte aziende fanno fatica a risalire la china. In tanti casi, il problema è
esogeno e dipende, ovviamente, dalla
ridotta capacità di spesa degli
italiani (anche se, a giudicare dalle foto che vediamo su
Facebook in questi giorni, siamo sempre pronti a
metter mano al portafoglio quando si tratta di spendere per andare in vacanza...). Eppure, io credo che la chiusura di molte attività commerciali si debba anche
all'incapacità di svolgere il
lavoro in
maniera corretta. Del resto, avere uno
spirito imprenditoriale non è
roba per tutti. Potrei citare tantissimi episodi, ma me ne vengono in mente due, in particolare, che mi riguardano personalmente. Anni fa, facevo
colazione sempre nello stesso
bar. La qualità non era eccelsa, ma quel posto mi piaceva: lo trovavo
famigliare. Un giorno, però, uno dei proprietari mi fece notare, con fare non troppo gentile, che nel mangiare il
‘cornetto’ facevo
“troppe briciole”. Non utilizzò battute simpatiche, ma fu veramente
acido e
scortese, tanto che decisi che, in quel posto, non ci avrei più
rimesso piede. E così fu. Nei giorni scorsi, mi è accaduta più o meno la stessa cosa: ero in un
bar con mio figlio più grande di
6 anni, seduti al tavolo, come sempre, per fare
colazione. Nel mentre, si è avvicinata la proprietaria che, a
'brutto muso', mi ha intimato di
stare attenta che mio figlio non sporcasse con la cioccolata della ciambella il
tavolino che la gentile signora aveva fatto pulire il giorno precedente, come se non si dovesse
pulire i tavoli tutti i giorni. Anche in questo caso, non è stato tanto il contenuto della conversazione a rendermi basita, quanto
i modi, che anche mio figlio ha percepito aggressivi, tanto da chiedermi:
"Mamma, ma se sporco cosa mi fanno"? Ovviamente, anche loro
hanno perso 4 clienti, perché in quel locale non ci metteremo più piede. Ecco: quando si verificano episodi simili,
facciamo fatica a credere che le
aziende chiudano solo per la
crisi economica. Pensiamo, piuttosto, che a penalizzarle sia, in molti casi, la
crisi sociale, che si nutre
dell'ignoranza delle persone e si palesa
nell'incapacità, da parte della
piccola imprenditoria, di offrire al pubblico un
servizio adeguato, che ovviamente passa anche per la
cordialità e la
gentilezza.