Si è celebrata nei giorni scorsi, presso la
Nuova Aula dei Gruppi parlamentari della
Camera dei deputati, la cerimonia di presentazione delle iniziative previste per l’ormai prossimo
50esimo anniversario del ritrovamento dei
Bronzi di Riace, avvenuto il
16 agosto 1972 tra i fondali delle acque di
Riace Marina (Rc). La giornata è stata moderata dal giornalista
Francesco Verderami del
‘Corriere della sera’ e ha visto gli interventi del presidente della Regione Calabria,
Roberto Occhiuto; del sindaco di Reggio Calabria,
Paolo Brunetti; del presidente del Consiglio regionale della Calabria,
Filippo Mancuso. In seguito, la vicepresidente della Regione Calabria,
Giusi Princi, ha presentato le varie idee e i tanti progetti legati alla ricorrenza, trasformata in un'occasione di rilancio turistico, culturale e di immagine della
Regione Calabria in
Italia e nel
mondo. Ha chiuso le celebrazioni, l'intervento del ministro della Cultura,
Dario Franceschini. La storiaLa storia del ritrovamento dei
Bronzi inizia il
16 agosto 1972 quando, dopo una segnalazione del subacqueo
Stefano Mariottini, i
Carabinieri recuperarono due statue sul fondale di
Porto Forticchio a
Riace Marina (Rc). Non vi erano indizi relative a come le due statue fossero giunte in quel fondale marino. Iniziava così il grande enigma dei
Bronzi di Riace.L'intervento a FirenzeI
Bronzi, dopo un primo intervento del
Museo di Reggio Calabria, furono trasferiti a
Firenze nel
gennaio 1975. I restauratori
Renzo Giachetti ed
Edilberto Formigli impiegarono un anno per acquisire i dati relativi alla conformazione delle statue. L'operazione di restauro durò
cinque anni. In seguito, i
Bronzi furono protagonisti di una mostra presso il
Museo archeologico di Firenze, dal
15 dicembre 1980 al
24 giugno 1981. Il presidente della Repubblica,
Sandro Pertini, volle che le due statue facessero tappa anche al
Quirinale nell'estate del
1981, per poi arrivare al
Museo nazionale della Magna Grecia a
Reggio Calabria.
Il problema dei BronziCome evidenziato nelle prime operazioni di consolidamento, il problema delle statue era quello del permanere delle terre di fusione al loro interno: avendo incorporato
acqua salmastra per secoli, esse continuavano a rilasciarla
deteriorando il bronzo. Per ovviare a questo inconveniente vennero istituiti due cantieri di restauro a
Reggio Calabria. Grazie al secondo, le statue sono state
svuotate dall'argilla, perdendo la metà del loro peso.
Chi erano i Bronzi?Negli anni sono stati raccolti indizi significativi, che ci permettono di giungere ad una conclusione: la storia delle due statue ha a che fare con quella dei
'Sette contro Tebe' e delle statue del gruppo dei
‘Fratricidi’. Nell'iconografia antica, la
‘nudità eroica’ in cui vengono mostrati i
Bronzi identificava
dei ed
eroi. Ecco, quindi, che abbiamo un indizio su chi fossero i
Bronzi: due
eroi. Il loro
status di guerrieri è infatti indicato dalla presenza di elmi, scudi e lance. Le statue rappresentano degli
opliti, con armi tipiche della metà del
V secolo a. C.
I ‘Fratricidi’ di PitagoraGli storici hanno individuato similitudini con il gruppo statuario dei
‘Fratricidi’ di
Pitagora di
Reggio. Nel gruppo statuario, la madre di
Eteocle e
Polinice occupa il centro della scena, nel tentativo di fermare il duello dei figli. Il
Bronzo ‘A’ mantiene un'espressione aggressiva, non diversa da quella di uno dei due fratelli, da sempre rappresentato in questo modo. I
Bronzi si possono, quindi, identificare come
Eteocle e
Polinice del gruppo dei
‘Fratricidi’, nel momento in cui la madre tenta di impedirne la morte.
La storia dei ‘Fratricidi’Eteocle e
Polinice, figli di
Edipo, si contesero il trono di
Tebe. Il primo accordo tra i fratelli prevedeva un regno condiviso, ma successivamente
Eteocle condannò all'esilio il fratello.
Polinice giunse, poi, nella città di
Argo, dove sposò
Argia, figlia del re della polis,
Adrasto, che lo appoggiò nella riconquista di
Tebe. Iniziò così l'epopea dei
‘Sette contro Tebe’: una serie di lotte destinate a concludersi con la generazione successiva degli
Epigoni. In ogni caso, a cinquanta anni dal loro ritrovamento, i
Bronzi di Riace sono ancora avvolti nel mistero.
