Giuseppe LorinE’ uscito di recente ‘I Re di sangue’, romanzo ‘epic fantasy’ distribuito da Amazon Libri, che segna l’esordio di giovanissimo autore di sicuro talento sul nostro panorama letterario, accompagnato dalle illustrazioni di Giorgia Mameli

Classe 1998 e appassionato e studioso di sociologia del potere, Matteo Glendening ha debuttato quest’anno con una sua riflessione in chiave ‘epic fantasy’ intitolata ‘I Re di sangue’, distribuita da Amazon Libri e incentrata sul concetto universale di potere e popolo, società e politica ambientata in un tempo sospeso. Un romanzo di genere che si fa specchio e interprete della visione politica e sociologica della ‘Generazione Z’, affidando alla metafora letteraria la sua riflessione sul contemporaneo. Il romanzo segue le vicende di due fratelli – Lyonard e Steffard – che dieci anni prima erano scesi in guerra da alleati per deporre il re, loro padre: un uomo corrotto e malvagio. Ma la guerra della prole non produce i risultati sperati, perché Lyonard si rivolta contro Steffard, legittimo erede al trono. Viene pertanto stabilita una tregua che conduce alla divisione del regno in Hangerval, governata da Steffard e in Baggherdhal, su cui regna Lyonard. Ma questa situazione di stallo non può durare in eterno: entrambi sanno che, prima o poi, dovranno affrontarsi e solo uno dei due sopravvivrà allo scontro. Quello che, invece, non sanno è che un’oscura potenza sta agendo alle loro spalle, per forzare loro la mano e condurli verso il proprio destino. Insomma, un bell’inizio non c’è che dire: un lavoro che già delinea le potenzialità del suo giovane autore. Proprio per questo motivo, abbiamo voluto incontrare Matteo Glendening e parlare un po’ di lui per farlo conoscere anche ai nostri lettori.

Matteo, Glendening, da dove nasce la tua passione per il genere ‘epic fantasy’?
“La mia passione per l'epic fantasy nasce dalla creatività e dalla bellezza del raccontare storie. Credo che il fantasy sia il genere più adatto, sotto questo punto di vista: i personaggi sono affascinanti e dotati di quel pizzico di mistero che solo il fantasy può dare. É il genere migliore, per chi vuole creare”.

Mondi che si incontrano, ma anche lotte di potere e famiglie in contrasto: le faide nate dalle chiusure in casa durante la pandemia hanno influito sulla genesi de ‘I Re di sangue’?
“Il periodo del ‘lockdown’ è stato molto produttivo, in tal senso. Più che prendere ispirazione da quello che avveniva fuori dalle mura di casa, però, ho colto l'occasione per dipingere il mondo de ‘I Re di sangue’ cercando in me stesso. Viene fuori un mondo diverso e, soprattutto, con tutti gli elementi che io trovo più affascinanti, come l'immaginario medievale, tanto per dirne uno. Se, in maniera indiretta, la situazione al di fuori mi abbia condizionato? Non so dirlo. Sicuramente, mi ha influenzato uno sguardo più attento verso me stesso e le mie passioni. Una cosa che, prima di allora, non mi ero reso conto di quanto fosse importante”.

Quanto tempo hai impiegato per concludere il romanzo e quali sono stati i passaggi più difficili?
“Il processo è stato lungo. L'idea iniziale mi venne in testa addirittura nel 2019. Il ‘lockdown’ ha accelerato il processo di ideazione e la scrittura. La fase di revisione è stata sicuramente la più dura. La letteratura contemporanea giovanile è in fase di stallo per molti motivi, secondo me. Uno di questi può anche essere l'assenza di un supporto da chi questo mondo lo vive”.

Tu sei un giovanissimo autore: guardando al panorama della letteratura contemporanea dei tuoi coetanei, cosa vedi?
“Vedo che giovane rischia di rimanere abbandonato a se stesso e di rimandare il momento di pubblicazione e condivisione. Non credo sia giusto. Tutti, soprattutto i giovani, dovrebbero essere incoraggiati a produrre: la letteratura può salvare il mondo”.

Quali pensi che siano le prospettive dell’editoria oggi? E quali i punti di riferimento dei tuoi coetanei?
“L'editoria sta affrontando grandi sfide, oggi. Le prospettive ci sono, ma bisogna sapersi evolvere al passo con il mondo attuale. Ma sono molto positivo, da questo punto di vista: un'editoria nuova e più aperta è possibile. Un consiglio? Guardare ai giovani”.

Tra serie tv e letteratura: come convivono e si influenzano a vicenda questi due mondi?
“Stiamo parlando di due mondi diversi, ovviamente. Gli elementi di contatto ci sono, soprattutto, nella capacità di raccontare storie emozionandosi e facendo emozionare. Convivono perché l'uno non esclude l'altro, ma al contrario si completano. Se la serie tv e la rappresentazione visiva aiuta lo spettatore a immaginare un mondo narrato nella letteratura, la letteratura scava più a fondo le radici della storia e dei personaggi. Sono due supporti diversi, ma hanno lo stesso scopo: coinvolgere ed emozionare”.




La foto utilizzata in apertura del presente servizio è uno scatto di Fabio Mastrangeli, che ringraziamo

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