Michela DiamantiLe parole assumono un significato in base al loro contesto: questo è il vero concetto laico che si pone alla base dell'evoluzione storica e scientifica. Esse non dovrebbero essere utilizzate per giudicare le persone, tantomeno per offenderle, altrimenti si entra nel campo del cinismo demagogico. Le parole, insomma, sono importanti. Ma non si tratta di una ‘virata’ verso il buonismo o il ‘politicamente corretto’: più semplicemente, si cerca di chiarire che l’ingiuria origina, il più delle volte, da mere pulsioni irrazionali. Purtroppo, l’Italia si sta ormai dimostrando un Paese irriformabile, allergico a ogni cambiamento. E in molti casi, la ricaduta culturale di tutto ciò diviene la rappresentazione di una superficialità volgare, che cerca di opporsi disperatamente agli anni che passano, nella convinzione che si possa negare il tempo e opporsi al proprio destino. Una contraddizione evidente per chi professa un certo fatalismo determinista, progenitore e non figlio della società dell’intrattenimento. Ma è la distorsione il vero ‘passaggio-chiave’ di tale mentalità, da cui discende un negazionismo ostinato, accompagnato da svariate e molteplici forme di dissimulazione. E’ decisamente incredibile come si arrivi a negare l’evidenza, rigettandola quando ci smentisce, rimuovendola quando essa si presenta come impegnativa. Un’intera generazione di persone contentissime di risultare vittime dalla demagogia, appiattite su un materialismo rozzo, in cui la coscienza storica è solamente un rivolo di spurgo: un’identità derivante dal proprio ‘clan’ di appartenenza e non dalla consapevolezza di sé. Siamo di fronte a un’arretratezza che rasenta la stupidità, perché è veramente da stupidi passare la vita a cercare sempre qualcuno da ‘ghettizzare’, da condannare o da mettere in ‘croce’. Stupidità, demagogia, totale mancanza di senso della responsabilità: ci ritroviamo innanzi a una ‘piattezza logica’ da alienati, che continua a inseguire il piacere edonistico o epicureo senza rendersi conto che, finita la ‘festa’, tanti ‘nodi’ vengono regolarmente al ‘pettine’. Si nega perché non si accetta. E si insulta seguendo i canoni di una cultura ‘giudicante’ che, in realtà, si sta dibattendo in una crisi sempre più evidente. Usciremo da tutto questo? Come al solito, solo in parte, poiché viviamo nel Paese delle dissimulazioni e delle mezze verità. Le quali, omettendo completamente l’altra faccia di qualsiasi 'medaglia', ci conducono alla menzogna, al vuoto, all’inaffidabilità. Un formalismo che diventa presa in giro nei confronti del prossimo, religione dei ‘buffoni’, nel contesto di un gerontocomio popolato unicamente da ‘anticaglie’ impazzite.





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