Una delle cose che più infastidisce
“la mentalità tutta italiana del piccolo borghese arricchito” senza conoscere i gerundi, è che anche
‘tu’, che sei un
‘tu qualsiasi’, sei uno che va al
‘cesso’ al mattino esattamente come fanno loro e, magari con maggior regolarità, riesca a fare ciò che hanno fatto anche loro. Perché non c’è niente di più frustrante per uno
‘stitico’ del venire a sapere che c’è qualcuno
‘che la fa tutti i giorni’ con regolarità e col piacere di avere un corpo che funziona. Cito
Vittorio Lussana dalla sua rubrica
‘Pensierini romani’ non solo perché è un amico che stimo e al quale voglio bene, ma anche perché abbiamo scelto la strada del
‘piccolo editore indipendente’ quando ancora non ci conoscevamo - lui viveva a
Roma; io nell’estremo sud della
Spagna – più o meno nello stesso periodo e per gli stessi motivi: l’essere stati
‘fregati’ da
soci poco seri (e poi la colpa era nostra…) così tante volte da portarci alla scelta obbligata di
lavorare da soli. Con tutti i rischi che questo comporta. Perché se credete che la mentalità tutta italiana del
“piccolo borghese arricchito” – e
stitico – permetta di
cedere spazio a uno che, da solo e magari facendolo anche meglio, tira su una
‘strutturina editoriale’ con qualche abbondante
decina di migliaia di lettori al mese, senza scendere a compromessi e senza lo
‘straziante piacere’ che si prova a
mettersi proni al
potente di turno, vi
sbagliate. Anche io, spesso - molto spesso - alla pari del mio amico
Vittorio, sono stato accusato di
lavorare da solo perché ho un
“brutto carattere”. Un’accusa alla quale ho sempre risposto di non avere
“un brutto carattere”, ma di avere, molto più semplicemente,
“carattere”. Ma la
mentalità tutta italiana del
“piccolo borghese arricchito” di italica genetica non può sopportare di avere di fronte uno che fa le cose
meglio di lui e con meno mezzi, barcamenandosi in mezzo a problemi di tutti i tipi senza lamentarsi, né tirarsi indietro, mettendoci sempre la faccia sopportando le maledizioni di chi non ha potuto essere
pagato in tempo – perché se in tanti non pagano te, tu come paghi gli altri, se non hai santi in paradiso? – che in più gliele
‘canta’ anche
‘nei denti’. E allora cosa fa, il
piccolo borghese? ‘Sgambetta’, vilipende, calunnia, ‘spettegola’, mette in cattiva luce dichiarando ai giornali ciò che gli fa più comodo in quel momento, ma che poi
smentisce e ti dice che
hai capito male. Perché lui, che è un
“piccolo borghese arricchito”, ha sempre bisogno di trovare qualcuno da trattare da
'scemo'. Insomma,
è lui a creare problemi, ma poi la colpa è
tua. Così abbiamo
donne che hanno la colpa di
rimanere incinta; altre
molestate ma non è vero, perché sono solo in cerca di
visibilità; persone
omosessuali prese a pugni, ma per colpa loro perché sono
“froci”, mica mia che i
“froci” li
odio. E via elencando una lunga serie di
‘vizietti’ che vivono
‘dentro’ la mentalità tutta italiana del
“piccolo borghese arricchito”, per il quale - e chiudo – tutti sono
nemici. Soprattutto, se e quando dimostrano, sul campo e con il loro lavoro, lo
scarso valore vuoi
imprenditoriale, vuoi
umano o
culturale, di questo
‘fascio’ di
qualunquisti, destrorsi e
ignoranti, che sono il
vero ‘tappo’ che impedisce l’entrata
dell’Italia nella
civiltà moderna.