La leggendaI
Bronzi di Riace sono stati realizzati ad
Argo e, in seguito, trasportati nella
Roma imperiale per un restauro. Da quel momento, sembrano sparire dall'immaginario collettivo, fino al loro ritrovamento del
1972. L'archeometria ha permesso di seguire la storia dei
Bronzi dalla loro realizzazione ad
Argo, nel
Peloponneso, passando per il trasporto nella
Roma imperiale, fino al loro restauro e alla lunga esposizione al pubblico romano del
1981.Cosa sappiamo del restauro a Roma?
Il
restauro imperiale ha dovuto sostituire il braccio destro e l'avambraccio sinistro del
Bronzo ‘B’, effettuando un calco degli originali e provvedendo a una nuova fusione, per poi saldare al torso le nuove membra. Per celare questa operazione, i
Bronzi furono dipinti di
nero lucido, le cui tracce si notano ancora oggi.
Cosa è successo dopo?I
Bronzi erano molto noti a
Roma, nel
I secolo d. C. Eppure, dal
IV secolo d. C. essi sembrano sparire
dall'immaginario romano. Lo studio di una parte di anfora
‘Athenian 273’, trovata incastrata tra il polso destro e l'anca destra del
Bronzo ‘A’, consente di formulare un'ipotesi. Il libro
dell'Antologia Palatina riporta la descrizione delle
‘Statue del ginnasio pubblico di Costantinopoli’, detto di
Zeuxippos, trasportate dalla
Roma antica alla
‘Nuova Roma’ da
Costantino e da suo figlio,
Costanzo II. Queste, tra cui figuravano anche i
Bronzi, furono imbarcate per raggiungere
Costantinopoli, ma la nave andò incontro a un naufragio di fronte alle coste di
Riace.
Cosa c’è di concreto?Verso la fine del
2021, il
sindaco di Riace (Rc), Antonio Trifoli, ha annunciato un grande
scavo subacqueo, nel tentativo di trovare un
terzo Bronzo. Questa decisione si fondava sulle dichiarazioni che
Stefano Mariottini, il sub che aveva ritrovato i
Bronzi di Riace, aveva rilasciato ai
Carabinieri nel
1972. Il subacqueo romano che scoprì casualmente le statue durante una vacanza in
Calabria ha raccontato, infatti, di aver avvistato
“un gruppo di Bronzi, tra cui uno con le braccia aperte e una gamba davanti all’altra”. A questa descrizione non corrisponde nessuno dei due
Bronzi rinvenuti. Inoltre, nel
2004, alcuni ricercatori a bordo di una nave statunitense hanno indicato la presenza di oggetti metallici vicino al luogo della precedente scoperta. Il giornalista calabrese appassionato di archeologia,
Giuseppe Braghò, sostenne anch’egli questa tesi e insieme ai ricercatori ha identificato e riunito un comitato scientifico di dieci componenti, guidato dal famoso archeologo subacqueo,
Luigi Fozzati. Il fine era quello di condurre
nuove indagini sul sito. Gli scavi subacquei sono previsti in tre fasi, con svolgimento nel
2022. Pertanto, la ricerca del
terzo Bronzo è un fatto reale.
Altre ipotesiLe indagini, tuttavia, non finiscono con il mito del
terzo Bronzo. Si parla, infatti, di un intero
gruppo statuario composto da
cinque Bronzi. Le ipotesi messe in piedi in questi anni hanno richiamato l’attenzione di studiosi di mezzo mondo, ma a sostegno della tesi che i
Bronzi di Riace fossero
5 vi è il professor
Daniele Castrizio, docente di
Numismatica presso
l’Università di Messina, membro del comitato scientifico del
Marrc (Museo archeologico di Reggio Calabria, ndr) ed esperto conoscitore delle statue venute dal mare. Le indagini partono dalla presunta sparizione di elmi, scudi e lance – insieme ad altre statue - nel ritrovamento avvenuto a
Riace. Secondo il
professor Castrizio, i
Bronzi facevano parte di un
gruppo statuario che rappresenta il momento immediatamente precedente al duello fratricida tra
Eteocle e
Polinice, fratelli di
Antigone. Ovvero, gli stessi della tragedia:
‘I sette contro Tebe’ di
Eschilo. Il gruppo statuario, in realtà, seguendo la letteratura dovrebbe contare
cinque statue, ma ad oggi solamente due sono in nostro possesso. Per i più scettici - o i più curiosi - a descrivere l’esistenza di queste
cinque statue, presenti a
Roma presumibilmente sino al
IV secolo dopo Cristo, è
Publio Papinio Stazio, autore del
I secolo d. C. che ne parla espressamente
nell'XI libro della
‘Tebaide’. È possibile rimanere aggiornati su eventi e iniziative, tramite le pagine social ufficiali dell’iniziativa:
Facebook e
Instagram, @bronzidiriace50, oppure seguendo l’hashtag ufficiale:
#bronzi50. Inoltre, sul sito
www.bronzi50.it saranno periodicamente pubblicate tutte le novità, con approfondimenti e interviste disponibili anche sul
canale YouTube dedicato:
Bronzi di Riace Official.