Vittorio LussanaLa decisione assunta dalla Corte Suprema americana, che nei giorni scorsi ha ribaltato la sentenza Roe contro Wade del 1973, la quale riconosceva implicitamente il diritto all'aborto, rappresenta un passo indietro sul fronte dei diritti civili che debbono essere garantiti ai singoli individui, in questo caso alle donne. Su questo non c'è alcun dubbio ed è - a quanto leggo - esattamente il pensiero anche di molti leader conservatori, a cominciare dal premier britannico, Boris Johnson. Ciò rafforza le nostre convinzioni circa l'esistenza di un nocciolo determinista e illiberale nelle destre di tutto il mondo: una sorta di 'zoccolo duro', che vorrebbe inscenare una specie di '68 alla rovescia, poiché animato da nostalgie e rancori assai poco comprensibili. C'è anche chi intesta una simile decisione - umana proprio in quanto errata - alla “volontà di Dio”. Il quale, lasciandosi mettere in bocca un po' di tutto, finisce col dar ragione alle teorie ‘superomiste’ almeno su un punto: Dio è morto e stramorto. Solamente ai morti, infatti, si può far dire loro ciò che si vuole: una delle tante 'scappatoie' di una destra arretrata e contorta, che rimpiange una società confessionale omnicomprensiva in cui il singolo individuo viene trattato in quanto ‘oggetto’ e non come 'soggetto' civile e responsabile, in grado di compiere scelte e assumere decisioni in autonomia. La religione, presa di per sé, è "inattuale". Anche se essa potrebbe rappresentare una forma di accesso alla maturazione filosofica, che dunque rispettiamo laicamente in quanto sentimento. Ma in una società ‘chiusa’, in cui il singolo individuo diviene semplice ‘oggetto’ di volontà superiori e arbitrarie, la religione rischia di trasformarsi in schematismo sociale, dunque in ideologia. Un diritto si nega o lo si riconosce: non lo si elimina dopo averlo ammesso implicitamente per quasi mezzo secolo. Questo è l’errore più grave commesso dalla Corte Suprema americana, che dopo 50 anni si ritroverà tanti e tali guai che neanche riesce a immaginare. A cominciare da tutte le cause che verranno intentate per aver costretto molte donne a ritardare l'interruzione di gravidanza, al fine di potersi recare in uno Stato che la consentisse. In merito, invece, alla cosiddetta obiezione di coscienza, un ulteriore passo in avanti rispetto alle convinzioni religiose e antiscientifiche di medici cattolici o più genericamente legati a credenze mistico-religiose potrebbe essere l’obbligo di orientamento e di consiglio a chi chiede di poter effettuare l'intervento abortivo in condizioni di sicurezza, gratuitamente e alla luce del sole. Ciò potrebbe valere anche per quei farmacisti che rifiutano di vendere farmaci anticoncezionali o pillole abortive: possono esimersi dal farlo, ma dovrebbero indicare il collega o la farmacia che, invece, rivende certi prodotti specifici. Insomma, appare ormai evidente che non siamo più di fronte a una visione religiosa, ma tollerante, che cerca di convincere una ragazza a non abortire: ci troviamo, in realtà, innanzi a una tipologia di persone che sanno unicamente andare in guerra contro tutto e contro tutti, pur di mantenere in asse una retorica che non sta più in piedi nemmeno con lo 'sputo'. Una destra conflittuale che si contrappone al singolo individuo, poiché arretrata e illiberale, convinta di poter togliere un diritto riconosciuto da tempo. E che, proprio per tale motivo, potrebbe sentirsi nelle condizioni di negarne altri in futuro. Anche questo è un segnale di decadimento qualitativo della politica, che pur di non affrontare i problemi più urgenti dei cittadini decide di rispolverare vecchie ricette e antiche battaglie, costringendoci a vivere un'ennesima legislatura di polemiche propagandiste e di perenne campagna elettorale.





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Verduci Alessandro - Genova,/ Italia - Mail - venerdi 13 dicembre 2024 10.36
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