Raffaella UgoliniIl momento in assoluto più intenso dei funerali di David Sassoli è stata la lettera, l’ultima lettera, che i figli, Giulio e Livia, hanno dedicato al loro papà. “Sono tre le parole che, in questi giorni frenetici e di confusione, mi girano nella testa: dignità. La dignità di chi non ha mai fatto pesare la propria malattia a nessuno, né ora, né dieci anni fa. "Sì, ma io c’ho da fa", continuavi a ripetere a tutti in ospedale, dimostrandoci che, in un mondo di scuse e giustificazioni, l’unico modo che conoscevi per combattere fosse continuare a lavorare, a conoscere, ad alimentare le tue infinite passioni, sorridendo. Passione: la passione per il tuo lavoro e le tue sfide. Ma ci hai insegnato che avere passione vuol dire anche coltivare la sensibilità e la cura per le piccole cose e per la storia delle persone, cosciente che da ognuna si possa imparare e che ognuna meriti di essere ascoltata. Un uomo ambizioso, ma che non ha mai ceduto a egoismi e sotterfugi. Un uomo disinvolto, dal sorriso guascone e gli occhi vispi, ma che arrossiva ai complimenti. Che ci insegna che la popolarità ha un senso solo se si riescono a fare cose utili. E infine: amore. Forse è la più banale, ma è la parola che nelle tue ultime ore hai ripetuto più spesso, con le tue ultime forze e i tuoi ultimi sospiri. La pronunciavi e la ripetevi. La ripetevi, la ripetevi da sola, come un grido, come un’esortazione. Mi ha colpito, perché fino alla fine non sei stato in grado di cedere allo sconforto e, fino alla fine, ci hai parlato di speranza. E allora cercheremo di proseguire con quello che ci hai insegnato, con idee forti ma modi gentili, curiosi e coraggiosi, nel tuo ricordo e col tuo sorriso. Buona strada, papà. E mi raccomando, giudizio…”. Quanto dolore e quanta bellezza.





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