In una fase della Storia in cui tante certezze sembrano essere perdute,
Francesco Bigazzi, Dario Fertilio e
Luigi Sergio Germani hanno cercato di spiegare la differenza tra
propaganda e
disinformazione grazie un bel saggio, scritto a
6 mani, edito da
Paesi Edizioni dal titolo:
'Bugie di guerra: la disinformazione russa dall'Unione Sovietica all'Ucraina'. Fare
disinformazione, infatti, non significa solamente generare
‘fake news’. Soprattutto nella
Russia di
Putin. Si tratta, invece, di un concetto assai più ampio, valido a
360 gradi e non limitato a specifici fatti contingenti. Significa creare le basi di un sistema coerente e complessivo di
menzogne, mascheramenti e
inganni. Un modello che ha avuto origine, in verità, nella vecchia
Unione Sovietica, ma che è tornato prepotentemente
‘a galla’ quando qualcuno, a
Mosca, ha cominciato a far serpeggiare un
sentimento di ‘revanche’, di
rivincita, dopo la perdita della
sfera d’influenza russa in
Europa orientale. Un metodo che già
rispolverato, in realtà, nel secondo decennio di questi
anni duemila e che ha trovato i suoi passaggi centrali prima nella
Brexit, in seguito nell’elezione di
Donald Trump, nella campagna contro i
vaccini anti-Covid e, infine, nell’invasione
dell’Ucraina. La ricostruzione di
Bigazzi, Fertilio e
Germani comincia sin dalla copertina, in cui appare raffigurata la
‘ragazzina-simbolo’ della guerra in
Ucraina, immortalata dal padre il
22 febbraio 2022 - due giorni prima dell’inizio
"dell’esercitazione militare speciale" dell’esercito russo – con un
‘lecca lecca’ e il
fucile tra le braccia, in attesa dell’invasore come fosse una
piccola ‘vedetta’. “L’autore del manifesto”, spiega in premessa
Luciano Tirinnanzi, direttore della
Paese Edizioni, “si chiama Oleksii Kyrychenko ed è il padre della bambina, il quale ha scattato e poi pubblicato sul suo profilo Facebook questa foto-simbolo della guerra e dei suoi orrori”. Perché si è scelta proprio quell’immagine?
“Innanzitutto”, risponde
Tirinnanzi, “per rendere più attuale il contenuto di questo libro. In secondo luogo”, aggiunge,
“perché la storia di quella foto resterà a lungo un tipico ‘caso-scuola’ della comunicazione visiva e, al tempo stesso, della propaganda politica in tempo di guerra. Che poi è l’oggetto ultimo del saggio”, conclude. Il libro
‘Bugie di guerra’ è diviso in tre parti:
‘Dezinformacija’: la strategia del Cremlino dall’epoca sovietica alla Russia di Putin’, curata da
Luigi Sergio Germani; ‘La guerra fredda e l’ingerenza russa in Italia’, bella e completa ricostruzione di
Francesco Bigazzi sulle intense vicende di spionaggio sovietico nel nostro Paese;
‘Le tecniche moderne: cyber-disinformazione e giornalismo collettivo’, proposta da
Dario Fertilio. Si tratta, insomma, di uno strumento molto utile per comprendere le svariate
tecniche di propaganda e
disinformazione del
Cremlino, sia in
Russia, ma soprattutto all’estero e in
Italia, cercando di individuare il confine nascosto tra
finzione e
realtà nel campo
dell’informazione. Un’ambiguità complessa, che passa per svariate e molteplici metodologie, fino a convergere all’impiego di mezzi, risorse e attività con le quali si struttura una campagna di propaganda, come la si comunica, con quali mezzi e come veicolarla.
‘Bugie di guerra. La disinformazione russa dall’Unione Sovietica all’Ucraina’ di
Francesco Bigazzi, Dario Fertilio e
Luigi Sergio Germani, è in libreria e negli
store on line a partire dal
14 aprile scorso. Ed è disponibile anche in versione
eBook.