Vittorio LussanaParlare di “stagflazione” con un Pil cresciuto del 6,6% nel 2021 e del 3,2% previsto per il 2022, significa continuare a negare ogni evidenza. La ‘stagflazione’, infatti, è quel fenomeno che congiunge l'inflazione con una bassa crescita, ovvero con la stagnazione. Invece l’Italia, anche per semplici motivi di ‘rimbalzo’ rispetto al 2020, risulta essere in crescita. Stiamo cioè attraversando una fase di ‘onda lunga’, che non consente di parlare di stagnazione unita all'inflazione. Al contrario, la massa monetaria in circolazione è divenuta eccessiva. E ciò genera inflazione, poiché quando il denaro circola, i mercati ne approfittano per alzare i prezzi. In secondo luogo, teorizzare una ricaduta delle sanzioni alla Russia sull'Italia è come accusare di alcolismo tutti coloro che brindano a capodanno con un bicchiere di spumante: le ricadute, infatti, saranno relative, dato che il nostro export verso la Russia è inferiore ai 10 miliardi di euro l'anno. Infine, collegare l'esclusione della Russia dal sistema ‘swift’ con le importazioni di gas è un errore di superficialità: le uniche banche russe rimaste nel sistema dei pagamenti internazionali sono proprio quelle che si occupano delle transazioni finanziarie per Gazprom. Insomma, siamo di fronte a posizioni che non si capisce se provengano da forme di ubriachezza molesta, oppure da tentativi di ‘anatema’ che non sono altro che cupi brontolìi di natura 'trontista', che oltre a proporre una critica omettono di indicare soluzioni alternative. Ancora una volta, ci ritroviamo di fronte a gente che cerca di spacciarsi come esperti di macroeconomia, ingannando i lettori con 4 'paroloni', come per l’appunto la parola ‘stagflazione’. Anche secondo le logiche 'monetariste', parlare di stagflazione significa essere a crescita zero. E noi non lo siamo, nonostante tutto. Anche perché, le cosiddette 'chiusure' del 2021 si regolarono su un sistema di colori delle varie regioni - suggerito anche dal sottoscritto - e non con un ‘lockdown’ generalizzato, come durante la prima ondata pandemica del 2020. Insomma, non si capisce come sia possibile che organi di informazione istituzionale come Agenparl lascino circolare comunicati stampa meno credibili delle profezie Maya. O il collega Luigi Camilloni si è totalmente rimbambito, oppure proprio non si vuol comprendere che questa storia delle 'fake news' è paragonabile a un reato penale come il ‘millantato credito’. E non certo per questioni di censura, dato che persino un ‘monetarista’ come l’amico e Maestro Antonio Martino, che salutiamo per l’ultima volta con vivo dolore, avrebbe negato ogni possibilità di stagflazione, quando non ve ne siano minimamente i segnali. Neanche di medio periodo, dato che si possiede tutto il tempo per evitarla. Non si può continuare a criticare tanto per criticare: bisogna anche saper proporre soluzioni alternative. Persino i sindacati lo fanno. Si può anche sostenere che Maurizio Landini rimpianga la Fiat 128 o la ‘scala mobile’, ma di certo non può essere accusato di 'far casino' e basta. Ci siamo capiti?





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