Maria Elena Gottarelli
Il 21 aprile scorso, a Bologna, si sono aperte le cerimonie per il 77esimo anniversario dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Una giornata per ricordare l’arrivo delle truppe alleate e polacche nel capoluogo emiliano-romagnolo, ma anche per riflettere sul conflitto che da oltre un mese insanguina l’Ucraina, mettendo a rischio la stabilità dell’Europa. Alle 10.00 del mattino di giovedì 21 aprile, in piazza del Nettuno sono state deposte due corone alla lapide in ricordo dei gruppi di combattimento dell’Esercito italiano. Alla presenza del sindaco, Matteo Lepore, del prefetto, Attilio Visconti, della presidente dell’Anpi di Bologna, Anna Cocchi, della Console generale della Repubblica di Polonia, Anna Golec-Mastroianni e del presidente della Comunità ebraica di Bologna, Daniele De Paz, è stato ricordato il sacrificio dei soldati e dei partigiani “che hanno dato la vita per donarci la democrazia”. Nel suo discorso, il sindaco ha reso onore alle truppe della Polonia, guidate dal generale Anders. Il primo cittadino ha definito la Polonia “una Repubblica amica dell’Italia”, che oggi gioca un ruolo fondamentale nell’accoglienza dei profughi e nell’impegno per la pace. Dopo Lepore, ha preso la parola la presidente dell’Anpi provinciale di Bologna, Anna Cocchi, che ha ricordato l’importanza dell’impegno dei partigiani e della Resistenza italiana. Questo 21 aprile, per Bologna, non è stato solo un momento di memoria, ma anche l’occasione per istituire un parallelismo tra la resistenza ucraina e quella partigiana durante la seconda guerra mondiale. Ed è proprio su questo tema che, negli scorsi giorni, si sono concentrate diverse polemiche che hanno investito l’Anpi nazionale, il cui presidente, Gianfranco Pagliarulo, ha espresso posizioni molto critiche sull’invio di armi alle truppe ucraine. Dopo la bufera che non aveva risparmiato nemmeno l’Anpi provinciale di Bologna, era stato lo stesso sindaco Lepore a esprimere, con una lettera, il proprio supporto alla Cocchi, definendo “strumentali” gli attacchi che le erano stati rivolti dalle parti politiche. “L’Anpi è contraria all’invio di armi, ma rispetta le diverse posizioni espresse al suo interno”, ha dichiarato la presidente, facendo intendere di non essere d’accordo con il modo in cui Pagliarulo ha posto la questione. Incalzata dalla stampa, la Cocchi ha dichiarato che l’eventuale invio di armi non deve essere “né l’unico, né il principale strumento per far finire la guerra tra l’Ucraina e la Russia. Io credo che, per aiutare i partigiani dell’Ucraina occorrano non solo delle armi. Occorrono, forse, anche delle armi, tant’è che gli sono state inviate, ma la pace non l’abbiamo ancora raggiunta. Credo inoltre”, ha aggiunto, “che debbano intervenire altre forze, che sono gli Stati Uniti, l’Onu o altre forze democratiche, che devono necessariamente mettere intorno a un tavolo e far parlare quelle persone (Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, ndr) che oggi rifiutano di farlo”. Per la prima volta dopo lo stop dovuto al Covid, i festeggiamenti per la fine del dominio nazifascista in Italia tornano in presenza e Bologna, città baluardo della Resistenza partigiana, ha un’agenda fittissima di eventi di commemorazione per tutta la settimana. Per il 25 aprile, data della Liberazione dell’Italia, sono previsti diversi eventi a Monte Sole e Marzabotto, in memoria di uno dei peggiori massacri della nostra Storia recente. Sarà presente anche il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico.





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