Parlare di
“stagflazione” con un
Pil cresciuto del
6,6% nel
2021 e del
3,2% previsto per il
2022, significa continuare a
negare ogni evidenza. La
‘stagflazione’, infatti, è quel fenomeno che congiunge
l'inflazione con una
bassa crescita, ovvero con la
stagnazione. Invece
l’Italia, anche per semplici motivi di
‘rimbalzo’ rispetto al
2020, risulta essere in
crescita. Stiamo cioè attraversando una fase di
‘onda lunga’, che non consente di parlare di
stagnazione unita all'inflazione. Al contrario, la
massa monetaria in circolazione è divenuta
eccessiva. E ciò genera
inflazione, poiché quando il denaro circola, i
mercati ne approfittano per
alzare i prezzi. In secondo luogo, teorizzare una
ricaduta delle
sanzioni alla Russia sull'Italia è come accusare di
alcolismo tutti coloro che
brindano a capodanno con un bicchiere di
spumante: le ricadute, infatti, saranno
relative, dato che il nostro
export verso la
Russia è inferiore ai
10 miliardi di euro l'anno. Infine, collegare l'esclusione della
Russia dal
sistema ‘swift’ con le importazioni di
gas è un errore di
superficialità: le uniche
banche russe rimaste nel sistema dei pagamenti internazionali sono proprio quelle che si occupano delle
transazioni finanziarie per
Gazprom. Insomma, siamo di fronte a posizioni che non si capisce se provengano da forme di
ubriachezza molesta, oppure da tentativi di
‘anatema’ che non sono altro che
cupi brontolìi di natura
'trontista', che oltre a proporre una
critica omettono di
indicare soluzioni alternative. Ancora una volta, ci ritroviamo di fronte a gente che cerca di spacciarsi come
esperti di macroeconomia, ingannando i lettori con
4 'paroloni', come per l’appunto la parola
‘stagflazione’. Anche secondo le logiche
'monetariste', parlare di
stagflazione significa essere a
crescita zero. E noi non lo siamo, nonostante tutto. Anche perché, le cosiddette
'chiusure' del
2021 si regolarono su un sistema di
colori delle varie regioni - suggerito anche dal sottoscritto - e non con un
‘lockdown’ generalizzato, come durante la
prima ondata pandemica del
2020. Insomma, non si capisce come sia possibile che organi di informazione istituzionale come
Agenparl lascino circolare comunicati stampa
meno credibili delle profezie Maya. O il collega
Luigi Camilloni si è totalmente
rimbambito, oppure proprio non si vuol comprendere che questa storia delle
'fake news' è paragonabile a un reato penale come il
‘millantato credito’. E non certo per questioni di
censura, dato che persino un
‘monetarista’ come l’amico e Maestro
Antonio Martino, che salutiamo per l’ultima volta con
vivo dolore, avrebbe negato ogni possibilità di
stagflazione, quando non ve ne siano minimamente i segnali. Neanche di
medio periodo, dato che si possiede tutto il tempo per evitarla. Non si può continuare a
criticare tanto per criticare: bisogna anche saper proporre
soluzioni alternative. Persino i
sindacati lo fanno. Si può anche sostenere che
Maurizio Landini rimpianga la
Fiat 128 o la
‘scala mobile’, ma di certo non può essere accusato di
'far casino' e basta. Ci siamo
capiti?